
L’economia tedesca è entrata formalmente in recessione: il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,3% nei primi tre mesi dell’anno rispetto al trimestre precedente. Questo calo dell’economia della Germania segue un ulteriore precedente ribasso dello 0,5% registrato nel quarto trimestre del 2022.
I dati sono stati diffusi dall’Ufficio federale di statistica Destatis che inizialmente aveva stimato una semplice stagnazione dell’economia quando la realtà dei fatti mostra una forte contrazione del PIL, sceso dello 0,5% anche su base annua.
La spesa delle famiglie è diminuita del 1,2% rispetto al trimestre precedente, dopo gli adeguamenti dei prezzi, stagionali e del calendario. Anche la spesa del governo ha seguito quello delle famiglie con una diminuzione del 4,9% rispetto al trimestre precedente. Le esportazioni sono aumentate dello 0,4%, mentre le importazioni sono diminuite dello 0,9%.
Lo scenario poteva essere ben peggiore se non fosse per un inverno mite che ha reso non necessarie l’approvvigionamento di ulteriori fonti fossili per il riscaldamento.
Alla diffusione della notizia i mercati sono pressoché stabili (si temeva una forte caduta) con le borse europee ancora deboli a causa delle tensioni sul tetto al debito pubblico degli Stati Uniti.
Sono così in calo il FTSE MIB -0,22% a Milano, il CAC 40 -0,01% a Parigi, il DAX 40 -0,14% a Francoforte e l’IBEX 35 +0,14% a Madrid. Va in controtendenza l’AEX +0,56% di Amsterdam, spinto dai titoli tech a partire da Asm International, dopo le stime record di vendite da parte del colosso dei tech Nvidia.