A poco più di quattro mesi dalla dipartita del Cavaliere, Forza Italia batte un colpo. Dopo la kermesse di Paestum del 29 settembre – tre giorni di congresso azzurro per celebrare la data messianica – e l’intitolazione del Belvedere del Pirellone, il partito di via dell’Umiltà doveva andare avanti. La segreteria del partito, come pronosticabile, è andata ad Antonio Tajani, attuale Ministro degli Esteri. Ma non era questo l’unico vuoto – fisico e non spirituale – da colmare. Dopo la scomparsa terrena del Cav., anche il suo seggio all’interno del Senato della Repubblica doveva essere riassegnato.
Il tutto, ovviamente, si svolgeva nella roccaforte berlusconiana. Il collegio elettorale, infatti, comprendeva tutta la Provincia di Monza e Brianza, territorio di fatto colonizzato dalle gesta imprenditoriali del Cavaliere. Dallo stesso territorio proviene anche il suo fido scudiero, Adriano Galliani, monzese di nascita. Insomma, chi meglio dell‘Antennista poteva dare continuità al suo posto in Senato? A maggior ragione dopo le imprese calcistiche del Monza, squadra che sta facendo sognare gli appassionati di calcio.
Già in principio c’era l’aria di un tête-à-tête tra Adriano Galliani e Marco Cappato. Anche l’ex esponente di +Europa è nativo di quelle zone. Nessuno degli altri candidati – tra i quali spiccava Cateno de Luca, sindaco di Taormina – poteva oggettivamente impensierire questi due esponenti di rilievo nazionale. Né, per quanto Cappato fosse un candidato temibile, qualcuno ha osato anche solo immaginare una possibile sconfitta del braccio destro di Silvio Berlusconi. Sarebbe stato uno smacco troppo grosso per il ricordo del Cav.
Le urne, per l’appunto, non hanno giocato alcun tiro mancino. Adriano Galliani si è assicurato il posto all’interno del Senato della Repubblica con il 51,46% (dato Eligendo), mentre Marco Cappato si è classificato come primo non eletto con il 39,53% dei voti. A destare preoccupazione è la percentuale di votanti: su 702.008 elettori, solo 135.163 hanno preso parte a questa tornata elettorale. Una percentuale del 19,25%. Numeri oggettivamente molto bassi: sarà che forse l’elezione del successore di Berlusconi era solo cosa formale?
Deve sicuramente essere riconosciuto il risultato raggiunto dal principale sfidante, che ha commentato lapidariamente la sua non-elezione: «Eravamo consapevoli delle condizioni di contesto in cui giocavamo questa sfida, usciamo da questa sfida più consapevoli, non usciamo battuti ma più forti per le sfide che abbiamo davanti». Galliani invece, una volta proclamato vincitore, non poteva non rivolgere un affettuoso ricordo al suo compagno di avventure: «Questa vittoria è dedicata a Silvio Berlusconi, solo a lui. In questo momento, i miei pensieri sono rivolti a Silvio Berlusconi, il mio maestro di vita. Ho in mente lui, 44 anni di vita insieme sono tanti».
Ogni 29 settembre, insomma, Adriano Galliani, seduto in quel caffè, non potrà che pensare a Lui per il resto dei suoi giorni.