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Trentuno anni fa la prima immigrazione di massa a Bari

Arrivava la nave Vlora con ventimila persone a bordo.
| 9 Agosto 2022 | ATTUALITÀ

La storia inedita di Indrit 

È l’otto agosto di trentuno anni fa, oggi passati in un batter d’occhio, attraccava a Bari per la prima volta nella storia la nave Vlora con a bordo ventimila albanesi in cerca di fortuna o semplicemente in cerca della propria vita.

Negli anni gli sbarchi sono continuati e noi abbiamo conosciuto diverse storie, diversi fili rossi che si sono allontanati e poi ritrovati. Tra tanti di questi racconti emerge la storia di Indrit (nome di fantasia perché il protagonista vuole restare anonimo).

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Indrit nasce negli anni 70 e nel 91’ era un ragazzo di 20 anni circa, ha vissuto il regime comunista ed è il terzo di tre figli. La sua famiglia ha sempre sostenuto il regime totalitario, forse per condivisione di idee politiche o probabilmente solo per garantire una vita più agiata ai propri figli. Suo padre lavora incessantemente al porto di Durazzo destinato a diventare uno dei porti più importanti dei Balcani e sua madre compatibilmente alle esigenze dei figli lavora su turni in una fabbrica tessile.

I suoi genitori sognavano di costruire una villa in spiaggia a Durazzo, una villa con spazio a sufficienza per tutti i loro tre figli, sognavano che Indrit si sposasse con una brava ragazza del posto e perché no, che prendesse il lavoro del papà al porto di Durazzo appena sarebbe andato in pensione.

Conti senza l’oste perché quando il regime comunista non permetteva neanche di guardare la televisione, Indrit nei giorni con le albe più chiare vedeva le coste Italiane e sognava di andare oltre il mare, a cercare la sua strada, ad esplorare quanto fosse meravigliosa quella terra italiana che aveva sentito solo dai racconti dei militari e qualche commerciante in quegli anni difficili.

In quei mesi il porto è un vero scompiglio racconta il padre a cena, è una corsa disperata a prendere un posto su qualsiasi traghetto o barcone che parte verso l’Italia. Tutti gli amici con cui Indrit ogni giorno passava i suoi pomeriggi in bici iniziano a partire, ogni giorno ne manca uno finché non decide che è arrivato il suo momento.

Prende coraggio, con una banalissima scusa dicendo di uscire per fare la spesa, senza avere nulla con sé neanche il minimo effetto personale, corre veloce verso il porto, cerca di fare in fretta, deve arrivare prima del suo papà, prima che qualcuno lo riconosca e possa fermarlo facendo fallire il suo piano. Sale su un barcone, ce la fa, parte senza avvisare nessuno. Sono mesi di angoscia nella famiglia di Indrit, si vestono a lutto, lo credono morto disperso in mare.

Nave Vlora Durres

Lui, invece passa tre mesi in un centro di accoglienza vicino Bari e successivamente gli viene dato asilo in un piccolo paesino del Sud Italia e giunto lì riesce a chiamare, ad avvisare i suoi cari che era vivo, che andava tutto bene e che soprattutto l’Italia era bellissima, finalmente vista con i suoi occhi.

Indrit è tornato tutti gli anni in Albania a trovare i suoi genitori rimasti soli in quella enorme villa che volevano condividere con tutti i figli e che soprattutto con tanto amore sono riusciti a costruire. Ne ha fatta di strada, ma a quella terra che sognava durante le albe più chiare è rimasto fedelissimo, gli ha dato un futuro dignitoso che si è potuto costruire con le sue forze senza imposizioni dettate dalla sua famiglia o dal regime comunista.

La decisione di Indrit è stata di esempio anche per le sue sorelle che lo hanno raggiunto in Italia a tentare una nuova vita, scevra da imposizioni totalitarie, una vita finalmente LIBERA con la possibilità di poter percepire la propria femminilità senza imbarazzi o imposizioni.

Italia-Albania

Non sappiamo che fine abbiano fatto tutte quelle persone che sono sbarcate a Bari quell’otto agosto del 1991, neanche di tutti quelli arrivati dopo. Qualcuno sarà tornato in Albania, per qualcun altro l’Italia sarà stata solo un passaggio verso un’altra nazione europea. Quello che ci insegna questa storia, la prima vera e propria immigrazione di massa nel nostro paese, è la dignità di ogni singolo individuo che dovrebbe essere sempre rispettato, è la storia personale di ognuno di loro che forse non sono state ascoltate a sufficienza.

In fondo siamo tutti un pò Indrit, lo siamo tutti i giorni, lo siamo quando combattiamo per i nostri
sogni, per i nostri affetti, per una vita migliore.

TAG: Albania, immigrazione, Italia
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