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Fondazione ATM-Milano: Nuovo Atlante delle Arti-Diciotto

| 27 Novembre 2024 | ARTE, ARTE, ATTUALITÀ, IL FORMAT, NOTIZIE

NUOVO ATLANTE DELLE ARTI – DICIOTTO
Indagine sull’Arte Europea
Progetto Artistico Internazionale ideato e diretto da Carlo Franza
Mostra promossa dalla FONDAZIONE ATM
Via Farini 9 – MILANO
COMUNICATO STAMPA
GUERRA E PACE
In mostra sono presenti opere di Anna Addamiano, Gianni Bucher Schenker, Oana Bursucanu, Concita
De Palma, Maximilian Hink, Loi di Campi, Aimé Maquignaz, Mokhtar Jelassi, Patrizia Quadrelli,
Raffaele Scaglione, Eugenia Serafini, Marisa Settembrini, , Silvio Zampieri.
Luogo: Fondazione ATM – Via Farini 9 – 20159 Milano
Curatore: Prof. Carlo Franza, Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea
Giornalista e Critico de “Il Giornale” fondato da Indro Montanelli
Comunicazione: Francesco Franza
Inaugurazione: mercoledì 27 novembre 2024 ore 16.00
27 novembre 2024 – 26 febbraio 2025
Da lunedì a venerdì ore 10 – 17 (previo appuntamento allo 02/631196443)
Chiusura: sabato e domenica
Interverranno
Francesco Viola Presidente della Fondazione ATM
Francesco Caroprese Vicepresidente Ordine Giornalisti della Lombardia
Prof. Carlo Franza Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, Giornalista e Critico de “Il Giornale”
La mostra dal titolo “Guerra e Pace” degli artisti che rientra in un progetto artistico internazionale, “NUOVO
ATLANTE DELLE ARTI”, ideato e diretto dal Prof. Carlo Franza (Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea e
Critico de Il Giornale fondato da Indro Montanelli) per la FONDAZIONE ATM di MILANO, istituzione attestata
internazionalmente, che focalizza l’attenzione su talune figure in progress della nuova stagione artistica europea.
L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte di piano internazionale, che firma anche il
testo, riunisce un certo numero di opere che compongono una vera e propria installazione, capace di campionare il
percorso singolare di questi illustri artisti italiani e stranieri. All’inaugurazione ci saranno i saluti del Presidente
e una prolusione del Prof. Carlo Franza, curatore della mostra, unitamente alla partecipazione di
intellettuali italiani e stranieri e di numerosi collezionisti.
Scrive Carlo Franza: “Appartiene già all’antichità il tema della guerra e le gesta eroiche dei soldati che hanno poi trovato un
larghissimo rilievo nella produzione artistica. Basti vedere le raffigurazioni che celebrano le grandi vittorie, ad iniziare dalla
Colonna Traiana a Roma che mostra dal basso in alto, la propaganda, la forza e la potenza della civiltà romana. E’ bene sapere
che l’arte nell’antichità diventava uno strumento di narrazione delle battaglie e vittorie sui nemici, mentre l’artista
contemporaneo guarda la guerra con una sensibilità completamente diversa, lanciando forti messaggi di denuncia e
rappresentando gli orrori della Guerra sulle tele. Se questi erano i dati di una volta oggi mi piace riportare la frase di Marina
Abramovic: “Ci sono guerre e morti ovunque, c’è l’emergenza climatica. Sembra che l’umanità sappia solo odiare. E’ facile farlo,
ma è più importante chiedersi: cosa posso fare perchè le cose cambino? Gli artisti hanno questa responsabilità”.
Pablo Picasso, Otto Dix, Egon Schiele, George Grosz, Carlo Levi, Aligi Sassu sono solo alcuni dei tantissimi artisti che
con la loro arte ci hanno mostrato gli orrori della guerra, e prima di loro altri artisti come Goya, nella sua serie di incisioni “I
disastri della guerra”, o Rubens con “Le conseguenze della Guerra”. Guerra e Pace sono temi che attengono al passato e al
presente, oggi poi all’inizio del terzo millennio più attuali che mai alla luce di questa terza guerra mondiale a pezzi, come è stata
chiamata, raccontano la verità della guerra con la distruzione e morte, e tutti implorano la pace. Le “Conseguenze della
guerra” è un grande dipinto (206×305 cm) realizzato da Pieter Paul Rubens, nel 1637-1638 e oggi conservato nella
Galleria Palatina a Firenze, commissionata dal pittore Justus Suttermans e va a completare una riflessione sulla guerra che
Rubens aveva iniziato con il dipinto l’Allegoria della Pace, dipinta nel 1630 per Carlo I d’Inghilterra. Rubens rappresenta gli
orrori e le conseguenze tragiche che porta la guerra usando un soggetto mitologico-allegorico. La sua riflessione profonda parte
in occasione della Guerra dei Trent’anni, è chiaro il messaggio forte e pessimistico della Guerra che neanche l’Amore è in grado
di fermare. La scelta allegorica rende il dipinto un monito contro gli effetti distruttivi della guerra senza tempo. A sinistra ecco
Europa, vestita di nero che alza gli occhi e le braccia al cielo, tra dolore e disperazione, al centro Venere, dea dell’amore che
invano cerca di tenere Marte con scudo e spada sguainata, pronto a portare rovina e distruzione; in basso a destra anche le
personificazioni delle Arti sono travolte e calpestate dalla guerra. Guernica è uno dei capolavori di Picasso, imponente
dipinto su tela (3,5 metri di altezza e 7,8 metri di larghezza) ed è stato realizzato nel giugno 1937, in soli due mesi, poi
esposto nel Padiglione spagnolo dell’Esposizione Universale di Parigi. Picasso ha qui raffigurato le atrocità e le tragedie
causate della guerra, in riferimento al massacro della città basca di Guernica durante la guerra civile spagnola; rappresenta un
forte messaggio contro la guerra e di quali devastazioni porti. Orrori e morti sono racchiusi dentro la tela “Volto della Guerra”
(Le visage de la guerre) di Salvador Dalì artista surrealista nato in Catalogna nel 1904, che si avvicinò intorno agli anni Venti
del Novecento al Dadaismo dal quale fu condizionato per tutta la sua carriera artistica. Si tratta di un quadro che racconta gli
orrori della guerra percepiti dal pittore, tra la fine della Guerra Civile Spagnola e la Seconda Guerra Mondiale. Il “Volto della
Guerra” o “Le visage de la guerre” è un olio su tela di centimetri 79 x 64, realizzato nel 1940, è custodito a Rotterdam presso il
Museum Boijmans Van Beuningen. La tela fu dipinta da Salvador Dalí durante il suo soggiorno in California, negli Stati Uniti;
era lì che si era rifugiato durante lo scoppio della guerra in Europa. È qui rappresentato un grande e terrificante volto con la
pelle scura, in una smorfia di dolore che sembra urlare tutta la sua disperazione. All’interno delle due orbite oculari e della
bocca sono disegnati dei teschi che, a loro volta, hanno altri teschi all’interno delle tre cavità: un continuo rimando alla morte.
Un paesaggio desertico indica che non c’è prosperità durante una guerra. I serpenti minacciosi con le fauci spalancate
enfatizzano questo orrore. Questa è una perfetta rappresentazione universale della guerra. Per limitarci al nostro tempo,
occorre aver presenti le ludiche opere della Pop art, tra queste la gigantesca tela di Rosenquist titolato F-111 dal nome del
famigerato cacciabombardiere americano impiegato nella guerra del Vietnam, che l’artista inserisce in un universo
frammentato di immagini quotidiane; a seguire il combattimento aereo raffigurato da Roy Lichtenstein o, in Italia, il cannone
in legno di Pino Pascali o ancora, più recentemente, le sculture sarcastiche di Antonio Riello. E se la principale funzione
dell’arte dovrebbe essere quella di “far guerra”,
-nell’avamposto dell’avanguardia sempre vigilante e critica dello “stato
delle cose”-, ciò si avvalora maggiormente tranciando la tradizione, come fecero i futuristi, quando questa non è più capace
di trasformare il mondo. E se ci ritorna suonante come una campana a morto l’antica domanda che già si poneva il filosofo
tedesco Martin Heidegger, “perché i poeti non riescono a cambiare il mondo?”; la responsabilità è nostra, che non pone al
centro di ogni decisione che riguarda le sorti del mondo la centralità della cultura. La funzione attuale dell’arte in un momento
così tenebroso non può che essere quella di gridare la pace, il gesto e l’attività degli artisti deve connotarsi come una sorta di
operazione critica che ha utilizzato l’arte contro la guerra dichiarandole guerra. Mi voglio fermare al nostro tempo. Vediamo
due opere significative: la performance eseguita nel 1997 dall’artista serba Marina Abramovic, intitolata Balkan Baroque,
durante la quale l’artista, per quattro giorni, in un ambiente sotterraneo della Biennale di Venezia, ripuliva delle ossa da brandelli
di carne, ponendoci in modo interrogativo, e quindi fare i conti, con la presenza costante di una guerra o delle guerre. La
seconda opera è una immagine fotografica dell’artista Pavel Wolberg, e racconta dell’esodo forzato dei palestinesi dalle loro
terre. Una coppia di abitanti, preceduta da un carro armato invasore, si avviano verso un futuro sconosciuto, portando con sé le
loro povere cose e un modellino di una moschea. La mostra che ci proponiamo di presentare e documentare tra 2024 e 2025
ha per titolo “Guerra e Pace” e tocca la responsabilità dell’arte sia nei riguardi della violenza umana, ma anche verso un
altro nemico pericoloso, la superficialità della vita estetica che ha sostituito per sempre l’etica di un buon comportamento
sociale. Gli artisti invitati su un tema così caldo, pressante e attuale sono Anna Addamiano, Gianni Bucher Schenker, Oana
Bursucanu, Concita De Palma, Maximilian Hink, Loi di Campi, Aimé Maquignaz, Mokhtar Jelassi, Patrizia Quadrelli,
Raffaele Scaglione, Eugenia Serafini, Marisa Settembrini, Silvio Zampieri. Ad entrare nel cuore della mostra, le opere
sono un punto di forza, un punto storico, sono il volto degli artisti, ecco Anna Addamiano con la paura, Gianni Bucher
Schenker con la corale fraternità campionata dalle sculture di nobile fattura, Oana Bursucanu il cui lavoro prende
spunto dall’idea di Hegel dell’autocoscienza come momento dove il soggetto non cerca più la verità nella natura ma
all’interno di se stesso, Concita De Palma con i toni monocromi offre il binomio tra dramma e serenità, Maximilian Hink
mostra i volti della pace e della guerra, Loi di Campi con quel dittico bianco/nero indicativo della pace e del buio della
guerra, Aimé Maquignaz ci lascia vivere l’opera drammatica che indica “l’urlo della terra”, Mokhtar Jelassi richiama gli
uomini di buona volontà con l’opera “Pace” scritta in ventiquattro lingue, Patrizia Quadrelli con i suoi lavori tra pittura
e materia racconta la luce della vita e il buio del male, Raffaele Scaglione ci mostra le bandiere del mondo che
riquadrano e sottolineano non solo “la pace mai scoppiata” ma anche “la dittatura laureata, Eugenia Serafini con la
madre della tenerezza pensando ai tanti bambini uccisi dalle bombe, Marisa Settembrini con quel capolavoro simbolico
che è Giano bifronte, Silvio Zampieri con il punto sugli sbarchi e sugli invisibili della terra unitamente all’apologia
della libertà. L’arte, neppure nelle sue forme più rivoluzionarie e d’avanguardia è riuscita a cambiare il mondo, che è stato
invece messo in forma dalla tracciata bellezza di oggetti e manufatti, a seguito di precise regie ideologiche e politiche. Ad
esempio, l’invasione artistica dell’Europa negli anni Sessanta del Novecento da parte della Pop art americana è stata
“programmata” per documentare e diffondere la supremazia non solo politica, ma anche estetica del capitalismo, capace di
produrre un orizzonte di bellezza e di benessere di fronte alla povertà economica e formale della proposta comunista, di cui si
temeva l’avanzata. Anche questa è stata, dunque, una guerra in cui l’arte ha sì giocato un ruolo fondamentale, ma a ritroso”
.
Biografie degli artisti
Anna Addamiano è nata a Roma dove è rientrata dopo un lungo periodo all’estero. Incontra nel 1976 a Venezia Emilio Vedova che la vuole
come assistente all’Accademia di Belle Arti. Decide, invece, di vivere e lavorare a Roma, dapprima nei mezzi di comunicazioni e poi
esclusivamente nell’arte. Nel 1981 illustra il libro di poesia “Giulia o il Teatro degli occhi” di Virgilio Guidi, nel 1988 espone nella Sala d’Armi di
Castel Sant’Angelo a Roma, nel 1993 all’Università di Camerino, nel 1998 nel Palazzo delle Esposizioni di Roma, nel 2001 nel Castello
Cinquecentesco de L’Aquila, nel 2002 all’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma (la mostra viene poi ripetuta a Parigi, Cairo, Alessandria
d’Egitto, Tel Aviv). Nel 2004 al Museo Nazionale Luigi Pigorini di Roma, nel 2005 nel Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900 a Pieve
di Cento, nel 2008 nel Palazzo Rospigliosi di Zagarolo, presentata di volta in volta da Carlo Belli, Renato Civello, Ennio Calabria, Carlo Fabrizio
Carli, Arnaldo Romani Brizzi, Mario Lunetta, Ida Mitrano, Giorgio Di Genova, Carmine Siniscalco. Ha realizzato sigle televisive, manifesti per il
cinema, copertine e illustrazioni di libri, costumi e scenografie teatrali. Il suo “Presepe-Teatro”, esposto nelle principali Chiese di Roma, oggi fa
parte del Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller” a Castronuovo di Sant’Andrea, provincia di Potenza. Nel 2023 ha vinto a Milano
il Premio delle Arti Premio della Cultura per la Pittura. Nell’aprile 2024 è l’illustre Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza, a campionare una mostra
personale dal titolo “I colori del sogno” al Plus Florence di Firenze nel Progetto “Scenari”.
Gianni Bucher Schenker nasce a Milano nel 1947. Frequenta la Scuola Superiore d’Arte applicata annessa al Castello Sforzesco di Milano dal
1964 al 1970, e a Brera, corsi di nudo. Nel 1969 inizia l’attività di medaglista e scultore e parallelamente anche ad esporre. All’Arengario di
Milano partecipa, nel ’71, ad una collettiva di grafica che lo fa notare e lo porta ad avere diverse opere in due musei nazionali. Presto iniziano
anche le mostre personali ed alcune biennali. A Lugano, nel ’98, espone presso l’UBS e da Paolo Poma a Morcote. Espone in Francia e in
Giappone. Nuovamente in Francia, a Montauban viene invitato due volte per l’Incontro Europeo di Scultura. In Germania, a Passau viene
invitato ad esporre sul tema “Il Volto di Cristo”. Per i 50 anni di attività organizza un’antologica presso lo Spazio Heart di Vimercate, (MB) titolata
“Un Uomo Libero”, a cura di C. Bartolena. E’ in questi anni che conosce il Prof. Carlo Franza, il quale con tre personali lo porta a Firenze e
Berlino, poi a Milano presso la Fondazione ATM; poi a Venezia con “Disseminazioni Monumentali” in occasione della Biennale 2022 e
nuovamente a Milano presso Milano PerCorsi, con un’altra personale. Al Broletto di Novara, espone con altri cinque artisti e a seguire la
personale al Castello Visconteo Sforzesco. Nel 2023 a Milano è invitato dal Prof. Carlo Franza prima presso lo Studio Bolzani nella mostra
“Album. Omaggio a Giorgio Soavi” e a Roma nella Rassegna “Album” presso il Circolo Esteri della Farnesina. Sue opere si possono ammirare
in una ventina di musei e fondazioni: Casa Museo Remo Brindisi – Lido di Spina; Museo Dantesco – Ravenna; Fondazione Kanagawa –
Yokohama; Museo dell’Arte Italiana del ‘900 – Durazzo; Museo d’Arte delle generazioni Italiane del ‘900 – Pieve di Cento; Museo Arte e
Spiritualità – Centro Studi Paolo VI – Brescia; Collezioni dei Musei Vaticani; Royal Collection – Buckingham Palace – Londra; Fondazione
ATM – Milano; Unione dei Consoli d’Italia – Venezia; Scuola Civica di Musica Claudio Abbado – Milano; Circolo degli Esteri della Farnesina –
Roma; Tre Musei in Macedonia del Nord, Polonia e Romania. Hanno scritto di lui: S. Bartolena, R. Brindisi, S. Brondoni, G. Di Genova, Carlo
Franza, D. Manzella, F. Motolese, M. Ortmeier, M. Scudiero, O. Villatora ed altri.
Oana Bursucanu nasce a Barlad / Romania l’8 settembre 1978. La sua formazione pittorica si sviluppa nello studio del pittore Ioan Vinau e
durante i cenacli di letteratura dello scrittore Cristian Simionescu. Prosegue con gli studi superiori presso il Collegio d’Arte “Octav Bancila” nella
sezione pittura. Nel 1997 si trasferisce a Milano dove si diploma al Liceo Artistico Statale di Brera nella sezione di architettura. Nel 2018
riprende gli studi accademici. Nel 2022 si laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera con una tesi su “Fabbricatori di Ruderi”. Vive e
lavora nell’hinterland milanese. Ecco talune mostre collettive dove è stata presente: Arte sul Naviglio a Inzago nel 2019; mostra Assenza alle
Cave di Marmo di Carrara nel 2021; Mostra Con-relazioni a Novara nel 2023; mostra Polemos/ Progetto e collettiva allo Studio Zecchilo – Ex
Studio Piero Manzoni Milano nel 2023. Nel 2024 è l’illustre Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza ad invitarla nel Progetto
“Scenari” con una mostra personale dal titolo “Sopralluoghi” al Plus Florence di Firenze. Del suo lavoro ha scritto lo Storico dell’Arte
Contemporanea Carlo Franza.
Concita De Palma è nata a Bari il 14 maggio 1957. È medico pediatra a Pescara, città dove vive e lavora. Ha cominciato a sviluppare il proprio
interesse verso l’arte nel 2005, con un percorso dedicato all’arteterapia. In seguito a questa prima esperienza, è nato un successivo interesse
verso l’approfondimento del linguaggio artistico, in particolare attraverso la sperimentazione e la ricerca di materiali specifici, tra i quali le resine
epossidiche e la carta. Dal 2009 frequenta lo studio d’arte del Movimento del Guardare Creativo” di Chieti. Ha preso parte a numerose mostre
collettive, a partire dal 2013 con “Paesaggi e visioni” tenuta al Mediamuseum di Pescara. Successivamente ha partecipato ad “Arte no caste.
Creatività senza etichetta” (a maggio 2014, Aurum Pescara); “Arte no caste” (dicembre 2014, Castello di Nocciano); “Creatività come colore,
linea, luce” (giugno 2015, Museo Barbella di Chieti); “Artinsieme” (novembre 2015, Museo Barbella di Chieti); “Arte no caste 2016” (agosto
2016, Palazzo Fibbioni L’Aquila); “Artinsieme” (novembre 2017, Museo Barbella di Chieti); “Segno, colore… gesto – Nel Museo in libertà
(gennaio 2018, Museo Barbella di Chieti); “L’Arte al tempo dei centri commerciali” (agosto 2018, centro commerciale Universo di Silvi Marina);
“L’avventura della creatività” (giugno 2019, Sala Cascella di Chieti); “Gabriella Capodiferro cum discipulis” (gennaio 2020, Galleria Arianna
Sartori di Mantova); “Seconda mostra di selezione Città di Francavilla al Mare XIV Biennale di Roma 2022”; “Pittura Stili Reinvenzioni” (ottobre
2022, Galleria Arianna Sartori di Mantova); “Le rếve c’est nous” (luglio 2023, Espace Miromesnil Parigi). Nel 2023 è l’illustre Storico dell’Arte
Contemporanea Prof. Carlo Franza ad invitarla nel Progetto “Scenari” con una mostra personale dal titolo “Novelle variazioni spaziali” al Plus
Florence di Firenze. Del suo lavoro hanno scritto vari critici tra cui lo Storico dell’Arte Contemporanea Carlo Franza.
Maximilian James Leopold Hink (Berlino 19 febbraio 1993) è un produttore multidisciplinare di Berlino con sede a Londra. Scuole a Londra: Hill
House 1989-2007; Collingham College 2007-2011; London Met Film School, Berlino 2012-2014, Bachelor of Arts, Film; National Film and
Television School, 2016-2018, Master of Arts, Creative Business. Ha una vasta conoscenza ed esperienza in un crossover di industrie e settori
creativi, come: film, animazione, pubblicità, televisione, video musicali e, più recentemente, promozione musicale. La combinazione di lavoro e
viaggi lo ha portato in vari paesi dove ha potuto conoscere e apprezzare varie culture e forme uniche di creatività. Durante la sua esperienza in
India, ha prodotto un cortometraggio con i registi locali della regione, e ha lavorato ai programmi televisivi di Cartoon Network durante la
collaborazione con lo studio Toonz Animation in Kerela. In Brasile ha ricoperto la carica di assistente di produzione. A San Paolo, con la società
“O2” di Fernando Meirelles e McCann-Erickson, ha avuto la possibilità di conoscere per la prima volta un’agenzia pubblicitaria conglomerata.
Maximilian ha continuato i suoi studi a Berlino, conseguendo una laurea breve in produzione cinematografica. Poco dopo la laurea è stato scelto
da Zeitguised, uno studio di animazione, come produttore in un team di sei persone. Per aziende del calibro di Nike, Chanel, Dior, Mercedes-
Benz, MTV, Vodafone e Samsung si è occupato sia del lancio che della gestione di progetti aziendali mirati. Le collaborazioni e i forti legami
instaurati durante le sue esperienze lavorative hanno dato a Maximilian la fiducia e la spinta di cui aveva bisogno per iniziare una carriera come
produttore freelance, pur continuando a collaborare e a produrre spot pubblicitari per Nike, YSL, Google, Finanzcheck e Dreamline Cruises. Ha
ricoperto l’incarico di Direttore del set per una delle troupe cinematografiche della serie Netflix chiamata “Berlin Station”. Nel 2018-2020
Maximilian si è iscritto alla National Film & Television School completando un Master in Creative Business for Executives & Entrepreneurs. Nel
2020 ha avviato la propria società di venture business “Agora Productions” in collaborazione con altri due soci, con l’obiettivo di coniugare i vari
aspetti delle sue passioni nel settore creativo. Agora Productions ha prodotto uno spot pubblicitario per la nuova auto di Pininfarina, la Battista:
l’auto elettrica più veloce e costosa mai realizzata; spot interamente girato nelle Alpi svizzere. Una volta terminato il progetto, causa Covid, per i
successivi 2 anni è stata vietata qualsiasi forma di ripresa pubblicitaria. Nel 2021-2023 Maximilian ha iniziato a lavorare come Social Media
Manager per un marchio di e-commerce. Nel 2023 ha prodotto il video musicale per la nuova canzone di Maricka Hackmann intitolata “No
Caffeine”. Recentemente si è trasferito in Italia dove sta dedicando il suo tempo a concentrarsi sulla fotografia e a costruire il proprio marchio. Nel
2024 è l’illustre Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza ad invitarlo nel Progetto “Scenari” con una mostra personale dal titolo “Nella
sfera del mondo” al Plus Florence di Firenze. Del suo lavoro ha scritto lo Storico dell’Arte Carlo Franza.
Loi di Campi nasce a Campi Salentina nel 1948. Vive e lavora a Desio. Dopo una breve esperienza come docente nelle scuole medie e
superiori, negli anni 80 fonda assieme alla moglie una ditta di ceramiche artistiche, con il marchio DE.AR. Inizia così una feconda esperienza
espositiva internazionale, partecipando alle più importanti fiere del settore ceramiche d’arte per più di 20 anni. Parallelamente affianca
all’esperienza del manufatto d’arte la pittura, sempre nella costante e rigorosa espressività di ricerca. Così la pittura di Loi di Campi è densa di
vitalità cromatica, secondo un procedere compositivo astratto. Dalla fine del 2012 ad oggi si concentra sul bianco, e le superfici diventano
campo per architetture futuribili. Nascono strutture bianche a più dimensioni, vere e proprie scenografie plastiche. Città che vanno oltre la
dimensione immaginativa per un sogno nell’etere ufologico. Nella costante contaminazione linguistica dell’arte multimediale, Loi di Campi non
trascura la ricerca, esercita la sperimentazione con l’aiuto dell’elemento interdisciplinare del computer design. Realizza opere con
accavallamenti e accostamenti di superfici colorate precedentemente riprese ed elaborate. Nasce così un ulteriore “gioco” poetico di
metamorfosi. Da non trascurare l’altra estetica che Loi di Campi esercita professionalmente: la musica. Si può certamente affermare che la
pittura non può fare a meno della musica. Ha tenuto mostre personali e collettive in più città. Nel 2015 è chiamato dall’illustre storico dell’arte
Prof. Carlo Franza, a tenere una mostra personale dal titolo “Novelle architetture” nel Progetto “Scenari” al Plus Florence di Firenze e una
seconda dal titolo “Aisberg. Moduli e geografie” al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d’Europa”. Del suo lavoro ha scritto il Prof. Carlo
Franza. Nel 2016 con una giuria presieduta dallo Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza vince a Firenze il Premium International
Florence Seven Stars. Nel 2018 l’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza lo invita a tenere una sua personale dal
titolo “Oltre la superficie” al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d’Europa”; poi nel 2019 ancora una personale al Plus Florence di Firenze
dal titolo “Elogio della superficie” e partecipa all’installazione “La Luna di Leopardi” al Plus Florence di Firenze per i 200 anni de L’Infinito di
Leopardi, invitato dal Prof. Carlo Franza. Nel 2021 procede all’installazione “Disseminazione di gocce” al Plus Florence di Firenze ancora
invitato dal Prof. Carlo Franza. Ed è ancora il Prof. Carlo Franza ad invitarlo nel Progetto “Disseminazione monumentale a Venezia” in
occasione della 59ma Biennale d’Arte a Venezia nel 2022. Nel 2022 tiene una mostra personale dal titolo “L’altra superficie” alla Fondazione
ATM di Milano nel Progetto “Nuovo Atlante delle Arti” a cura del Prof. Carlo Franza. Nel 2023 è l’illustrissimo Prof. Carlo Franza ad invitarlo a
tenere una mostra personale dal titolo “Fuochi di spazialismo informale” nel Progetto Scenari al Plus Florence di Firenze e successivamente
“Schedario della terra”. Nel 2023 tiene ancora a Firenze al Plus Florence presentato dallo Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza una personale di
nuovi lavori dal titolo “Un popolo di formiche”. Hanno scritto del suo lavoro vari critici fra cui più volte il Prof. Carlo Franza. Le sue opere si
trovano in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero. Del suo lavoro ha scritto testi il Prof. Carlo Franza e articoli su Il Giornale.it.
Aimé Maquignaz nasce nel 1946 a Valtournenche, in Valle d’Aosta, compie i suoi studi in Piemonte, e si laurea in giurisprudenza presso
l’Università Cattolica di Milano. Dopo aver dedicato diversi anni alla carriera politica, che l’ha visto Sindaco in Valtournenche prima e Consigliere
Regionale poi, si dedica alla gestione del suo albergo, il “Punta Maquignaz”, dove si svolge la sua principale attività di albergatore. Coltiva
inoltre la passione per la pittura. Compie una serie di viaggi in Europa, Africa, Russia, Giappone, Mongolia per imparare, studiare, guardare ma
soprattutto per sentire l’emozione di civiltà diverse. Quella di Aimé Maquignaz è una pittura che fonde realtà e immaginazione, segnata
dall’alternarsi di emozioni e colori, divisa tra osservazione della realtà e creazione fantastica. Egli scopre la possibilità di esprimere le
esperienze del viaggio fisico ma soprattutto di quello interiore attraverso la pittura, che si rivela energica, forte e passionale. Nel corso della sua
vita artista Aimé Maquignaz ha esplorato diversi percorsi pittorici, che vanno dall’informale fino ad un realismo magico, che esprime intense e
vibranti emozioni, dominate dal grande amore per l’ambiente, la montagna, il Cervino.
Mokhtar Jelassi è nato a Tunisi nel 1964, figlio di un attachè d’Ambasciata, per ragioni di lavoro del padre si è spostato nei diversi stati europei
dove ha frequentato le scuole internazionali e imparato varie lingue. E’ proprio nel 1984 che approda a Milano, si inserisce nell’ambiente
artistico frequentando Brera e il Bar Jamaica. In questi anni varie le sue discese in campo con mostre personali e collettive e l’approdo in
diverse case d’asta fra cui la Casa d’Aste Mecenate e la Casa d’Aste Poleschi. Nel 2017 la sua mostra a Milano nell’Ex Studio di Piero Manzoni
in Via Fiori Chiari nello storico quartiere di Brera, vi ritorna ancora con due personali nel 2018 e nel 2019. Nel 2018 è invitato dall’illustre Storico
dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza a tenere una sua personale dal titolo “Moderno e Postmoderno” nel Progetto “Scenari”
al Plus Florence di Firenze. Ancora nel 2018 vince il Premium International Florence Seven Stars (Premio dell’Europa) per la pittura,
assegnatogli sul Belvedere del Plus Florence di Firenze. Nel giugno 2019 è nuovamente l’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea
Prof. Carlo Franza ad invitarlo a tenere una sua personale dal titolo “Moderno e Postmoderno” nel Progetto “Strade d’Europa” al Plus Berlin di
Berlino. Ancora nel 2021 vince il Premium International Florence Seven Stars (Premio dell’Europa) come Ambasciatore dell’Arte, assegnatogli
sul Belvedere del Plus Florence di Firenze. Nel 2022 mostra personale dal titolo “Preziosità del simbolo” alla Fondazione ATM di Milano nel
Progetto “Nuovo Atlante delle Arti” a cura del Prof. Carlo Franza. Le sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero.
Patrizia Quadrelli è nata a Saronno nel 1958, dove vive e lavora. Diplomatasi al Liceo Artistico, ha poi frequentato il Dipartimento di Pittura
dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha sempre avuto una forte curiosità per i fenomeni dell’arte moderna e contemporanea. La sua naturale
inclinazione e l’attitudine al fare artistico e l’incontro nel 2015 con l’artista Marisa Settembrini ha fatto maturare il lei il desiderio di intraprendere
un percorso artistico di studio, ricerca e sperimentazione. Il fascino del vetro e dei materiali e la simbologia delle forme sono stati gli elementi
della sua iniziale ricerca, per giungere all’attuale lavoro più informale e segnico. Nel 2017 è invitata dal Prof. Carlo Franza con una mostra
personale al Plus Berlin di Berlino, e nel 2018, con una personale, al Plus Florence di Firenze e alla Rassegna “Cielo e terra. Omaggio a
Girolamo Comi” nel cinquantesimo della morte, a Palazzo Comi, Lucugnano (Tricase). Nel 2018 e nel 2019 ha partecipato alle mostre “Transiti
Contemporanei” e “La misura del respiro”, a Milano nella sede di Artestudio 26, ambedue curate dallo Storico dell’Arte Contemporanea Prof.
Carlo Franza. Sempre nel 2019 tiene una mostra personale dal titolo “I colori del sogno” al Plus Florence di Firenze. Nel maggio 2021 è sempre
l’illustre Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza ad invitarla a tenere una mostra personale dal titolo “Della poesia per frammenti” al Plus Florence di
Firenze nel Progetto “Scenari”, e nel settembre è presente alla mostra “Autoritratti e Ritratti” – Casa Museo Sartori – Castel d’Ario (MN). Tra il
2021 e il 2022 tiene una mostra personale dal titolo “Fra sogno e realtà” a Milano nello Spazio Contro Corrente nel Progetto Nuova Balconata
Milanese–Due, presentata dal Prof. Carlo Franza. Nel 2022 è ancora il Prof. Carlo Franza ad invitarla nel Progetto “Disseminazione
monumentale a Venezia” in occasione della 59ma Biennale d’Arte a Venezia, e nel Progetto installativo “Nuove Frammentazioni” al Plus
Florence di Firenze. Nello stesso anno, a settembre, è presente alla rassegna “Artisti per Nuvolari” – Casa Museo Sartori – Castel d’Ario (MN).
Nel 2023 è presente con grande mostra personale “L’imperfezione e l’infinito” al progetto “Mondi” del Prof. Carlo Franza, al Circolo degli Esteri-
Roma. Nel 2024 è invitata nel Progetto installativo “Nuove Frammentazioni” al Plus Florence di Firenze. Vanno segnalati anche l’assegnazione
nel 2021 del Premio della Giuria al Premium International Florence Seven Stars – nel 2022 del Premio della Critica al Premio delle Arti Premio
della Cultura.
Raffaele Scaglione nasce nel 1945, vive e lavora tra Milano e Finale Ligure. Ha tenuto mostre personali in più città italiane. Vince il Premio dei
Musei al Premio delle Arti-Premio della Cultura per l’edizione XXVI al Circolo della Stampa di Milano. Nel marzo 2015 è invitato dallo Storico
dell’arte Prof. Carlo Franza alla Mostra “I Quattro elementi del mondo” al Circolo della Stampa di Milano; evento per Expo 2015. E ancora nel
marzo 2015 l’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza presenta la sua mostra antologica dal titolo “Buonasera” a
Palazzo Borghese a Firenze nel Progetto “Il museo dei musei”; evento per Expo 2015. Nel 2016 vince a Firenze il “Premium International
Florence Seven Stars”. Nel maggio 2017 è chiamato dall’illustre storico dell’arte Prof. Carlo Franza, a tenere una mostra personale dal titolo
“Buonasera” al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d’Europa”. Nel 2017 viene nominato Ambasciatore dell’Arte nella XXIX edizione del
Premio delle Arti – Premio della Cultura a Milano. Nel 2018 partecipa invitato dal Prof. Carlo Franza alla mostra “Del possibile presente” in
occasione del Salone del Mobile a Milano. Nel 2019 partecipa all’installazione “La Luna di Leopardi” al Plus Florence di Firenze per i 200 anni
de L’Infinito di Leopardi, invitato dal Prof. Carlo Franza; nello stesso anno vince il Premio alla Carriera al Premium International Florence Seven
Stars edizione 2019 a Firenze. Nel 2021 è presente con mostra personale dal titolo “Ragione e follia divina” alla Fondazione ATM di Milano nel
Progetto “Nuovo Atlante delle Arti” a cura del Prof. Carlo Franza.
Eugenia Serafini, Docente universitaria, artista e scrittrice/performer, giornalista, si è laureata in Lettere Classiche all’Università La Sapienza di
Roma ed è stata allieva del grande e illustre Natalino Sapegno. Figura complessa e interessante, è stata Docente di Storia dell’Arte
dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e dell’Accademia dell’Illustrazione e della Comunicazione Visiva di Roma, e dal 1999 Docente di Disegno
dell’Università della Calabria. E’ nata a Tolfa (RM), piccolo e attraente borgo etrusco, nel 1946 e il suo percorso culturale l’ha portata a diventare
artista di spicco nell’arte contemporanea internazionale. Poeta performer e installazionista, lavora da anni alla contaminazione intermediale e
all’arte totale, utilizzando e fondendo gli apporti di diversi rami creativi: da quello visivo-digitale a quello teatrale, poetico e musicale che utilizza
nella creazione delle sue installazioni performative. Direttrice editoriale dell’Artecom-onlus, ne ha ideato e dirige la Collana di Libri d’Artista e la
Sezione per l’Ex-libris ed è responsabile delle rubriche di Arte e Letteratura Contemporanea della rivista FOLIVM. Numerose le sue
pubblicazioni di saggi e monografie di artisti moderni e contemporanei. Vanta una vasta produzione di scrittura creativa e libri d’artista. Una
delle sue ultime pubblicazioni è il bellissimo volume di poesia visuale e performativa con CD delle sue Performances, “Canti di cAnta stOrie”,
Roma 2008, presentato dall’indimenticabile professor Mario Verdone che le è stato vicino per tanti anni nel suo percorso artistico ed
esistenziale. Realizza da anni eventi di Cultura sul Territorio nella città di Roma ed eventi multimediali con partecipazioni internazionali di
altissimo livello. E’ stata invitata a Stages, Simposi e Installazioni performative in Italia, U.S.A., Europa Orientale, Egitto, Francia, Romania,
Ucraina e ha fondato nel 1998 il Museo di Arte Contemporanea “Micu Klein” di Blaj, in Romania. Sue opere si trovano nei Musei di questi paesi
e in Collezioni private. Tra le partecipazioni recenti: 53^ Esposizione Internazionale d’Arte la Biennale di Venezia, 2009; 66^ Mostra
Internazionale del Cinema di Venezia nel film “POETI” di Tony D’Angelo; Premio Sulmona 1998, 2006, 2008; 52^ Esposizione Internazionale
d’Arte la Biennale di Venezia, 2007; A.R.G.A.M.- Primaverile Romana 2005; Premio Michetti 2003; Premio Italia per le Arti Visive 2001. Ha vinto
il Premio Leone d’Argento per la Creatività della Biennale di Venezia 2013. Nel 2021 è invitata dallo storico dell’Arte prof. Carlo Franza a tenere
una mostra personale dal titolo “Sguardo a oriente” nel progetto Mondi al Circolo Esteri del Ministero Affari Esteri per il ventennale della
Collezione Farnesina, Roma.
Marisa Settembrini è nata nel 1955. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e la Kunst Akademie di Monaco di Baviera, è stata Titolare
della Cattedra di Pittura al Liceo di Brera. La sua attività parte dal 1976 con l’invito alla mostra “La nuova figurazione italiana” al Palazzo dei
Congressi di Roma, per conto della Quadriennale Romana. Numerose le mostre personali in Italia (Roma, Firenze, Venezia, Alcamo, Lecce,
Todi, Milano, Erice, San Vito Lo Capo, Pavia, Brescia, Sondrio, Loreto, Teglio, Mantova, Recanati, Matera, Genova, Napoli, ecc.) e all’estero
(New York, Monaco di Baviera, Berlino, Dusseldorf, Praga, Londra, Parigi, ecc.), e le partecipazioni a importanti rassegne. Presente in vari
Musei stranieri e italiani. Ha vinto il Premio Lyceum per la grafica nel 1984, per la pittura nel 1994 il Premio Cortina, nel 1995 il Premio Saint
Vincent, nel 1996 il Premio Bormio e il Premio Milano, il Premio Turris Magna- Città di Tricase, il Premio delle Arti- Premio della Cultura nel
2000 e nel 2003, il Premium International Florence Seven Stars-Grand Prix Absolute nel 2017, nel 2018 il Premio Artecom per la Cultura a
Roma alla Biblioteca Vallicelliana e insignita dell’onorificenza di Ambasciatrice dell’Arte a Firenze. Nel 2011viene invitata a partecipare alla
54ma Edizione della Biennale di Venezia. Nel 2019, promossa dalla Regione Marche-Assessorato alla Cultura e dal Comune di Recanati-
Assessorato alla Cultura tiene una personale dedicata al poeta Leopardi per la ricorrenza dei 200 anni dell’Infinito; e poi a Matera capitale della
Cultura 2019. Nel 2021 tiene una personale a Roma per il Ventennale della Collezione Farnesina, promossa dal Circolo Esteri del Ministero
degli Esteri. Nel 2022 è invitata in un Progetto/Biennale di Venezia 2022 dal titolo “Monumentalmente”. Della sua arte hanno scritto critici e
scrittori italiani e stranieri, da Giulio Carlo Argan a Luigi Carluccio, da Antonio Del Guercio a Enzo Fabiani, da Ferguson a Carlo Franza, da
Virgilio Guzzi a Domenico Montalto, da Elisabetta Muritti a Nello Ponente, da Franco Russoli a Roberto Sanesi, da Walter Schonenberg a
Marco Valsecchi, e ancora Fulvio Papi.
Silvio Zampieri è nato a S. Giovanni Lupatoto Verona il 12/12/1940, si è imposto fin dalla prima giovinezza per la sua passione per il disegno,
la visita ai Musei, lo studio dell’arte antica e moderna. A ventisette anni si afferma nel Comune di Vigasio, ove nel 1967 gli viene assegnata la
medaglia d’oro per la prima opera ad olio in grigio. Infatti, particolare esaltazione estetica assume ben presto la sua ricerca della dissolvenza
della luce, della rarefazione delle atmosfere, sulla scia dello sfumato leonardesco di ascendenza lombarda. Nel 1975 è tra i firmatari
dell’indirizzo estetico dei “Luministi Padani”, e col sodalizio partecipa alle varie mostre collettive, tra le quali ricordiamo quelle tenute al Club del
Collezionista di Milano, al palazzo della Gran Guardia di Verona ed al Museo di Via Sant’ Andrea di Milano. Nel 1991 al Circolo della Stampa di
Milano viene tenuta una lectio magistralis dal Prof. C. Franza per la storicizzazione e la poetica del II° Chiarismo di Silvio Zampieri. Nel 1996 al
Circolo della Stampa di Milano presentazione ufficiale del II° Chiarismo con Silvio Zampieri quale caposcuola non ché di un gruppo di pittori
appartenenti a detto movimento. Da allora è tutto un susseguirsi di mostre. La prima personale risale al Circolo Ambrosiano: “Omaggio al poeta
Ungaretti”. Silvio Zampieri da alcuni giustamente definito PITTORE DELLA LUCE, nel panorama della pittura italiana di questo fine secolo, per
molti versi sbilanciato, l’Artista e l’intera sua poetica, bene riflessi dalle sue opere, possono essere considerate un sicuro punto di riferimento,
dove diversi equilibri trovano realizzazione. I suoi dipinti, da sempre ben accolti dal pubblico e con interesse crescente dalla critica
specializzata, continuano sempre più a riscuotere consensi in parecchie città dell’Italia e in quelle estere, come Parigi, Lugano, Nizza. Sue
opere sono presenti al Museo di Luino, nelle sale del Consolato del Kuwait ed alla Pinacoteca di Ruffano, al Museo Internazionale Mariano di
Arte Contemporanea (M.I.M.A.C.) e alla Pinacoteca di S. Vito Martire di Tricase (Le). Silvio Zampieri vive e lavora a Milano.
Biografia del curatore
Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a
Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove
tuttora risiede. Allievo e Assistente Ordinario di Giulio Carlo Argan all’Università La Sapienza di Roma. Professore Straordinario di Storia
dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano,
nell’Università della Slesia e in altre numerose Università Estere. Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic
Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel
Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano – Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico
di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E’ Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l’Arte
Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il
Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari
dell’arte”. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più
importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Fa parte del Comitato Scientifico di importanti Archivi
per l’Arte (Archivio Arturo Vermi- Milano, ecc.). Dal 2022 è nel Comitato di indirizzo della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi presso l’Università
di Milano. E’ Giudice aggregato (dal 2022 al 2025) in Corte d’Assise d’Appello di Milano. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio
Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti Premio della Cultura
nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la
Critica d’Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica
d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protagonista della Cultura 2020.

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