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I tesori del mare nei colori di Ronda

| 17 Maggio 2024 | ATTUALITÀ, CULTURA, EDITORIALE, IL FORMAT, INTERVISTA, NOTIZIE

E’ un figlio della pianura, eppure pochi altri artisti come lui hanno saputo raccontare il mistero del mare e i meravigliosi universi che abitano le sue profondità.

Parliamo di Ronda, l’artista caravaggino che attraverso il ciclo dei fondi marini ha trovato la cifra stilistica che in questi anni lo ha reso immediatamente riconoscibile e conosciuto. Si tratta di una serie di tele dal forte impatto visivo nelle quali l’indiscutibile talento coloristico del pittore bergamasco può esprimersi a tutto tondo, rivelando le emozioni che una tavolozza adoperata con oculata sapienza può regalare.

“iniziai a dipingere i fondi marini non tanto per l’amore del mare in sé, confessa candidamente lo stesso artista, ma perché sentivo l’urgente necessità di lavorare su un soggetto che non mi costringesse entro le briglie soffocanti di forme troppo rigide e, al contempo, mi offrisse infiniti spunti per il colore.”

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E’ soprattutto l’amore per il colore dunque quello che viene sempre al primo posto. E del resto lo scrisse bene anche Maria Concetta Verratti nella presentazione di un’importante esposizione milanese, allestita per il maestro qualche tempo fa: “Ronda avverte come artista l’urgenza del colore: per lui le immagini della realtà sono solo lo spunto, l’occasione per far esplodere la luce nei suoi componenti, che sono appunto i colori.”

Sotto il profilo tecnico, nei suoi fondi marini quasi sempre la “figura” occupa gran parte della tela, nascondendosi e confondendosi con lo sfondo della stessa. Il campo visivo è ridotto all’essenziale e rende totalmente partecipe l’osservatore. Vi è un sapiente accostamento di colori complementari, che si contrastano e si esaltano a vicenda. Non esistono, in queste sue tele, linee scure che fanno da contorno, ma solo colore, che diventa luce , e luce, che diventa vita.

E si arriva, in questo modo, proprio dritti al cuore del personalissimo espressionismo rondiano, che certamente non può più essere quello arrabbiato e borderline dei lontani pionieri del secolo scorso, ma che assume al contrario una valenza più umana e positiva. E’ un’arte, la sua, che non cerca lo scontro, ma l’incontro. E a ben pensarci, considerando la storia dell’uomo su questo nostro sanguinoso pianeta, forse nell’inno alla vita incarnato dai meravigliosi prati sottomarini di Ronda, c’è la risposta più coraggiosa, controcorrente e non violenta che un vero artista contemporaneo oggi possa donarci.

Roberto Franzini

TAG: #espressionismo rondiano, #pittura ad olio, Arte, ronda
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