In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, l’Italia si è fermata in un potente segno di solidarietà e mobilitazione per l’uguaglianza di genere. Dalla scuola alla sanità, passando per altri settori produttivi, tranne i trasporti, il paese ha risposto all’appello dello sciopero generale per rivendicare una serie di diritti fondamentali e sfidare le disuguaglianze presenti nella società contemporanea.
L’intervento del Garante ha ridimensionato lo stop nei trasporti, ma non ha impedito che il movimento di protesta si diffondesse ampiamente attraverso molte altre categorie professionali. Le motivazioni dietro questa manifestazione sono varie e riflettono le molteplici sfide che le donne affrontano quotidianamente.
Tra le principali richieste ci sono la lotta contro i femminicidi, la promozione di un salario minimo equo, l’opposizione all’autonomia differenziata e allo smantellamento dello Stato sociale, nonché la richiesta di fermare i conflitti in corso in Ucraina e Palestina.
Numerose sigle sindacali hanno aderito allo sciopero generale, dimostrando l’ampia base di sostegno e solidarietà dietro questa iniziativa. Tra le aderenti ci sono Flc CGIL, Slai Cobas, Adl Cobas, Cobas Usb, Cobas Sub, Osp Faisa Cisal, Usi Cit, Clap, Si Cobas, Cub Trasporti, Uitrasporti, Usi 1912, Flaei Cisl e Uiltec Uil.
Lo sciopero generale dell’8 marzo è un momento significativo di mobilitazione e consapevolezza, sottolineando l’importanza di continuare a lottare per un futuro più giusto e inclusivo per tutte le persone, indipendentemente dal genere.