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Coronavirus, arrestato il Prof. Charles Lieber. Quanti hanno pubblicato la notizia?

| 11 Aprile 2020 | ATTUALITÀ
Coronavirus

Si fa sempre più fitto il mistero, che gira intorno al virus. A noi arriva solo quello che deve arrivare, del resto viviamo in “democrazia”…e guai a fare domande. La notizia non è fresca è più di due mesi fa, ma è rimasta nel silenzio più totale, facendo nascere ancora di più mille sospetti.

Scordiamoci il pipistrello untore alla Batman e parliamo di cose serie. Il Professor Charles Lieber, presidente del Dipartimento di Chimica e Biologia Chimica dell’Università di Harvard, è stato arrestato perché ha intascato 1,5 milioni di dollari dai cinesi per aver fornito segretamente il suo aiuto a creare una ricerca in un laboratorio.

La notizia pubblicata sulla CBS Boston è stata ripresa dal sito https://autismovaccini.org/ e noi per dovere la pubblichiamo. Coincidenza vuole che il laboratorio in questione ha sede nella città cinese di Wuhan, epicentro della epidemia da Coronavirus.

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Il Prof. Lieber è accusato dal Dipartimento della Giustizia americano per aver mentito sulla sua partecipazione al Piano dei Mille Talenti in Cina, che si rivolge a scienziati e ricercatori stranieri disposti a portare la loro esperienza in Cina in cambio di finanziamenti per le ricerche di laboratorio.

Il Prof. Lieber è anche accusato di mentire in merito a un contratto redditizio che ha firmato con l’Università di Tecnologia di Wuhan e aver guidato un gruppo di ricerca di Harvard, incentrato sulle nanoscienze, apparentemente sconosciuto alla stessa università statunitense.

Il lavoro del Prof. Lieber spaziava dalla ricerca di nuovi progetti per produrre materiali in nanoscala fino alla creazione di sensori nanoelettronici, e allo sviluppo di “tessuti cyborg”, che avrebbero integrato i dispositivi nanoelettronici nel tessuto sintetico. Probabilmente non avrà a che fare con la propagazione di una malattia virale, ma sicuramente è qualcosa di più inquietante in quanto trattasi di “nanotecnologie” onde rendere perfetta la “simbiosi fra l’uomo e le macchine intelligenti”.

Insieme al Prof. Lieber sono indagati anche due “studenti” cinesi che lavoravano come assistenti di ricerca. Yanqing Ye, 29 anni, attualmente in Cina, ha lavorato alla Boston University ed è accusata di “mentire sulla sua posizione di capitano dell’esercito cinese, aver commesso una frode sui visti, aver reso false dichiarazioni, aver agito come agente di un governo straniero, cospirazione”.

Zaosong Zheng, 30 anni, ricercatore oncologico sponsorizzato da Harvard University, è stato arrestato all’aeroporto internazionale Logan di Boston con l’accusa di aver fornito dichiarazioni false e aver tentato di contrabbandare 21 flaconi di “campioni di materiali biologici“ e altri materiali di ricerca rubati dai laboratori statunitensi. L’inchiesta federale rientra nella strategia del Governo americano per contrastare spionaggio e furti di brevetti, progetti, ricerche.

Un’azione spesso sviluppata all’interno dei più famosi atenei statunitensi e istituti di ricerca che già in passato aveva fatto emergere numerosi scandali riguardanti i cosiddetti “trafficanti di virus“. Lo scorso 24 gennaio la rivista scientifica The Lancet ha pubblicato questo articolo: le caratteristiche cliniche dei pazienti infettati dal nuovo coronavirus del 2019 a Wuhan, in Cina.

Da un’attenta lettura dell’articolo si trova la conferma che il luogo principe del focolaio non è alcun rivenditore del mercato ittico, suggerendo inoltre la possibilità che un’arma biologica (originaria di un laboratorio canadese di armi biologiche) sia stato messo in circolazione per finalità tutt’altro che filantropiche.

Esattamente come accade con l’inizio dell’epidemia Ebola nel 2014. Lo scorso 23 gennaio appare sul sito del DailyMail un articolo, dal quale si apprende che la Cina ha costruito un laboratorio a Wuhan per studiare la SARS e il virus Ebola, e gli esperti statunitensi di biosicurezza hanno già avvertito nel 2017 che un virus potrebbe “sfuggire” alla struttura.

TAG: Charles Lieber, Cina, coronavirus, traffico di virus
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