Lascio la direzione del giornale, ma non il giornale. Una scelta maturata per motivi personali e per diversità di vedute che non necessariamente vanno iterpretate in modo in negativo: spesso la diversità è ricchezza e io ne faccio tesoro per rafforzare questa mia decisione.
Tutto inizia e tutto finisce. Ma niente si distrugge. Il Format è una bella realtà che ha saputo guadagnarsi il suo posticino nel web, avvalendosi di collaboratori pazienti e preparati che hanno arricchito le nostre pagine. Continuerà a farlo, ne sono sicura. Così come continuerò a farlo anche io, da semplice collaboratore.
Il motto di questo giornale è “Liberi di scrivere”. Lo siamo tutti, lo siamo sempre stati. Ma anche la libertà, proprio per essere garantita a tutti, necessità di regole da rispettare. Regole che, a seconda dell’interpretazione, ci rendono più o meno scrupolosi. Io forse lo sono troppo o lo sono poco, non si sa.
E’ stato bello guidare questa avventura e sarà ancora più bello seguirla, da cronista, con i miei contributi e con gli occhi puntati non sulla notizia, ma sulla verità. Quella cara a tutte le firme de Il Format.
Lascio la supervisione a chi verrà dopo di me e torno a prendere il taccuino. Per chi come me, viene da quella che comunemente chiamano “gavetta”, fatta di sacrifici, delusioni, sogni infranti e piccole soddisfazioni sudate, è una boccata d’aria non indifferente. La nostra libertà e il nostro essere Giornalisti è tutta lì. Non nei titoli, non in quello che abbiamo fatto. Per noi parlano i nostri articoli, la nostra passione e non il piangerci addosso, il voler apparire eroi a tutti i costi, paladini di questo o di quell’altro, in una continua esaltazione del sé. No! Gli animali da palco lasciamoli ai talk show. Noi dobbiamo solo scrivere ciò che vediamo. E questo può piacerci o non può piacerci. E’ nostro dovere.
Ecco, più che un mestiere, il nostro è un dovere.
Elena Ricci, già direttore responsabile.