
LA VIOLENZA SULLE DONNE: UN EMERGENZA CHE
RICHIEDE SOLUZIONI IMMEDIATE
Un emergenza che non possiamo ignorare. Negli ultimi anni, il numero di femminicidi e aggressioni
contro le donne ha raggiunto livelli allarmanti. Solo nel 2023, in Italia sono state uccise 117 donne
su un totale di 334 omicidi, una tendenza che sembra non arrestarsi nonostante le campagne di
sensibilizzazione e le misure di prevenzione.
Secondo i dati ISTAT, il 31,5% delle donne ha subito violenza fisica o sessuale almeno una volta
nella vita, con il 5,4% vittima di stupri o tentati stupri. Un altro dato inquietante: il 13,5% delle
donne tra i 15 e i 70 anni ha subito molestie sessuali sul luogo di lavoro.
Questi numeri raccontano una realtà chiara: la sicurezza delle donne è una questione urgente e
ancora irrisolta. Ma cosa possiamo fare concretamente per invertire questa tendenza?
Milano: una città che fa paura alle donne
Il problema della sicurezza a Milano riguarda tutti, dalle cittadine comuni ai personaggi noti.
Numerose testimonianze evidenziano come anche le zone centrali possano essere teatro di episodi
di violenza.
Un esempio è Elenoire Casalegno, che ha raccontato di essere stata inseguita e aggredita in pieno
giorno nella zona di Porta Nuova. Solo l’intervento di un passante ha evitato conseguenze peggiori.
La sua vicenda si aggiunge a molte altre, che confermano quanto il senso di insicurezza sia diffuso
tra le donne in città.
Milano, spesso definita la capitale economica d’Italia, è anche una delle città dove le donne si
sentono più vulnerabili. Nel primo semestre del 2021, la rete antiviolenza della città ha assistito
2.184 donne, di cui 560 si sono rivolte per la prima volta a un centro antiviolenza. 971 hanno
intrapreso un percorso di uscita dalla violenza, mentre 50 sono state ospitate nelle case rifugio.
Numeri che dimostrano come la paura sia una costante nella vita quotidiana di molte donne e
quanto sia necessario un sistema di protezione più efficace e immediato.
Casi di femminicidio: cosa sarebbe cambiato con un
allarme immediato?
Negli ultimi anni, alcuni femminicidi hanno scosso profondamente l’opinione pubblica. Molte
vittime non sono riuscite a chiedere aiuto in tempo. In questi casi, strumenti di emergenza
immediati avrebbero potuto fare la differenza.
Come un’app di sicurezza avrebbe potuto cambiare il destino di molte
donne
Una tecnologia di emergenza efficace, accessibile e rapida avrebbe potuto salvare molte vite. Se
le vittime avessero avuto la possibilità di attivare un allarme immediato, le probabilità di salvezza
sarebbero aumentate drasticamente.
Ecco alcuni esempi reali di femminicidi che, con strumenti come Help Me Now, avrebbero potuto
evolversi in modo diverso:
Giulia Tramontano (2023): uccisa dal compagno mentre era incinta di sette mesi. Se avesse
potuto attivare un allarme immediato, la sua posizione sarebbe stata rilevata in tempo reale
per un intervento più rapido.
Sara Di Pietrantonio (2016): seguita, aggredita e bruciata viva dal suo ex. Un SOS
geolocalizzato avrebbe potuto segnalare la sua posizione prima che fosse troppo tardi.
Pamela Mastropietro (2018): scomparsa senza che nessuno sapesse dove fosse. Con un
sistema di tracciamento attivo, le forze dell’ordine avrebbero avuto un riferimento preciso
per le ricerche.
Oltre a questi casi, ci sono centinaia di donne che ogni anno subiscono aggressioni, stalking o
tentati femminicidi. Help Me Now nasce per offrire uno strumento di difesa immediato,
accessibile a tutti, che possa prevenire tragedie come queste.
Dalla difesa delle donne a un sistema per tutti: nasce
Help Me Now
Tre sviluppatori italiani hanno creato Help Me Now, un app progettata per offrire una risposta
immediata a chi si trova in pericolo. Inizialmente pensata per proteggere le donne, ha dimostrato di
essere uno strumento utile per tutti.
L’app è completamente gratuita e disponibile su www.helpmenow.me .
Come funziona?
Help Me Now consente agli utenti di inviare un allarme immediato ai propri protettori (helpers)
senza alcun limite nel numero di contatti fidati.
Ecco le principali funzionalità:
Allarme immediato: con un solo tocco, l’utente può inviare una richiesta di aiuto tramite
email, SMS e notifiche push.
Geolocalizzazione in tempo reale: la posizione dell’utente viene condivisa
automaticamente con i protettori per un intervento tempestivo.
Invio di foto, video e messaggi vocali: chi si trova in pericolo può documentare la
situazione per favorire un’azione rapida.
Timer di sicurezza: se l’utente non disattiva il timer entro un certo tempo, l’app invia
automaticamente un allarme.
Numero illimitato di protettori: gli utenti possono aggiungere un numero illimitato di
contatti di fiducia.
Un’app sociale completamente gratuita
Tutte le risorse per lo sviluppo e il mantenimento del progetto provengono da fondi personali, senza
finanziamenti esterni o sponsorizzazioni commerciali. Nessun costo nascosto, solo il desiderio di
offrire uno strumento di protezione efficace e libero per tutti.
Per ulteriori informazioni o per restare aggiornati sugli sviluppi del progetto, è possibile visitare il
sito ufficiale www.helpmenow.me o seguire la pagina Facebook dedicata.
Un appello ai media, istituzioni e aziende
Per fermare la violenza sulle donne non basta indignarsi sui social. Serve un azione concreta.
Invitiamo media, istituzioni e aziende a sostenere la diffusione di Help Me Now. Più persone
conoscono e utilizzano l’app, maggiore sarà la protezione per chi si trova in difficoltà.
� Scaricare un’app può fare la differenza tra sentirsi insicuri e avere un aiuto immediato.
� La sicurezza non deve essere un privilegio, ma un diritto per tutti.
� Per scaricare l’app direttamente, scansiona il QR Code qui sotto: