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Morti sul lavoro in aumento nel 2019. Non bisogna sottovalutare il fenomeno

| 22 Agosto 2019 | ATTUALITÀ

Nel silenzio quasi generale dei media o forse sommerso nella confusione di una crisi di governo quanto mai chiassosa, arriva il dato semestrale sulle morti sul lavoro. Sono purtroppo in aumento quelle che vengono definite morti bianche. Mai però locuzione fu più sbagliata.

Il colore bianco, associato a tali morti, allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’incidente, con spirito quasi consolatorio e fatalista. E invece no! Il fatto che ancora molte persone che si recano a lavoro non facciano poi ritorno a casa deve sollevare interrogativi in tutti noi.

Se parliamo di sicurezza sul lavoro la risposta immediata, da ripetere quasi a pappardella, è citare il famigerato D.Lgs 81/08. Ancora troppe persone però ne ignorano o trascurano i contenuti. Quella che manca innanzitutto è la cultura della prevenzione; si investe ancora poco in formazione e informazione, ritenute pratiche superflue che sottraggono tempo alle effettive ore di lavoro.

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Gli stessi corsi ai quali i dipendenti partecipano vengono percepiti come un noioso ritorno fra i banchi, questo perché i lavoratori non hanno ancora acquisito la coscienza di essere soggetti attivi che devono cooperare nella determinazione e nella valutazione delle proprie condizioni di lavoro e dei rischi ai quali sono sottoposti. Una strage silenziosa, non può essere chiamata differentemente.

Nel 2018 l’Inail ha registrato 704 morti in ambito lavorativo (calcolando anche quelli in itinere si arriva a 1.218). Il trend purtroppo in crescita è confermato dai primi dati di quest’anno: nei primi sei mesi del 2019 i casi mortali denunciati sono stati 482.

Come porre un freno a questa piega? Gli strumenti rimangono sempre gli stessi: maggiori controlli, investimenti sulla prevenzione, lotta al lavoro nero. Ricette utili e valide, ma che ancora trovano difficoltà nell’essere attuate.

Il comma 445 dell’Art.1 della passata legge finanziaria ha previsto un inasprimento delle sanzioni per la violazione del Codice sulla sicurezza del lavoro. Sanzioni ancora più pesanti se il trasgressore sia in stato di recidiva per le stesse cause. Un passo importante, ci mancherebbe, ma l’effetto deterrente non sembra ancora aver prodotto i risultati sperati.

Di sicuro serve da parte di tutti uno sforzo per mantenere alta l’attenzione su questo fenomeno: il primo e più grave peccato che potremmo commettere è relegare queste morti tragiche a inevitabili fatalità.

TAG: #Morti bianche, lavoro, sicurezza
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