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La notte della Repubblica

La sentenza della Corte di Cassazione sulla strage di Viareggio del giugno 2009 rappresenta un problema che non è solo giuridico, ma più ampiamente sistemico. Pone infatti fondati dubbi sulla validità del nostro sistema democratico e sulla tenuta dei principi condivisi che ne sono alla base. Trentadue persone, fra cui molti bambini totalmente inermi, sono morti bruciati vivi nel loro letto, mentre dormivano in casa loro.
| 10 Gennaio 2021 | ATTUALITÀ, CRONACA

di Dott. Gian Pietro  Mosca,

Coordinatore Comitato  “No TAV merci in    Monza”.

La recente sentenza sulla strage di Viareggio del giugno 2009 rappresenta un problema che non è solo giuridico, ma più ampiamente sistemico. Pone infatti fondati dubbi sulla validità del nostro sistema democratico e sulla tenuta dei principi condivisi che ne sono alla base. Trentadue persone, fra cui molti bambini totalmente inermi, sono morti bruciati vivi nel loro letto, mentre dormivano in casa loro. Oggi la Suprema Corte ci dice che non c’è stato omicidio, neppure colposo, e quindi nessuno li ha uccisi. Evidentemente, verrebbe da pensare con macabro umorismo, i giudici debbono aver pensato alla sfortuna, quella di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Inevitabilmente vien da chiedersi : ma che democrazia è quella che non garantisce nessuna tutela ai più deboli ed ai comuni cittadini ? E non è tutto qui, perché le domande non sono finite. Che Stato è quello che invece garantisce vie fuga e probabile impunità ai potenti, espressione di una casta, anche politica, che non pare avere legge da temere. Basta avere soldi, molti soldi, e conseguentemente avvocati costosi perché esperti nell’azzeccagarbugli legislativo ed il gioco è fatto. Se non c’è possibilità di assoluzione, c’è però certezza di prescrizione.

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Voglio subito sgombrare il campo da possibili equivoci. Il giustizialismo preconcetto e precostituito è assolutamente da aborrire. Nessuno, in assenza di certezza di prove, può e deve essere condannato. La tragica storia del nostro paese è una sequela di eccidi per i quali vi sono state anche condanne, reclamate a gran voce dalla piazza urlante, ma la sicura prova di mandanti ed esecutori materiali non è certo stata raggiunta ed ancora si pendola nel campo delle ipotesi e degli scenari più vari. Ma questo non è il caso di Viareggio. Qui la dinamica dei fatti è chiarissima, certe sono le vittime ed altrettanto chiare le responsabilità di chi doveva garantire quel minimo di sicurezza ferroviaria che avrebbe evitato simile disastro. Nessuno infatti è stato assolto nel merito, non era possibile, ma tanti, quasi tutti, vengono prosciolti per decorrenza dei termini di prescrizione. E ci credo, dopo 12 anni, dicasi dodici anni, dai fatti come poteva non esistere il cavillo che avrebbe permesso di prescrivere il tutto o quasi tutto ? Per reati tanto gravi, come è possibile che ci sia voluto tanto tempo per giungere al 3° grado di giudizio ? Per un cittadino “normale”, privo delle armi economiche ed avvocatizie di cui sopra, ci sarebbero voluti gli stessi biblici tempi? Ed avrebbe goduto delle medesime attenzioni garantiste ? Questo è il dubbio di fondo che potrebbe finire per minare alla base la nostra democrazia, la sensazione, sempre più diffusa, che la legge non sia più uguale per tutti ma esistano ormai due piani giudiziari ben diversi e distinti. Uno inflessibile ed “ordinario” per i comuni mortali, l’altro per la cosiddetta casta dei potenti economici o politici, ed ancor di più se in possesso di entrambe le caratteristiche. Per quest’ultimi il percorso pare scientemente studiato sin dall’inizio e se non è possibile, per evidenza dei fatti, prevedere assoluzione è invece ormai usuale abitudine organizzare la prescrizione. Ma dove può andare uno Stato con due pesi e due misure ? Quanto può reggere di fronte alla indignazione ed alla rabbia popolare che proprio in queste ore la sentenza in oggetto sta scatenando ?  Quanto può diffondersi l’istinto a farsi giustizia da sé ed organizzare scorribande da far west ?

Sono questi i motivi per i quali la Cassazione  ha aperto una falla non solo giuridica, ma anche democratica. Non bastavano i timori sulla tenuta economica del sistema Italia, oggi si aggiunge la preoccupazione per un paese in pieno degrado istituzionale, anche, e forse soprattutto, giuridico legislativo. Una Giustizia diseguale per tutti, lo insegna la storia, non può garantire giorni radiosi alla nostra Repubblica ma solo un rapido crepuscolo verso la notte più cupa. La notte della Repubblica.

TAG: Cassazione, stato, stato di diritto, strage di Viareggio, treno merci
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