
Ancor prima del Decreto di marzo, che di fatto ha imposto il lockdown e la cessazione delle attività non essenziali nel nostro paese, a chiudere i battenti sono state le Università e le Istituzioni Scolastiche. Il motivo di tale scelta non è difficile da capire. Luoghi come questi, che ogni giorno raccolgono al proprio interno un numero altissimo di studenti, sono infatti ideali per la trasmissione e la conseguente diffusione del virus.
Le lezioni, gli esami e la didattica nel suo insieme, però, dovevano ovviamente andare avanti. In tempi piuttosto rapidi si è così passati dall’insegnamento tradizionale allo svolgimento delle funzioni scolastiche nelle modalità online.
Per quanto riguarda le lezioni, le possibilità sono molteplici. Ci sono professori che pre-registrano audio o video e caricano i contenuti sulle piattaforme di riferimento e altri, invece, che preferiscono la didattica in tempo reale, e utilizzano, per una comunicazione dove anche gli studenti possono intervenire e partecipare, canali come Skype, Zoom e Microsoft Teams. Questa ultima soluzione è stata applicata anche ai ricevimenti studenti-professori, sede, ad esempio, dei colloqui per le Tesi, e, soprattutto, agli esami. La sessione estiva non è ancora iniziata, ma per il momento la gestione della situazione è piuttosto buona.
Anche le lauree, che sono un evento d’importanza prima di tutto simbolica -perchè sanciscono la fine di un percorso e l’inizio di uno nuovo- si stanno svolgendo davanti a un computer. Certo è strano diventare Dottori in questo modo, senza una cerimonia vera e propria e senza i festeggiamenti con famiglia e amici. Per il benessere collettivo, però, rimarrà importantissimo sottostare alle regole del Governo.
Nel frattempo, in campo universitario, è utile pensare a tutti i miglioramenti già verificatisi fino a questo momento. E’ infatti innegabile che l’apparato digitale, l’online, è stato enormemente potenziato. L’Italia, in questo senso, era mediamente in ritardo rispetto ai paesi più avanzati e questa situazione di crisi, se non altro, l’ha spinta a investire più energie nel digitale.
L’opportunità di crescere sotto il punto di vista tecnologico ha coinvolto e continua a coinvolgere sia i Professori sia gli studenti, dimostrando che una comunicazione mediale, nella sua rapidità e nel suo annullamento delle barriere fisiche, è un guadagno per tutti. Sviluppare il lato digitale permette infatti di stare più al passo con i tempi e di potersi muovere in un contesto più dinamico e interconnesso.
Nonostante un netto progresso in questo settore, è anche chiaro che ci sono dei limiti legati ai fattori più diversi. Un problema non trascurabile, ad esempio, è quello della connessione. Chi non dispone di una buona connessione è infatti tagliato fuori dal circuito. Un altro problema è quello della digitalizzazione dei libri di testo. Sono ancora pochi, soprattutto tra quelli fuori produzione o tra alcuni manuali, i libri universitari che sono presenti in formato e-book o digitale. Nel 2020, in un’epoca che è destinata a farsi sempre più interattiva e crossmediale, è infatti importantissima la presenza dei libri in formato digitale.
La cosa che più manca, infine, è il contatto umano. Il trovarsi e lo stare insieme nel contesto universitario, dove ad essere condivisi sono non soltanto il sapere e l’apprendimento ma anche le piccolezze e gli attimi di vita, sono tutte assenze che si fanno sentire con intensità. Anche in questo caso, però, una situazione di svantaggio potrebbe rivelarsi fonte di grande insegnamento. Una volta tornati alla normalità, forse, non daremo più per scontato delle cose che prima ci apparivano tali, come andare in università, seguire delle normalissime lezioni e passare del tempo con i nostri amici.