“Se vedi il colore dei miei occhi sei troppo vicino! Stai almeno ad un metro.”
Questo quanto si legge sulle pettorine indossate dai commessi della Coop di Milano.
Una pettorina dal color giallo vivo, molto simile a quella portata dai ciclisti che, in strada, devono segnalare la loro presenza agli automobilisti.
Mantenere una certa distanza sociale, questo l’imperativo categorico imposto dell’epidemia di Covid-19.
Non essendoci ancora né cure né un vaccino, per il quale bisognerà attendere almeno fino al prossimo anno, l’unico rimedio in nostro possesso per arginare la diga dei contagi è stare lontani.
Niente abbracci, niente baci, niente strette di mano o qualsiasi altro gesto che possa comportare una rischiosa vicinanza.
Significativo come quest’epidemia abbia ridisegnato i confini sociali tra gli esseri umani, dando luogo ad un’insolita prossemica.
Infatti se è vero che la vicinanza fisica è un forte indice comunicativo, l’attuale distanziamento forzato lo è ancora di più.
Distanziamento forzato vuol dire anche, e forse soprattutto, solitudine: troppe le vite di malati Covid spezzate in un letto di ospedale senza la presenza dei propri cari e senza nemmeno la possibilità di una cerimonia funebre.
Un profondo senso di solitudine quello che, seppur in modo diverso, accomuna milioni di individui: studenti fuori sede che non possono tornare a casa, persone che risiedono in alloggi d’emergenza e gli innumerevoli senzatetto.
Come se la situazione non fosse già abbastanza stressante di per sé, a complicare il quadro l’imperversare di notizie e smentite.
Presidente della regione Lombardia Attilio Fontana
Domenica 5 aprile è entrata in vigore un’ordinanza firmata dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che rende obbligatorio in tutto il territorio regionale l’uso della mascherina ogni qualvolta si esca di casa.
In alternativa alla mascherina è necessario coprirsi naso e bocca con una sciarpa e/o foulard.
Misure ragionevoli certo ma che vanno incontro ad alcune contraddizioni: in primis la carenza di mascherine ed in secundis, ma non per importanza, la dubbia efficacia e funzionalità dell’utilizzo di una sciarpa/ foulard come soluzione alternativa.
Soffermiamoci sul primo aspetto, la mancanza di mascherine.
Carenza segnalata a più riprese, le mascherine sono ad oggi introvabili: esaurite in tutte le farmacie ed i rivenditori online, il loro prezzo è triplicato.
Come faccio ad indossare la mascherina quando esco di casa se non la possiedo?
Posso si ripiegare su un foulard ma è davvero efficace?
Domande queste che non trovano risposta.
Considerando la suddetta ordinanza sarebbe opportuno effettuare una distribuzione capillare di mascherine alla farmacie e controllarne i prezzi, così da non incorrere in truffe e fare in modo che la totalità dei cittadini possa beneficiarne.
Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli
A rendere questo provvedimento “un po’ disorientante”, come ha affermato il sindaco di Milano, la dichiarazione del capo della Protezione civile che fa sapere che non indosserà la mascherina.
La scelta di Borrelli è motivata dall’ossequioso rispetto delle distanze di sicurezza che renderebbe “inutile” l’uso del presidio.
Solo pochi giorni prima lo stesso Borrelli era stato criticato per via di alcune affermazioni circa le tempistiche del lockdown non in linea con quanto affermato ufficialmente dal premier Conte.
Com’era prevedibile la notizia ha fatto il giro del web, costringendo il capo della Protezione civile a smentire quanto precedentemente affermato.
Ora, capiamo bene che in un momento così delicato e complesso la necessità di un’informazione univoca, coerente e veritiera è doverosa.
Altrimenti si rischia di generare solo confusione ed incertezza.