L’incrociatore lanciamissili della marina statunitense USS Antietam ha navigato attraverso lo stretto di Taiwan, il braccio di mare largo 180 chilometri che divide l’isola omonima dalla Cina.
Considerando il tempismo dell’avvenimento, il passaggio della nave americana è un messaggio chiaro e tondo rivolto a Pechino. Proprio ieri il governo cinese ha presentato un documento che delinea la strategia di difesa nazionale. In questo documento si parla anche di Taiwan e si ribadisce ancora una volta l’intenzione di procedere alla riunificazione con le buone o con le cattive. In passato funzionari del governo cinese, compreso il presidente Xi Jinping, hanno sottolineato che la Cina non esclude l’uso della forza per procedere alla riunificazione di Taiwan – che considerano provincia separatista – con il resto del paese.
In sostanza, se il governo di Taiwan procederà lungo la strada per l’indipendenza Pechino è pronta a scatenare una guerra per far sì che ciò non avvenga. “Se ci sono persone che osano separare Taiwan dal resto del paese, le forze armate cinesi saranno pronte a fare la guerra per salvaguardare la sovranità, l’unità e l’integrità territoriale della nazione” ha dichiarato Wu Qian, portavoce del ministero della difesa, durante la presentazione del suddetto documento sulla strategia di difesa nazionale.
Le rivendicazioni indipendentiste di Taiwan e il separatismo delle regioni occidentali del Tibet e dello Xinjiang sono le principali minacce che, secondo il governo cinese, mettono in discussione la sicurezza, la stabilità e l’integrità territoriale del paese.
Subito dopo la riaffermazione, da parte dei funzionari governativi cinesi, del diritto all’uso della forza per compiere la riunificazione, gli americani decidono di far passare una nave da guerra proprio attraverso lo stretto di Taiwan. “Il transito della nave attraverso lo stretto di Taiwan dimostra l’impegno degli Stati Uniti a garantire un Indo-Pacifico libero e aperto” ha affermato Clay Doss, portavoce della Settima Flotta. “La marina militare americana continuerà a volare, navigare ed operare ovunque la legge internazionale lo permetta” ha aggiunto.
La mossa della marina americana non solo vuole affermare la libertà di navigazione ma vuole anche dimostrare il sostegno di Washington a Taiwan. A dimostrazione di quanto gli americani siano intenzionati a garantire la sicurezza dell’isola, due settimane fa il dipartimento di Stato americano ha approvato la vendita di armamenti ed equipaggiamenti militari a Taiwan per 2,2 miliardi dollari.
La marina americana ha eseguito numerose operazioni simili anche nel Mar Cinese Meridionale in risposta alle rivendicazioni territoriali e marittime della Cina. Per esempio, lo scorso 20 maggio il cacciatorpediniere USS Preble ha navigato entro le 12 miglia nautiche dall’atollo Scarborough, una piccola isola disabitata rivendicata da Cina, Taiwan e Filippine ma di fatto controllata da Pechino.