Genova è arrivata al limite! Le vittime della caduta del Ponte Morandi non sono state “solo” quelle 43 persone che hanno perso la vita nel crollo della struttura, ma anche tutte quelle persone e famiglie che hanno perso, oltre a cari, conoscenti, concittadini, anche le proprie case e attività.
Non esiste più destra o sinistra, non esiste più Lega, M5S, PD, esiste solo la rabbia, le lacrime, la disperazione. Questo è il credo politico dei sfollati di Genova che si sono riuniti in piazza e per le strade del Capoluogo Ligure, per rivendicare, non solo la propria casa, ma la verità e la dignità.
“Basta bugie! Vogliamo ora le risposte o blocchiamo la città!” questo è il grido dei cittadini genovesi. Ma non solo.
I Manifestanti hanno esposto dei cartelli con su scritto “Nessuna demolizione senza per noi una soluzione. Vogliamo rispetto”. Infatti le loro case, con al loro interno ancora i loro beni che non possono prelevare per motivi di sicurezza, sono destinati ad essere demolite. Questo è già deciso, ma ancora non si sa cosa sarà delle persone che un tempo vi ci abitavano.
“Quelli del Ponte Morandi”,come si sono firmati sui volantini che hanno sparso per la città, cercarono di assistere, non riuscendo per ovvi motivi di spazio, alla seduta congiunta comunale e regionale, che proprio ieri si è riunita per trovare una soluzione al problema che affligge i sfollati, e nel quale il Sindaco Genovese, Marco Bucci, ha dichiarato: “Abbiamo una commissione tecnica che ha fatto tutta una serie di richieste e in questa settimana io credo saranno messe in pratica e la settimana prossima potremo probabilmente dare un’idea di quali saranno le giornate in cui potranno accedere, ma la certezza al 100% non c’è”.
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, alle richieste di dignità e verità da parte dei manifestanti, ha risposto: “Il Governo sta predisponendo un provvedimento d’urgenza, un decreto legge per Genova e per le infrastrutture, in grado di soddisfare al meglio le esigenze di una comunità duramente colpita. Si tratta di tutelare in primo luogo le persone e le imprese danneggiate.
Il Governo metterà in campo forme di aiuto in ordine alle rate dei mutui che molte famiglie sono costrette a pagare su immobili che non possono più abitare. Inoltre, aiuterà le imprese, ricadenti nell’area del crollo del ponte, a riprendere i cicli produttivi, prevedendo forme di agevolazione fiscale o incentivi alla temporanea delocalizzazione. Attenzione sarà rivolta anche alle imprese dell’indotto, seppur ubicate esternamente all’area danneggiata, che stanno subendo danni economici”.
Il Ministro Aggiunse: “Già nelle prossime settimane istituiremo una banca dati, a livello centrale, che possa
acquisire tutte le informazioni riguardanti lo stato e la manutenzione di tutte le nostre infrastrutture. Questo intervento è indispensabile per passare dalla logica dell’emergenza alla logica della prevenzione. Questa banca dati ci consentirà di intervenire ciascuno per la propria competenza per mettere in sicurezza il patrimonio infrastrutturale pubblico”.
Inoltre, “Faremo in modo che vengano attuate ulteriori e più aggiornate verifiche tecniche sulle infrastrutture che fanno capo ai concessionari. Oltre a questo, il decreto disporrà l’applicazione di tecnologie avanzate di monitoraggio costante delle opere”.
Questa è la risposta del Ministro Toninelli, ma basterà?
“Quelli del Ponte Morandi” hanno già sentito promesse, e sono già stati caricati di parole, ma a loro interessano i fatti, cose concrete e tangibili come le case che hanno dovuto abbandonare e che saranno abbattute.
Si chiedono per quanto ancora dovranno aspettare, ma a questo, nessuno ancora riesce a rispondere.
Nessuna certezza, come già sottolineato dal sindaco Bucchi.
La buona volontà sicuramente c’è, ma la troppa burocrazia, lo scontro tra fazioni politiche che a nulla porta, l’incolparsi e il scaricarsi le responsabilità a vicenda, di questo sono stanchi i Genovesi.
Perché sono stati questi “giochi politici” ad impedire che il Ponte Morandi potesse ricevere la giusta manutenzione e le attenzioni dovute, ancor più venendo a sapere che sin dall’inizio vi erano difetti nella sua costruzione. Questa negligenza è stata fatale.
La politica prima di ogni cosa è responsabilità, non ricerca del potere o del consenso. Ma prima che gli attori politici comprendano veramente ciò, quanti edifici dovranno ancora crollare, quanta gente dovrà ancora morire, quante manifestazioni in piazza dovranno esser fatte e quante Città dovranno ancora far lutto? Speriamo al più presto, ma i Genovesi, così come molti altri italiani, di speranza, come di pazienza, ne hanno ben poca.