
Siamo nel nuovo millennio, il progresso corre e la tecnologia va di pari passo, anzi, forse più veloce.
Per fortuna, quasi tutti, hanno ampio accesso a telefoni supertecnologici che ci consentono di comunicare, vedersi, fare l’amore virtualmente; per fortuna abbiamo auto di ogni genere alla portata della massa, di modo che quasi tutti possano spostarsi liberamente e quotidianamente per andare a lavoro, per viaggiare; ancora per fortuna, le nuove tecnologie sono arrivate alla sanità dove quasi tutti hanno la possibilità di curarsi, di accedere a buone cure e forse di salvarsi; e per fortuna abbiamo palazzi e ville dove vivere, strutture moderne in grado di tenerci al sicuro dai pericoli della strada o della notte; e ancora, per fortuna, abbiamo i centri commerciali dove quasi tutti hanno la possibilità di acquistare tutto e subito, in teoria si potrebbe anche risparmiare il nostro prezioso tempo con la concentrazione del “tutto” in un paradossalmente, piccolo spazio…
Ma non sarà che tra un tweet e un like, tra le cose veramente importanti di questo millennio ci stiamo perdendo qualcosa?
Forse sto facendo riferimento alla moltitudine di persone sotto la soglia di povertà relativa?!
Tranquilli nel 2017, era solo il 15,6% della popolazione italiana, in aumento rispetto agli anni precedenti.
Forse sono gli stessi 9 milioni 368 mila individui che non avranno una super auto per spostarsi, non avranno un super telefono per condurre la loro vita sociale, non avranno una casa senza spifferi e con i termosifoni, non avranno la possibilità di pagarsi cure private per assicurarsi, forse, una miglior vita o il proseguo della stessa. Sono le stesse persone che non hanno avuto accesso a questo millennio, forse mancava loro la password oppure non ricordavano l’username, di certo non sono riusciti né a registrarsi né a recuperare le proprie credenziali.
Forse sto facendo riferimento all’amore e dipendenza dal dio denaro; dipendenza che porta ad essere così tanto indifferenti alla vita umana, al prossimo che saltano i lavori di manutenzione e adeguamento di palazzi storici, ponti e strade ed, inevitabilmente, crollano e purtroppo portano con sé diverse vite e, ciò che rimane, è il dito puntato contro, la rabbia e il giorno dopo la ripresa del proprio quotidiano lasciando che i corpi, ancora caldi nelle bare, siano dimenticati e con loro chi ha subito la perdita.
Forse sto facendo riferimento a quella tanto agognata globalizzazione, che da un punto di vista morale, culturale ed economico non sappiamo gestire perché ancora non pronti; non educati per affrontarla.
La globalizzazione ha reso un po’ tutto uguale, eliminando diverse unicità con la scusa d’esser tutti uguali, tutti un unico popolo; ma forse erano quelle unicità, dall’artigianato all’abbigliamento alle abitudini e usanze di un determinato luogo, che ci rendeva un unico popolo che nella diversità scopriva la propria ricchezza e la gioia del conoscere.
Ciò che si è ottenuto con la smania del progresso è equiparabile a ciò che si è perduto?