
È veramente una vicenda triste quella del crollo del ponte Morandi a Genova, una tragedia in cui non sono mancate le vittime, circa una quarantina accertate, e in cui non mancano di certo nemmeno i responsabili che, tra negligenza e taccagneria, hanno provocato questo funesto episodio.
Del crollo di questo ponte se ne sta parlando tutt’ora abbondantemente, ma di qualcosa ad esso direttamente e allo stesso tempo indirettamente collegato, per quanto di per sé assolutamente evidente, non se ne parla, perché impopolare. Del resto, la Verità e la giusta riprensione, impopolari, lo sono sempre state.
In seguito alla tragedia, i social sono esplosi in una vera caccia al lupo, o meglio, al ponte italiano pericolante, ma, alla fine dei conti, non importa nemmeno se i ponti in questione siano effettivamente pericolanti e nemmeno se siano situati in Italia, l’importante è che la colpa venga attribuita ai Governi nuovi (per i militanti di sinistra) o ai vecchi (per quelli di destra o populisti), o comunque alle amministrazioni pubbliche. Non manca ovviamente chi la colpa la dà agl’immigrati.
È giusto denunciare i potenziali pericoli, ma non bisogna mai farne una propaganda, come invece si è fatto. Qui non si tratta di politica o di popolarità né di una moda o di una squallida gara, in cui chi pubblica l’immagine del ponte più disastrato vince: qui si tratta di vite e di serietà. C’è forse serietà nel pubblicare immagini di ponti mal messi all’estero, dando la colpa all’amministrazione pubblica italiana? Vi è forse serietà nel pubblicare foto di colonne e di altre parti malmesse dicendo che si trattava delle condizioni del ponte Morandi prima del crollo, per quanto è di per sé evidente che quelle foto erano di chissà quali altri ponti, ma non di certo del Morandi? Perché questo? Perché si vuole a tutti i costi, non denunciare, ma propagandare notizie, persino false, o comunque diffuse in modo sproporzionato rispetto alla realtà? Perché persino nella tragedia c’è chi gioca con la verità e con le vite di centinaia e migliaia di persone ignare? Che senso ha? Qual è lo scopo? Avere più consensi? Avere più “like”? Essere visti come eroi della Patria?
Ma questo è solo l’ultimo degli innumerevoli episodi di divulgazione massiccia di fake-news da parte delle masse dei social. Ogni piccola notizia viene sfruttata, ingigantita, falsificata pur di raggiungere lo scopo, quasi sempre banale e sciocco. Ma anche se lo scopo fosse nobile, perché giocare con le paure, i rancori e i dolori della gente? Perché essere tanto subdoli, cinici ed ipocriti?
Per quanto appunto, possa essere nobile lo scopo, manipolare la verità a discapito della gente, è la più vergognosa delle azioni, tanto che non giustificherebbe mai alcun fine.
I social (e non solo) sono diventati l’immondiziario delle notizie, i cui informazioni manipolate allo scopo di incolpare e distruggere istituzioni o persone, anche innocenti, vengono condivide e diffuse in modo esponenziale, sia da persone che cercano in modo ambiguo la popolarità, ma ancor più da persone ignare che vogliono sinceramente giustizia, ma plagiate dalla potenza di tali false comunicazioni.
Joseph Goebbels, Ministro della propaganda nazista del terzo Reich, diceva: “Ripetere una bugia cento, mille, un milione di volte e diverrà una verità”, questa è la realtà dei social, ma non deve mai e poi mai divenir la realtà dell’uomo!