Il silenzio è d’oro, ma all’Eliseo talvolta si esagera. Emmanuel Macron non esita a cazziare pubblicamente uno studente reo di essersi rivolto a lui con toni troppo informali (“Ça va, Manu?”) con un secco, “Sei ad una cerimonia ufficiale, comportati come si deve. Chiamami signor Presidente della Repubblica, oppure signore”, ma viene colpito da mutismo selettivo quando si tratta di commentare eventi che devono risultargli fastidiosi come les moustiques de Provence, le zanzare della Provenza. Che sono cattivissime zanzare tigre.
Le zanzare più recenti che ronzano all’Eliseo sono i disordini seguiti alla vittoria della Francia ai Mondiali di calcio di Russia (atti di vandalismo e di saccheggio, 292 persone fermate dalla Polizia in tutta la Francia) e le violenze di cui si è reso responsabile Alexandre Benalla, 26 anni, suo fidatissimo agente di sicurezza, durante le manifestazioni del primo maggio scorso.
L’affaire Benalla negli ultimi giorni è diventato un vero e proprio caso politico.
Benalla, capo della sicurezza personale di Macron durante la campagna elettorale, dopo l’elezione ha ricevuto un incarico all’Eliseo come dipendente di François-Xavier Launch, vice capo di gabinetto di Macron.
Nelle immagini del 1 Maggio, subito virali sui social (https://youtu.be/PgjUeK6lCJk), si vede Benalla coperto da un casco da poliziotto afferrare per la gola una ragazza e poi colpire violentemente un ragazzo già a terra, circondato dalle forze dell’ordine. Che non sono intervenute per placare gli eccessi di qualcuno che evidentemente consideravano un “intoccabile”.
Benalla, che poliziotto non è, non doveva essere lì quel giorno. E non doveva indossare un casco che identifica una funzione che non è la sua. L’abuso di potere, l’usurpazione di funzione e il comportamento violento sono stati inizialmenti sanzionati da Macron con poco più di uno scappellotto: 15 giorni di sospensione. Poi è seguito il declassamento ad un ruolo amministrativo, “la sanzione più grave mai pronunciata contro un consigliere dell’Eliseo”, ha precisato un portavoce. Questo accadeva a maggio, ma da allora Benalla è stato ripreso nell’esercizio delle sue funzioni di agente di sicurezza in varie cerimonie ufficiali. Il 16 luglio era tra i componenti del servizio d’ordine al rientro dei Bleus dai Mondiali di Russia. Strano “declassamento”, e ruolo ben poco amministrativo. E sempre silence-radio da parte di Macron, nonostante la mozione di censura al suo Governo da parte della sinistra di Jean-Luc Melenchon.
L’affaire Benalla ha già coinvolto altre persone, tra cui Vincent Crase, gendarme di riserva assunto dalla Republique en Marche, il partito di Macron, e collaboratore dell’Eliseo. Anche Crase, inchiodato da un altro video, come Benalla è sotto fermo di polizia per comportamento violento durante gli scontri del 1 Maggio. E tre poliziotti sono stati sospesi per sospetta manomissione del sistema di videosorveglianza pubblica di Parigi, al fine di eliminare le immagini che incriminavano Benalla.
La popolarità di Macron non accenna a risalire: secondo il 61% dei francesi non è un buon Presidente (ricerca Odoxa per Le Figaro e France Info). Sull’affaire Benalla intanto in Francia si accendono la polemica e l’indignazione. È arrivato l’annuncio che l’ex body guard di fiducia di Macron sarà licenziato, ma non per i fatti del 1 Maggio: ne sarebbero emersi infatti di nuovi, ancora più gravi.
Ma nulla che possa ancora turbare il silenzio di Macron. Per lui devono essere zanzare estive, niente più.