L’Agcom è un’Autorità di garanzia a cui la legge ha affidato il duplice compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare i consumi degli utenti.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni svolge quindi funzioni di regolamentazione e di vigilanza per ciò che riguarda i settori delle telecomunicazioni in tutti i loro ambiti mercatoriali, editoria compresa.
Bene, facciamo ora un esempio pratico di rapporto gestore/consumatore per ciò che riguarda la telefonia mobile: 30 settembre, messaggino sul cellulare: Vodafone Special si rinnova il giorno 01/10/2017 a 10.08 euro per 4 settimane. Verifica di avere credito eccetera eccetera.
Quattro settimane sono 28 giorni.
Per la telefonia mobile, la fatturazione a quattro settimane rimane valida, possibile e legittimata anche da Agcom: le tariffe non sono più mensili (30 giorni) e non si capisce il perché. Anzi, tutti gli operatori, su fisso come su mobile, sono passati a questo tipo furbesco e fraudolento di tariffazione, che fa scattare l’addebito ogni quattro settimane invece che ogni mese, con un rincaro di oltre l’8 per cento dei prezzi.
Passiamo alla telefonia fissa. A marzo di quest’anno Agcom aveva deliberato che non ci possono essere offerte basate su addebiti ogni 28 giorni per la rete fissa. Bene, questa è un’autentica bufala, detto mediaticamente, in altre parole si tratta di balle belle e buone. La fatturazione continua a scadenza di 28 giorni.
Che cosa ha fatto Agcom? Nulla. Ha deliberato, certo, ma evidentemente non incontra il favore della legge rispetto a ciò che ha deliberato. Una bella contraddizione di termini. Una legittima garanzia, una normativa non protetta dalla legge alias la legge rinnega se stessa.
In altre parole: si rassegnino i consumatori e lascino andare Agcom come le burle che viaggiano quotidianamente sulla rete e nei media in genere, perché gli utenti continueranno a pagare sulla telefonia mobile secondo la fatturazione di 28 giorni e non si capisce il perché. E continueranno a pagare la bolletta su rete fissa secondo la fatturazione di 28 giorni con buona pace delle delibere a tutela del cittadino e del consumatore perché, signori, in Italia si delibera e non si applica ciò che viene deliberato. E si rassegnino al pagamento della penale qualora decidano di recedere da un contratto, anche dopo i 24 mesi. Sì, perché l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha deliberato anche su questa ingiustizia ma, la penale, utenti cari, vi aspetta al varco.
E il decreto Bersani?
Esatto, c’è stato il decreto Bersani secondo cui disdire un abbonamento telefonico prima del tempo stabilito non comporta il pagamento di alcuna penale. Ma tu pagherai lo stesso perché i gestori continueranno a fare così e perché la legge se ne frega della legge. Siamo in Italia, ogni paradosso è tanto lecito quanto reale.
Allora, come stanno realmente le cose? Le cose stanno esattamente come stavano prima, secondo la classica situazione italiana della legge che c’è ma che non viene applicata. A chi rivolgersi, dunque? A nessuno. Esatto, a nessuno, persino in uno Stato cosiddetto di diritto.