Si è verificato un notevole sconvolgimento politico e parlamentare negli Stati Uniti. L’attuale speaker della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano Kevin McCarthy, è stato deposto tramite una mozione di sfiducia, segnando un avvenimento senza precedenti nella storia degli Stati Uniti. La proposta di questa mozione è stata avanzata dal membro del suo stesso partito, Matt Gaetz, noto sostenitore di Donald Trump e membro di una fazione parlamentare legata all’ex presidente, la quale ha deciso di confrontarsi con i leader del partito repubblicano al fine di influenzare la direzione da seguire all’interno del partito. Il presidente Joe Biden ha sollecitato la Camera dei Rappresentanti a “nominare al più presto un nuovo speaker per affrontare le sfide urgenti”.
Il voto ha confermato l’influenza dell’ex presidente Trump all’interno del partito repubblicano. Sono stati sufficienti otto deputati del GOP a mettere in difficoltà la maggioranza di McCarthy, poiché i democratici non hanno fornito alcun supporto: alla fine, il voto si è concluso con 216 voti favorevoli e 210 contrari. I deputati repubblicani che hanno votato per la destituzione di McCarthy includono Andy Biggs, Ken Buck, Tim Burchett, Eli Crane, Matt Gaetz, Bob Good, Nancy Mace e Matt Rosendale, tutti facenti parte dell’ala estremamente conservatrice del partito.
Gaetz ha accusato McCarthy di non mantenere le sue promesse e di avere rapporti ambigui con l’opposizione, sottolineando in particolare l’approvazione di un rinvio dello shutdown per un mese e mezzo con il supporto dei democratici. Ha anche menzionato un presunto “accordo collaterale segreto” tra McCarthy e Biden per il finanziamento continuo dell’Ucraina attraverso una legge ad hoc, accordo che sembra essere condiviso anche dai senatori repubblicani. In risposta, McCarthy ha liquidato le accuse di Gaetz, sottolineando la necessità di porre fine alla situazione e mettendo la questione ai voti. Ha riconosciuto che non aveva i numeri necessari per sopravvivere, soprattutto con l’opposizione dei democratici, già nel primo voto per rinviare la mozione. Ora dovrà designare un sostituto temporaneo in attesa dell’elezione di un nuovo speaker. McCarthy sembra determinato a non rimanere più ostaggio di un gruppo di colleghi affiliati a “Make America Great Again” (MAGA) e ha deciso di affrontare una sfida diretta per risolvere la situazione.