
Il conflitto tra Russia e Ucraina si sposta sul piano storico in occasione dell’anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Vladimir Putin si prepara alla parata sulla Piazza Rossa affermando che è necessario lottare contro gli “attuali eredi ideologici” del nazismo, cioè i governanti di Kiev.
Volodymyr Zelensky risponde decidendo di non festeggiare la vittoria sul nazismo il 9 maggio come fatto finora con la Russia, ma l’8, come avviene nel “mondo libero”. Intanto, l’ambasciata italiana, con un messaggio sui social, invita tutti i connazionali ancora presenti in Ucraina lasciare il Paese. “Attacchi armati in corso. La situazione di sicurezza resta critica. Rischio interruzioni di energia. Tutti i viaggi sono assolutamente sconsigliati”.
Mosca comincia l’arruolamento a Mariupol, mentre l’esercito bombarda 10 regioni ucraine: tre morti e 28 feriti. Numerosi droni lanciati anche verso la capitale. Il capo del gruppo Wagner, Prigozhin, fa sapere di aver ricevuto da Mosca le prime munizioni chieste: “Restiamo a Bakhmut”. Missili lanciati su Odessa hanno causato esplosioni e incendi. Kiev risponde con massicci bombardamenti nella regione russa di Belgorod.
“Le autorità della regione di Zaporizhzhia hanno sospeso il funzionamento dei reattori della centrale nucleare per evitare provocazioni da parte delle forze armate ucraine”. Lo ha affermato il governatore ad interim della regione Yevgeny Balitsky in un’intervista al canale televisivo Krym-24, scrive l’agenzia russa Tass, precisando che “le forze armate ucraine hanno iniziato a scaricare l’acqua dalle dighe”. “Il nostro livello” dell’acqua nel bacino idrico di Kakhovka “è salito a 17,08″ metri. Comprendiamo che si tratta di una manipolazione. I reattori nucleari sono sospesi per l’imprevedibilità delle azioni della parte ucraina”, ha aggiunto.
L’esposizione di bandiere russe, dell’Urss e di San Giorgio resta vietata nei pressi dei memoriali sovietici di Berlino per le celebrazioni dell’8 e 9 maggio, anniversario della fine della Seconda guerra mondiale in Europa. Lo ha deciso l’Alto tribunale amministrativo della capitale tedesca, come comunica su Twitter la polizia berlinese. Le forze dell’ordine avevano inizialmente imposto un divieto delle bandiere sia ucraine sia russe nei pressi di tre memoriali a Berlino, per scongiurare tensioni. Il tribunale aveva poi contraddetto sabato il divieto rispondendo ai ricorsi di organizzazioni ucraine e russe. La polizia non ha quindi fatto ricorso per il caso delle bandiere ucraine, ma lo ha fatto per quello delle bandiere russe e sovietiche. Il ricorso della polizia è stato accolto e il divieto per i simboli russi e sovietici resta di conseguenza in vigore, soprattutto domani nei pressi del memoriale sovietico di Tiergarten. Come riporta Dpa, per l’Alto tribunale amministrativo, nel caso dei simboli sovietici e russi, la commemorazione della fine della guerra nel 1945 non può essere separata dall’attuale invasione dell’Ucraina.