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Manovra: in arrivo il reddito alimentare

| 22 Dicembre 2022 | ECONOMIA

Una novità per i meno abbienti: all’interno della Legge di Bilancio sarà presente anche un emendamento, voluto dal Pd, per coloro che si trovano in povertà assoluta: è il reddito alimentare.

A promuoverlo è stato il dem Marco Furfaro che ha proposto di destinare delle risorse per combattere “la povertà alimentare e riuscire ad evitare di buttare 230mila tonnellate di cibo invenduto”. Si attende un decreto del ministero del Lavoro entro i prossimi 60 giorni per chiarire la platea beneficiaria del nuovo reddito e gli enti del terzo settore coinvolti nella sperimentazione. Per adesso si sa che l’emendamento approvato fornisce le principali linee guida su funzionamento e città interessate.

Per il momento è previsto che interessi soltanto le città metropolitane mentre sulle tempistiche c’è più incertezza: si sa soltanto che si partirà nel 2023, dopo il decreto del ministero del Lavoro, che potrebbe arrivare anche tra due mesi.

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Nell’emendamento approvato per ora si parla genericamente di una distribuzione di pacchi di cibo e bevande recuperate dalla merce invenduta dei grandi magazzini alimentari, allo scopo di combattere lo spreco e aiutare le famiglie in difficoltà. Le scatole verrebbero prenotate mediante un’app e ritirate in appositi centri di distribuzione. Dovrebbe esserci anche la possibilità, per anziani e persone non autosufficienti, di ricevere i viveri direttamente a casa.

Certamente il decreto del ministero del Lavoro lo stabilirà in modo più chiaro ma è chiaro che riguarderà soprattutto gli italiani in povertà assoluta. Secondo i dati disponibili questi sono 5,6 milioni: da vedere se la sperimentazione riguarderà tutti quanti oppure solo una parte.

Come sottolinea la Coldiretti nel rapporto 2022 del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead), oggi i nuovi poveri sono spesso coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalle misure contro la pandemia Covid e dal balzo costi dell’energia.

Per il prossimo biennio il governo metterà a disposizione del reddito alimentare 1,5 milioni di euro nel 2023 e 2 milioni di euro nel 2024. “Con 3,5 milioni inizia un progetto in tutto il Paese”, scrive il dem Leonardo Cecchi, uno dei fautori dell’emendamento. Come sottolinea anche Furfaro, “adesso 600 mila bambini, 337 mila anziani e in totale 3 milioni di italiani si avvalgono, quando va bene, delle mense o dei pacchi alimentari, perché non possono permettersi di fare la spesa. Adesso il cibo invenduto sarà dato a chi ne ha bisogno”.

Come sottolinea lo stesso Furfaro, “il meccanismo potrebbe prevedere, anche se sarà un decreto attuativo a stabilire successivamente le regole, che i supermercati comunichino l’invenduto ai comuni e poi saranno gli stessi enti locali a distribuire o far prendere i pacchi a chi ne ha diritto”.

TAG: cibo, legge di bilancio, manovra, PD, reddito alimentare
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