In un discorso alla nazione Vladimir Putin ha accusato l’Occidente di “russofobia”: “Vogliono distruggere la Russia. L’occidente vuole distruggerci, useremo tutti i mezzi a disposizione per difenderci. E’ nostra tradizione storica e destino del nostro popolo fermare coloro che cercano il dominio mondiale, che minacciato di smembrare e rendere schiava la madrepatria. E’ quello che stiamo facendo ora, e credo nel vostro sostegno”.
L’obiettivo di Mosca in Ucraina rimane “la liberazione di tutto il Donbass“, ha riferito ancora Putin, parlando di un proposito “irremovibile”. “Stiamo effettivamente combattendo contro l’intero Occidente e la Nato”: lo ha detto il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu. La mobilitazione parziale in Russia è già cominciata oggi con la pubblicazione del relativo decreto del Cremlino: prevede il richiamo di 300.000 riservisti.
“L’annuncio di Putin sulla parziale mobilitazione è un’ulteriore prova che Putin non è interessato alla pace ma solo all’aggressione nonché un segnale di disperazione su come sta andando la sua aggressione all’Ucraina”. Così Peter Stano, portavoce dell’Ue.
Intanto sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti hanno definito “una farsa” i referendum per l’annessione che si terranno dal 23 al 27 settembre nel Donbass, a Kherson e Zaporizhzhia. Zelensky ha ringraziato l’Occidente “per la loro massiccia e ferma condanna delle intenzioni della Russia di organizzare un altro pseudo-referendum”.
L’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, precisa che “il risultato dei referendum non avrà valore legale”. Il premier italiano Draghi davanti all’Assemblea dell’Onu ha ribadito che “i referendum russi sono un’altra violazione del diritto internazionale”. E sulle sanzioni ha detto: “hanno avuto un effetto dirompente”.