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La difficoltà della BCE sulle scelte di politica monetaria

| 10 Marzo 2022 | ECONOMIA
Christine Lagarde BCE

Scomoda e difficile la posizione della Bce sulle scelte di politica monetaria. Da un lato l’inflazione galoppante, con prospettive sempre più da allarme rosso, dovrebbe spingere l’istituzione di Francoforte verso una chiara sterzata restrittiva. Tanto più con le continue impennate dei prezzi energetici, esacerbate dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni contro la Russia.

Dall’atro proprio l’esplosione del conflitto e le sanzioni rischiano di colpire duramente la crescita anche in Europa. Avviare un ciclo monetario restrittivo durante una fase di indebolimento dell’attività potrebbe rivelarsi un boomerang. Da diversi giorni una delle parole che i policy maker europei ripetono più sesso è stagflazione: ovvero l’insolita situazione di avere al tempo stesso crescita economica bassa o ferma e inflazione elevata.

Oggi si svolgerà il secondo Consiglio direttivo monetario dell’anno. Alle 13 e 45 verranno comunicate le decisioni su tassi e strumenti vari con cui, da anni, la Bce cerca di sostenere l’economia e di far tornare il caro vita alla normalità.

Il problema è che dopo una lunga fase di debolezza, nell’arco di pochi mesi l’inflazione è schizzata da valori negativi a oltre il 5%. E ora minaccia di superare di più del triplo il valore obiettivo della Bce, che punta ad avere un caro vita al “2% simmetrico”, sebbene questo target non riguardi il dato di un singolo mese ma il suo intero orizzonte previsionale, che si estende a circa tre anni.

Alle 14 e 30 la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa, in cui illustrerà anche le previsioni economiche aggiornate dai tecnici della Bce.

Qui sono attese nette revisioni. Al ribasso per l’economia – tre mesi fa indicavano più 4,2% sul Pil 2022, più 2,9% nel 2023 e più 1,6% nel 2024 – e marcatamente al rialzo sull’inflazione, specialmente su quest’anno cui si tre mesi fa era atteso un caro vita al 3,2%, per poi moderarsi all’1,8% nel 2023 e nel 2024.

Sempre a dicembre la Bce aveva deciso di confermare a fine marzo la conclusione della fase di acquisti netti di titoli con il programma Pepp, deciso dopo il crollo causato da lockdown e misure anti Covid. Ma al tempo stesso aveva deciso di accompagnare qesto stop con un momentaneo aumentod egli acquisti con il preeistente programma App. A febbraio questo orientamento era stato mantenuto, ma con il passare dei giorni e id ati inflazionistici si era ipotizzato che la bce avrebbe accelerato lo stop anche dell’App.

Ora, all’oppoto, alcuni analisti non escludono che l’incertezza sulle ricadute di guerra e sanzioni spinga la Bce sostanzialmente a rinviare le decisioni, in particolare sull’App. Altri invece ritengono che procederà alla normalizzazione della linea. Quasi tutti ritengono che metterà molto enfasi nel mantenere la massima “flessibilità” sulla strategia.

Un ulteriore elemento di incertezza è rappresentato dalle effettive misure che i governi di metteranno in campo per fronteggiare la situazione. E questo aspetto sarà tutt’altro che chiarito quando si svolgerà il Consiglio Bce: contemporaneamente, a Versailles, si aprirà un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dell’Ue, che proseguirà anche venerdì e che come principale punto in agenda ha proprio la discussione sulle misure da adottare, in particolare sull’energia.

Infine, l’unità del Consiglio che finora Lagarde ha cercato di mantenere: l’effetto delle spinte in senso opposto potrebbe far riaffiorare le divisioni.

TAG: Bce, Borse, Christine Lagarde, Ucraina
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