Dopo che i media indipendenti russi hanno lanciano l’allarme per la chiusura in rapida successione di emittenti e testate, anche quelli occidentali sono finiti sotto la stretta di Vladimir Putin. Roskomnadzor, l’autorità russa dell’Internet, ha deciso di bloccare l’accesso nel Paese alla rete di Facebook e di Twitter, mentre la Bbc ha ritirato i suoi inviati e il personale tecnico in Russia dopo l’approvazione della stretta legislativa nei confronti dei giornalisti da parte di Mosca.
La scelta di bloccare il social network creato da Mark Zuckerberg, ha spiegato Roskomnadzor, è stata presa perché, secondo l’autorità russa, da ottobre 2020 “sono stati registrati 26 casi di discriminazione contro i media russi e le risorse informative da parte di Facebook. La decisione arriva dopo che nei giorni scorsi il social ha limitato l’accesso agli account del canale televisivo Zvezda, l’agenzia di stampa Ria Novosti, Sputnik, Russia Today, Lenta.ru e Gazeta.ru”.
Mosca aveva già annunciato una settimana fa una “limitazione all’accesso” e un “rallentamento” del funzionamento di Facebook, in risposta alle iniziative contro le testate russe. Secondo l’autorità di regolamentazione russa, queste restrizioni “violano i principi chiave della libera diffusione delle informazioni e dell’accesso senza ostacoli degli utenti russi ai media nazionali su piattaforme Internet straniere”.
“Continueremo a fare il possibile per rendere i nostri servizi nuovamente disponibili alle persone e per metterli in grado di esprimesi in maniera sicura e mobilitarsi”, ha scritto su Twitter Nick Clegg, presidente per i global affairs di Meta – sotto il cui cappello sono Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger – in risposta all’annuncio della Russia di bloccare Facebook. “Milioni di russi presto privati di informazioni affidabili”, afferma.
La decisione della Bbc di sospendere il servizio dei propri reporter arriva dopo che la Duma ha approvato un disegno di legge che punisce con pene fino a 15 anni di detenzione coloro che diffondono “informazioni false sull’esercito”. Il direttore generale della radiotelevisione pubblica britannica, Tim Davie, ha denunciato questa stretta come un modo per “criminalizzare il giornalismo indipendente”. Davie ha sottolineato la necessità di garantire “la sicurezza” di chi lavora per l’emittente e ha peraltro ribadito l’impegno della Bbc per cercare di continuare a dare “un’informazione accurata” anche ai russi attraverso le sue news.