Gli Stati Uniti ritirano quasi tutti i loro soldati rimanenti in Ucraina nello stesso giorno della telefonata tra Biden e Putin. I due leader hanno concordato sulla necessità di proseguire il dialogo, ma la tensione non diminuisce.
Durante il colloquio Joe Biden ha detto al suo omologo Vladimir Putin che, se la Russia dovesse invadere l’Ucraina, gli Stati Uniti e gli alleati risponderanno in modo “deciso” e imporranno “costi severi” a Mosca. Minacce che hanno portato il Cremlino a dire che l’isteria americana è giunta al suo “apogeo”.
Secondo un funzionario della Casa Bianca, lo scambio non sarebbe stato risolutivo e lo scenario non è di fatto cambiato. Proprio alla luce di questa situazione, sempre più Paesi suggeriscono ai propri cittadini di lasciare l’Ucraina: nelle ultime ore all’elenco, si sono aggiunti Italia, Israele e Bulgaria.
La telefonata, durata più di un’ora, tra il presidente USA Joe Biden e quello russo Vladimir Putin segue il colloquio molto teso tra il segretario di Stato USA Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. Secondo quest’ultimo, gli Stati Uniti e l’Ue hanno “ignorato” le richieste della Russia sulla sicurezza, e le affermazioni di Washington su Mosca che vuole invadere l’Ucraina sono “provocazioni” per fare “propaganda” anti-russa.
In giornata Putin ha parlato anche col presidente francese, Emmanuel Macron che avrebbe ribadito la “determinazione (degli occidentali) a reagire” in caso di operazione militare russa, nonostante la Francia non abbia almeno al momento alcuna indicazione sull’organizzazione di attacchi militari russi. Ipotesi che Mosca definisce “speculazioni provocatorie”.
Macron ha sentito anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ribadendo il sostegno della Francia alla “sovranità e all’integrità territoriale” dell’Ucraina ed elogiando il suo “sangue freddo”. Quest’ultimo non usa infatti toni allarmisti e alla domanda sulla possibilità che la Russia invada il suo Paese ha risposto: “Dobbiamo essere pronti ogni giorno, tutto questo non è iniziato ieri, è iniziato nel 2014”.
Un invito alla calma è arrivato anche dal Ministero degli Esteri. “Al momento è estremamente importante rimanere calmi, rimanere uniti e consolidarsi all’interno del Paese, evitare azioni destabilizzanti e quelle che seminano il panico”, si legge in una nota.
La Tass, citando il ministero della Difesa russo, riferisce che un sottomarino classe Virginia della Marina USA è stato intercettato nelle acque territoriali russe nel Pacifico. Secondo Mosca, si tratta di una “provocazione”, nonché di una “grave violazioni del diritto internazionale” e di una “minaccia alla sicurezza nazionale” motivo per cui “si riserva il diritto di prendere tutte le misure possibili, nelle acque territoriali russe”.
La Russia ha spostato nelle ultime ore 30 navi da Sebastopoli e Novorossijsk per “difendere la costa della penisola di Crimea, le basi del Mar Nero e il settore economico del Paese da possibili minacce militari”.
Il Dipartimento della Difesa USA, intanto, ha “ordinato il temporaneo riposizionamento dei soldati della Guardia Nazionale della Florida fuori dall’Ucraina”. Lo ha fatto sapere John Kirby, il portavoce del Pentagono, sottolineando che la decisione è stata presa per precauzione in quanto la “sicurezza del nostro personale” è la priorità.
Gli Stati Uniti hanno anche ordinato a quasi tutto lo staff dell’ambasciata in Ucraina di lasciare subito il Paese. Da oggi, inoltre, saranno sospesi tutti i servizi consolari a Kiev: resterà soltanto un piccolo contingente diplomatico nella città di Leopoli per “gestire le emergenze”. “Si tratta di un momento cruciale. Siamo preparati per qualunque cosa accada”, ha detto il segretario di Stato Anthony Blinken, ricordando che Washington e i suoi alleati imporranno “rapidamente” sanzioni punitive alla Russia se invaderà l’Ucraina.