Il ricordo del Professor Gian Piero Orsello è più vivo che mai, e il suo pensiero più che mai attuale. Nella Sala Conferenze Spazio Europa di Roma, accademici, politici, imprenditori e giornalisti che lo hanno conosciuto hanno condiviso esperienze e testimonianze dirette per onorare la memoria del Professore.
Ognuno di loro ha messo in luce il carisma, la tenacia e la determinazione espresse nei contributi di Orsello in qualità di accademico, politico e giornalista. Il comune denominatore, la “stella polare” della sua azione era il processo di integrazione e di costruzione dell’Europa.
Autore di numerosi saggi e pubblicazioni tra i quali “Un cinquantennio tra cronaca e storia” , in cui ha raccontato le fasi più significative del suo impegno civile e politico., Orsello era un europeista convinto. Portavoce per l’Italia presso la Comunità Europea dal 1960 al 1962, segretario generale del Movimento europeo internazionale e poi vice presidente del consiglio italiano del movimento europeo, docente di Diritto pubblico e Diritto dell’Unione Europea alla Sapienza di Roma e alla Luiss (dove ha insegnato anche Storia dell’Integrazione Europea), già nel 2007 aveva perfettamente inquadrato le tre “sfide esistenziali” del processo di unificazione europea. Le stesse sfide che l’Unione europea ha ancora oggi davanti a sé, dovendo affrontare i contraccolpi di alcune posizione sovraniste, illiberali e anti-europeiste di Polonia e Ungheria.
Orsello aveva individuato proprio nel processo di allargamento e di stabilizzazione delle aree vicine all’Unione europea una sfida che rendeva urgente il superamento dei deficit di efficienza e di democrazia delle istituzioni dell’Ue, per poter perseguire un’adeguata coesione economico-sociale, l’efficacia dell’ordinamento giuridico sovranazionale e la sicurezza, all’interno, e la capacità di agire sul piano internazionale.
In secondo luogo, aveva posto l’accento sulla necessità di realizzare, dopo il mercato unico e l’unione monetaria, l’unione economica. Questa sfida, tradotta in pratica, significava l’adozione di politiche europee effettive nei settori strategici (energia, aerospazio, farmaceutica), di politiche europee di coesione economico-sociale per evitare che la competitività corroda lo stato sociale, e rafforzamento del bilancio comune con un potere europeo di imposizione fiscale e la possibilità di emettere eurobonds.
Infine, Orsello aveva richiamato la necessità che l’Unione europea fosse un attore globale efficace attraverso scelte coerenti di politica estera, di sicurezza e difesa.
Erano intuizioni di notevole visione e lungimiranza politica. Il Professore aveva capito che su queste delicate questioni, l’Unione europea si giocava la partita più importante: creare le condizioni per un mondo più giusto e più pacifico, in prima linea nella lotta contro la povertà, il terrorismo, la proliferazione delle armi di distruzione di massa e attivamente impegnata nel perseguimento di uno sviluppo sostenibile.
Oltre a queste sfide, come sottolineato da Pier Virgilio Dastoli , Presidente del Movimento europeo Italia , Gian Piero Orsello aveva colto nella mancanza di una Costituzione europea un vulnus esistenziale che avrebbe potuto minare la stabilità del sistema Europa. Di qui il suo appello non a proporre modifiche e adeguamenti dei Trattati, ma ad iniziare la strada del processo costituente.
“Ci metteva l’anima, e andava fino in fondo”, ha osservato Andrea Scazzola , giornalista di “diMartedi” (La7), moderatore dell’incontro.
“Ognuno costruisce quando lascia segni”, ha osservato il Professor Mario Morcellini , studioso e docente di comunicazione, giornalismo e reti digitali. “Noi ricordiamo Gian Piero Orsello,, e nel senso etimologico del termine, lo richiamiamo al cuore, come manager che si è occupato di governance del servizio pubblico, per il suo lavoro di definizione dei limiti dei diritti umani e per il suo profondo impegno e contributo accademico”.
Il ricordo di Orsello ha ripercorso le tappe principali della sua carriera politica, giornalistica e accademica.
Come politico – dalla militanza tra gli studenti universitari liberali e all’Unione Goliardica Italia (il cui ruolo formativo di rilievo per lui e per tutta la classe politica della sua generazione – da Pannella a Berlinguer a Craxi – è stato sottolineato da Franco Chiarenza), alll’incarico come vice segretario nazionale del Partito liberale, dall’ingresso in Democrazia Liberale all’approdo nel PSDI di Saragat, nel quale ha ricoperto il ruolo di responsabile per la scuola, dall’ingresso nel PSI, in cui è stato responsabile della cultura, fino al contributo per la nascita dei DS. “Sosteneva le sue opinioni, ma sapeva aprirsi e prendeva in considerazione le idee e il pensiero nuovo del giovani. Il suo pensiero , ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo della cultura riformista in Italia”, ha sottolineato Valdo Spini , Presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli.
Non è mancato il ricordo di Gian Piero Orsello nel suo ruolo di giornalista direttore dell’Umanità e Vice Presidente della RAI, in cui ha avuto un ruolo di protagonista della riforma del sistema radiotelevisivo del 1975. Una testimonianza di rilievo anche da parte della Professoressa Maria Romana Allegri , sua allieva presso l’Istituto Italiano di Studi Legislativi ed oggi docente di Diritto pubblico, dell’informazione e della comunicazione all’Università Sapienza di Roma.
Infine, il ricordo più commosso: quello di Daniela, giornalista della RAI e figlia di Gian Piero Orsello insieme a Simona.
“Mio padre mi ha insegnato i valori della libertà, della democrazia, della memoria, dell’ottimismo contro l’euroscetticismo. E che ognuno deve restare fedele a sé stesso, ai propri ideali e alla sua storia”.