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La denuncia della influencer Cori Amenta vittima di transfobia

| 28 Novembre 2020 | CRONACA

E’ una storia che si ripete lasciando un segno di pochezza quando si parla di rispetto. Quel rispetto che non ha paternità ne di razza ne di religione, di fede politica e orientamento sessuale ma che appartiene agli esseri viventi, di natura umana, animale indistintamente.

Ma a quanto pare tutte queste naturali prerogative, in un era così avanzata, sono fastidiose agli occhi del troglodita di turno. Specialmente quando il primitivo veste abiti istituzionali e si lascia trasportare dalla demenza senile apostrofando con frasi transfobiche dei normalissimi viaggiatori.

Ebbene sì, è quanto accaduto a Cori Amenta, nota influencer, all’aeroporto Fontanarossa di Catania che di rientro per motivi familiari in Sicilia è stata offesa da alcuni addetti dello scalo. Infatti, l’addetto al metal detector quando ha sentito la voce profonda della stilista ha deciso di chiamare l’attenzione dei colleghi con tono divertito iniziando a usare espressioni offensive in dialetto siciliano, pensando che la passeggera essendo milanese non comprendesse le offese: “Veni cca, ci su calamari” (vieni qui, ci sono calamari) come a dire “Vieni, c’è un frocio”. Si tratta di espressioni ingiuriose nei confronti di persone omosessuali o trans.

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L’influencer a quel punto ha chiesto spiegazioni ma, secondo alcuni viaggiatori che si trovavano al gate, gli addetti l’avrebbero quasi circondata e velatamente invitata a ripartire senza insistenza.

“Per lo Stato Italiano – dice la nota influencer – io sono una donna a tutti gli effetti, anche sui documenti. Vivo da dieci anni con il mio compagno, non ho mai dato fastidio a nessuno. Trovo assurdo dover fare questi video. In un momento in cui si contesta che ci possa essere o meno una legge contro l’omotransfobia e le discriminazioni, io mi chiedo: se chi mi dovrebbe proteggere è il primo che mi insulta urlando in un aeroporto, di chi dovrei fidarmi?”.

Parole che dovrebbero far riflettere e che non possono più tollerare l’indifferenza della collettività, perché una società civile ha il dovere del rispetto in ogni sua forma. Ma la stupidità cosmica non è più tollerabile, specie se quella stupidità indossa abiti istituzionali.

TAG: Cori Amenta, influencer, Lgbt, transfobia
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