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Joshua Wong, l’attivista democratico di Hong Kong, è stato arrestato

| 24 Novembre 2020 | ESTERI

Il noto attivista pro-democrazia di Hong Kong Joshua Wong e altri due sono stati arrestati dopo essersi dichiarati colpevoli di accuse relative a una manifestazione fuori dal quartier generale della polizia durante le proteste antigovernative dello scorso anno.

Wong, insieme agli altri attivisti Ivan Lam e Agnes Chow, si è dichiarato colpevole delle accuse relative all’organizzazione, alla partecipazione e all’incitamento dei manifestanti a partecipare a una manifestazione non autorizzata fuori dal quartier generale della polizia nel giugno 2019. Il trio era membro del partito politico Demosisto, ora sciolto.

Sono stati detenuti in custodia cautelare in udienza e i tre dovrebbero essere condannati il ​​2 dicembre. Coloro che sono stati giudicati colpevoli di aver preso parte a un’assemblea illegale potrebbero rischiare fino a cinque anni di carcere a seconda della gravità del reato.

“Sono convinto che né le sbarre della prigione, né il divieto elettorale, né altri poteri arbitrari ci fermeranno dall’attivismo”, ha detto Wong prima dell’udienza in tribunale.

“Quello che stiamo facendo ora è spiegare il valore della libertà al mondo…così tanto che siamo disposti a sacrificare la nostra libertà. Sono preparato per la scarsa possibilità di camminare libero.”

Wong è salito alla ribalta come leader studentesco durante le cosiddette proteste per la democrazia del Movimento degli ombrelli del 2014 ed è tra un numero crescente di attivisti accusati di reati relativamente minori da quando il governo della Cina continentale ha imposto a Hong Kong una legge radicale sulla sicurezza nazionale a giugno che ha fortemente limitato il discorso politico nel territorio semiautonomo.

I sostenitori della democrazia hanno affermato che le accuse legali fanno parte di una campagna per molestarli e intimidirliLam, che ha parlato anche prima dell’udienza in tribunale, ha detto di essere pronto per essere incarcerato.

Wong ha scritto sulla sua pagina Facebook domenica che lui e Lam avevano deciso di dichiararsi colpevoli dopo essersi consultati con i loro avvocati. I due precedentemente si sono dichiarati non colpevoli delle accuse.

Chow si era già dichiarato colpevole di accuse di incitamento ad altri e di partecipazione alla protesta. “Se sarò condannata al carcere questa volta, sarà la prima volta nella mia vita che sarò in prigione”, ha scritto domenica Chow sulla sua pagina Facebook.

“Sebbene sia mentalmente preparato, mi sento ancora un pò spaventato. Tuttavia, rispetto a tanti amici, ho sofferto molto poco. Quando ci penso, farò del mio meglio per affrontarlo coraggiosamente”, ha scritto.

Il 21 giugno 2019, migliaia di persone si sono radunate fuori dal quartier generale della polizia per protestare contro quello che, secondo loro, era un uso eccessivo della forza contro i manifestanti.

TAG: Cina, democrazia, Hong Kong, manifestanti
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