
Secondo un’indagine di Eurostat sull’impatto del Covid-19 sulle industrie dell’Ue, nel primo trimestre 2020 le attività che hanno sofferto di più sono state il commercio all’ingrosso e al dettaglio, i trasporti, l’accoglienza e i servizi di ristorazione, oltre alle attività artistiche, di intrattenimento e ricreative.
Espansione invece per comunicazione e informazione, sanità, pubblica amministrazione, istruzione e assistenza sociale. A giugno 2020 il commercio al dettaglio è tornato ai livelli pre-pandemia.
Nel primo trimestre 2020 le attività che hanno sofferto di più sia in termini di ricavi che di occupazione sono state il commercio all’ingrosso e al dettaglio, i trasporti, l’accoglienza e i servizi di ristorazione, oltre alle attività artistiche, di intrattenimento, e ricreative.
Le uniche attività che hanno invece registrato un’espansione, pur perdendo valore, sono state la comunicazione e l’informazione, la sanità, la pubblica amministrazione, l’istruzione e l’assistenza sociale. È quanto emerge da un’indagine di Eurostat sull’impatto del coronavirus sulle industrie dell’Unione europea.
A giugno 2020, mese di allentamento di alcune misure di contenimento del Covid-19, il commercio al dettaglio – comunica Eurostat – è aumentato del 5,7% nella zona euro e del 5,2% nella Ue-27 rispetto al mese precedente.
A maggio era rimbalzato rispettivamente del 20,3% e del 18,3%., segnalando che “questo significa che i volumi del commercio al dettaglio in entrambe le zone sono tornati ai livelli di febbraio 2020, prima dell’inizio delle misure di contenimento”. A giugno 2020 rispetto a giugno 2019, il commercio è salito dell’1,3% in entrambe le zone.