
Il maltempo non dà tregua all’Italia, molte regioni, dal Nord al Sud, di nuovo sottacqua per le forti piogge che hanno fatto scattare l’allerta rossa in molte zone. Numerosi i danni, e i disagi, con strade chiuse, smottamenti e frane.
Crolla un altro viadotto in Liguria, ma questa volta non risultano vittime anche se poteva essere una strage. A6, nel comune savonese di Altare, poco dopo le 14: una imponente massa di fango si stacca dalla collina e piomba sul viadotto della Madonna del Monte, schiantandolo. C’è stato chi ha cercato di fermare le macchine, quando si è aperta la voragine: in mezzo alla strada Daniele Cassol, 56 anni, vigilante, mentre si sbracciava per fermare il traffico pensava al Ponte Morandi e più ci pensava più si sbracciava.
Tra le vetture che è riuscito a fermare un pullman con decine di persone a bordo. C’è chi dice che una macchina è andata giù, ma non ce n’è traccia. La cercano i vigili del fuoco con i cani in mezzo a centinaia e centinaia di metri cubi di terra impastata dalla pioggia che fino a stamani ha frustato il Ponente ligure. La frana ha portato via tutto quello che ha incontrato sulla sua strada con una forza capace di frantumare il cemento armato del viadotto. E’ vero, il pensiero inevitabilmente corre al Morandi: allora, il 14 agosto 2018, i morti furono 46. Adesso sembra che sia solo un danno grande, ma solo strutturale.
“Ero in fase di sorpasso, ho visto una persona che sbracciava e ho pensato avesse qualche malore. Poi mi sono voltato e ho visto tutto nero, il viadotto non c’era più”. E’ la testimonianza, riferita all’ANSA, del vigilante 56enne riuscito a fermarsi a pochi metri dall’orlo del baratro sulla Torino-Savona. “Dietro di me arrivava anche un pullman con decine di persone, per fortuna siamo riusciti a fermarlo”, racconta.
“Serve un piano straordinario di manutenzione”, afferma il governatore Giovanni Toti, che rinnoverà la richiesta al ministro De Micheli, in un sopralluogo al viadotto crollato, domani 25 novembre, quando il maltempo dovrebbe finalmente concedere una tregua.
Una voragine di una decina di metri si è aperta questa sera sull’autostrada A21 Torino – Piacenza, tra Asti e Villanova. Un’auto in transito in quel momento è riuscita ad evitarla per un soffio. La polizia stradale ha bloccato il traffico. Il terreno, secondo una prima ricostruzione, è sprofondato a causa della pioggia incessante che da giorni si sta abbattendo su tutto il Piemonte.
Un’auto è finita nel fiume Bormida, in provincia di Alessandria, a causa dell’ondata di maltempo che sta interessando la zona. I vigili del fuoco hanno recuperato i due occupanti, che sono stati trasferiti in ospedale. E nel pomeriggio i vigili del fuoco, con l’ausilio dei carabinieri, hanno recuperato il cadavere della 52enne travolta dal fiume Bormida e dispersa da questa mattina a Sezzadio, nell’Alessandrino. La donna si stava recando al lavoro, in una casa di riposo della zona, e dopo aver lasciato la sua auto si è incamminata a piedi lungo la strada provinciale 186, utilizzando il telefono cellulare per far luce nel buio. Presa dal panico per il livello dell’acqua, che continuava a salire, quando ha raggiunto l’auto, che nel frattempo aveva superato le transenne violando il divieto di circolazione, ci si è aggrappata. La donna sperava così di salvarsi, ma una ondata di piena ha travolto il mezzo e la donna.
Fa paura il Po, che ha rischiato di inghiottire Cardè, il primo comune della Pianura Padana, nel Cuneese, mentre a Torino ha sommerso i Murazzi.
Sono circa mille le persone isolate in Valle d’Aosta a causa delle valanghe che hanno portato alla chiusura di alcune strade regionali. Le situazioni più critiche nella valle del Lys, dove Gressoney-La-Trinité è isolata a causa delle slavine che incombono sulla regionale. Interrotta anche la strada che porta a Champorcher a causa di una valanga finita sulla carreggiata. Chiuso anche il tratto finale della strada della Val Savarenche. In tutta la Regione, l’allerta meteo è arancione. Convocato d’urgenza il comitato viabilità.
Due escursionisti sono bloccati dalla neve ai 2.200 metri del bivacco Rattazzo, nel territorio di Sauze di Cesana (Torino). L’elevato rischio di valanghe, 4 su una scala di 5, ha impedito al Soccorso Alpino, contattato dagli stessi escursionisti, di intervenire e le ridotte condizioni di visibilità non consentono all’elicottero di alzarsi in volo. Per questo motivo si è deciso di aspettare il probabile miglioramento delle condizioni meteo.
È stato di 129 centimetri il picco dell’acqua alta a Venezia alle ore 9. Le previsioni di una marea massima di 140 centimetri non si sono concretizzate. Il Centro maree del Comune di Venezia, informa che si deve attendere ancora un po’ per sapere la marea massima che interesserà la laguna, in particolare la Punta della Salute.
Con il Po ormai a due metri sopra lo zero idrometrico, si è concluso a Cremona il vertice in prefettura con tutte le forze di polizia e gli enti coinvolti nella sorveglianza del grande fiume, a partire dai comuni rivieraschi. Confermato per domani sera, 25 novembre, il colmo di piena, si sta provvedendo a liberare le aree che saranno certamente interessate dall’esondazione a cominciare dalle pertinenze esterne delle società canottieri della città. Massima allerta nei paesi tradizionalmente più esposti: Spinadesco, San Daniele Po, Torricella del pizzo e Casalmaggiore, dove si prevede che il fiume arrivi ai piedi degli argini maestri. Codice rosso il livello di criticità idraulica emesso dal centro di monitoraggio rischi naturali di Regione Lombardia.
Al Sud problemi in Campania, dove è straripato il fiume Sarno, e in Calabria, dove gli allagamenti hanno causato non pochi disagi.
l fiume Sarno soprattutto nella zona della foce resta “sorvegliato speciale” anche nelle prossime ore.
L’acqua alta non è soltanto a Venezia. Il fenomeno si può determinare anche in Calabria, come è successo oggi. Solo che in questo caso, a provocare gli allagamenti abbondanti di strade, sottopassi, case, scantinati e negozi non è il mare ma l’acqua piovana, che a causa della mancata attuazione dei necessari interventi per il deflusso, come la manutenzione e lo sblocco di grate e tombini, si accumula, determinando condizioni di disagio e pericolo per la popolazione. A Reggio ma anche in altre località della Calabria, in particolare a Lamezia Terme, si sono vissuti momenti di paura oggi per le piogge abbondanti. I vigili del fuoco hanno dovuto rispondere a decine di richieste di soccorso soprattutto da parte di automobilisti rimasti bloccati con le loro vetture nelle strade allagate e di persone che abitano in locali a piano terra letteralmente sommersi dall’acqua.
Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha disposto la chiusura per domani, 25 novembre, delle scuole di ogni ordine e grado “in seguito al perdurare – è detto in un comunicato – delle condizioni di allerta meteo in relazione al messaggio di allertamento diffuso dalla Sala operativa della Protezione civile della Regione Calabria”. “L’Amministrazione comunale – si afferma ancora nella nota – invita i cittadini, per la giornata di domani, alla massima prudenza, richiamandosi alle raccomandazioni della Protezione civile”.