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Dipartimento di Stato Usa approva vendita di armi per 2,2 miliardi a Taiwan

| 10 Luglio 2019 | ESTERI

Il dipartimento di Stato americano ha approvato la vendita di armi per 2,2 miliardi di dollari a Taiwan irritando la Cina, che considera l’isola una propria provincia separatista.

Il grosso della partita di armi ed equipaggiamenti militari è composto da 108 carri armati Abrams M1A2T e 250 missili antiaerei Stinger. Ora che il dipartimento di Stato ha approvato la vendita, il Congresso ha trenta giorni di tempo per votare contro, bloccandola, anche se sembra improbabile che ciò avvenga.

La mossa di Washington ha fatto irritare Pechino che considera Taiwan una provincia separatista. La Repubblica Popolare nei prossimi decenni è intenzionata a risolvere la questione di Taiwan, cioè vuole unificare l’isola al resto del continente. I funzionari di Pechino, compreso il presidente Xi Jinping, non hanno mai escluso l’uso della forza.

Il ministero degli esteri cinese ha chiesto agli Stati Uniti di “cancellare immediatamente” la vendita di armi a Taipei. Geng Shuan, portavoce del ministero degli esteri cinese, ha affermato che l’iniziativa americana “interferisce esageratamente con gli affari interni della Cina e mina la sovranità e gli interessi di sicurezza della Cina”. Il portavoce ha precisato anche che la vendita di armi a Taiwan viola il Consenso del 1992 secondo cui esiste una sola Cina. Sulla base di questa intesa, tutti gli Stati del mondo, con qualche eccezione, riconoscono la Repubblica Popolare di Cina ma non riconoscono la Repubblica di Cina, quella che è colloquialmente nota come Taiwan.

Sulla base del Consenso del 1992, gli Stati Uniti non intrattengono relazioni diplomatiche formali con la Repubblica di Cina, né la riconoscono.

L’ambiguo status di Taiwan è una conseguenza che si trascina da settant’anni della guerra civile cinese . Nel 1949 la guerra civile cinese – che vide contrapporsi i comunisti di Mao Zedong ai nazionalisti di Chiang Kai-shek – si concluse con la vittoria dei primi. Il 1° ottobre di quell’anno i comunisti proclamarono la Repubblica Popolare di Cina mentre i nazionalisti fuggirono a Taiwan dove stabilirono il governo della Repubblica di Cina, che venne proclamata già nel 1912 dopo la caduta dell’impero. Le due Cine non si riconoscono a vicenda e Pechino rivendica Taiwan come propria provincia.

La vendita di armi giunge in un momento delicato. Stati Uniti e Cina stanno cercando di far ripartire i negoziati tesi al raggiungimento di un accordo commerciale che metta fine alla guerra dei dazi.

Dal canto suo, il governo di Taiwan ha espresso “sincera gratitudine” nei confronti degli Stati Uniti. “Taiwan velocizzerà i suoi investimenti nella difesa e continuerà ad approfondire i legami in questo settore con gli Stati Uniti e con i paesi che condividono ideali simili” ha  dichiarato Chang Tun-han, portavoce della presidente di Taiwan.

Taiwan è, e sarà sempre di più nei prossimi anni, uno degli epicentri di tensione geopolitica – insieme al Mar Cinese Meridionale e Orientale – tra gli Stati Uniti e i loro alleati regionali e la Cina.

TAG: carri armati Abrams, Chiang Kai-shek, Cina, Dipartimento di Stato Usa, Donald Trump, guerra civile cinese, guerra commerciale, guerra dei dazi, Mao Zedong, missili Stinger, Pechino, Repubblica di Cina, stati uniti, Taipei, Taiwan, vendita di armi, Washington, Xi Jinping
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