
La violenza inaudita, che arriva ogni secondo dalle notizie di cronaca, descrive senza discussione, una società allo sbaraglio. Rabbia, follia omicida, droga, alcol ecc.
La lista è lunga. Dall’ansia alla difficoltà di concentrazione, dalla rabbia alla paura di deludere: 8 ragazzi su 10 hanno una qualche forma di disagio psicologico, più o meno grave. Ma meno di uno su 10 si dice disponibile a parlarne con un esperto.
A descrivere i contorni di un’emergenza, ma anche le possibili armi per affrontarla, è il convegno “Sfide e prospettive in psichiatria infantile e dell’adolescente”, in corso all’Istituto Superiore di Sanità(Iss). Secondo i dati di una ricerca condotta nel 2019 da Telefono Azzurro e Doxa Kids, condotta su un campione di 611 ragazzi tra i 12 e i 18 anni, è emerso che l’83% dei giovanissimi denuncia una difficoltà dal punto di vista psichico, che ha poi spesso ripercussioni anche sull’intero organismo.
Di questi, un terzo ha difficoltà di concentrazione, uno su 4 insonnia, altrettanti temono di non essere all’altezza delle aspettative e uno su 5 soffre di attacchi di rabbia. Falsi miti, il distacco dalla realtà, sta spingendo molti giovani verso l’abisso. Una recente ricerca pubblicata sul Journal of Abnormal Psychology, sottolinea l’aumento tra i giovanissimi di disturbi mentali, come ansia e depressione.
Lo studio è stato condotto da Jean Twenge, autrice del libro “iGen” e docente di psicologia presso la San Diego State University; ha coinvolto oltre 200.000 adolescenti di 12-17 anni tra 2005 e 2017, e quasi 400.000 adulti di 18 anni o più per un periodo che va da 2008 a 2017. Il tasso di individui che hanno riferito sintomi depressivi è aumentato del 52% negli adolescenti tra 2005 e 2017 (passando dall’8,7% al 13,2% dei teenager) e del 63% tra i giovani adulti di 18-25 anni tra 2009 e 2017 (passando dall’8,1% al 13,2%).
C’è stato anche un aumento del 71% dei giovani adulti che hanno lamentato forte stress (dal 7,7 al 13,1%) e del 43% del tasso di giovani che hanno dichiarato di pensare al suicidio (dal 7 al 10,3% dei giovani). Inoltre, per l’OMS al primo posto nella classifica delle problematiche legate alla salute mentale globale c’è la depressione, che non conosce distinzioni di tipo socioeconomico, perché colpisce indistintamente tutti.
C’è poi un abbassamento dell’età in cui si presentano questi disturbi, così come si abbassa l’età dei suicidi. La Società Italiana di Farmacia Ospedaliera ha reso noto qualche tempo fa che la media nazionale dei ricoveri per problemi psichiatrici negli giovani post adolescenza è salita a 27 al giorno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, purtroppo, lo aveva già previsto anni fa, e la percentuale disturbi mentali nei giovani è destinata ad aumentare fino al 20% nel 2020.
La depressione giovanile è in crescita costante e si presume che nel 2030 sarà la patologia cronica più diffusa tra i giovanissimi. La via dei farmaci non è spesso risolutiva. Soltanto da poco si sta prendendo in seria considerazione (grazie anche agli studi medico-scientifici) la pratica dello Yoga, Meditazione, come sentiero verso la guarigione.
La meditazione aiuta in maniera naturale a combattere ansia e depressione. Stando ai risultati di una ricerca pubblicata qualche anno fa, dalla Johns Hopkins University School of Medicine sulla rivista JAMA Internal Medicine sarebbero sufficienti 30 minuti di esercizio giornalieri per migliorare il proprio stato di salute. Secondo quanto riferito dal Dr. Madhav Goyal della Division of General Internal Medicine della Johns Hopkins University School of Medicine, gli effetti della meditazione su disturbi quali ansia e depressione sarebbero maggiori rispetto a quanto si crede.
Nella nuova analisi, condotta su alcuni precedenti studi specifici, i ricercatori hanno valutato la variazione della sintomatologia in quei pazienti che mostravano effetti come insonnia o fibromialgia, anche in assenza di alcuna tipologia di disturbo mentale. Sono stati analizzati 47 prove cliniche condotte nell’estate 2013 su circa 3.500 soggetti, le quali affrontavano i termini di una possibile relazione tra la pratica della meditazione e vari disturbi mentali quali ad esempio depressione, ansia, stress e insonnia, oppure patologie come l’infarto, il diabete e le forme tumorali.
Alcuni progressi di un certo rilievo sono stati evidenziati nei soggetti, per quanto riguarda l’ansia e la depressione, dopo circa 8 settimane di pratica meditativa, nello specifico una serie di esercizi che traggono origine dalla forma buddista della “meditazione di consapevolezza”.
Contro ansia e depressione possono essere quindi d’aiuto alcune pratiche di respirazione tipiche dello Yoga, oltre alcune posizioni facili da eseguire per ritrovare il proprio benessere psicofisico.