
Israele e Hamas, l’organizzazione fondamentalista islamica che controlla la striscia di Gaza, hanno raggiunto un accordo per il cessate il fuoco entrato in vigore alle 4:30 di oggi.
Il cessate il fuoco, raggiunto grazie alla mediazione di Egitto e Nazioni Unite, giunge dopo un fine settimana particolarmente sanguinoso che ha destato timori per lo scoppio di una nuova, ennesima guerra. L’escalation di violenza del fine settimana, caratterizzato da bombardamenti missilistici reciproci, ha lasciato sul campo 23 morti palestinesi e 4 morti israeliani. L’esercito israeliano ha reso noto che le restrizioni imposte ai cittadini del sud del paese per tutelarne la sicurezza sarebbero state rimosse alle 7:00 mentre il ministero dell’istruzione israeliano ha annunciato che oggi le scuole sarebbero state aperte.
Per il momento si può tirare un sospiro di sollievo, la guerra aperta sembra essere stata evitata. Ad ogni modo, la tensione tra Israele e Hamas continua, come sempre, ad essere molto alta. Da quando l’organizzazione fondamentalista ha preso il controllo della striscia ci sono state tre guerre tra Gaza e Israele: 2008-2009; 2012; 2014. L’ultima guerra, avvenuta nei mesi di luglio e agosto del 2014, nome in codice israeliano Margine di protezione, causò la morte di circa 2 200 persone.
In tarda mattinata il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto un annuncio in cui ha rivendicato i successi della breve campagna militare. “Negli ultimi due giorni abbiamo colpito Hamas e Islamic Jihad (un’organizzazione fondamentalista che opera nella striscia e che è considerata terroristica da Israele e da altri paesi, nda) con grande forza. Abbiamo colpito 350 bersagli. Abbiamo colpito leaders e agenti terroristi e distrutto edifici dei terroristi. La campagna non è finita, e richiede pazienza e sagacia. Siamo pronti a continuare. L’obiettivo è stato – e rimane – garantire quiete e sicurezza ai residenti del sud. Esprimo le mie condoglianze alle famiglie dei morti e faccio gli auguri di pronta guarigione ai feriti” ha dichiarato il premier israeliano, fresco della vittoria incassata alle elezioni politiche dello scorso mese.
L’escalation di tensione del fine settimana giunge in un periodo particolare per Israele. Nei prossimi giorni si celebreranno la festa dell’indipendenza e la giornata della memoria dei caduti in guerra e delle vittime del terrorismo, le due più importanti feste nazionali in Israele. Inoltre, tra il 14 e il 18 di questo mese, il paese ospiterà l’edizione 2019 dell’Eurovision Song Contest.
Adbul Latif al-Kanoo, un portavoce di Hamas, ha espresso un’opinione critica di questo accordo. “Qualsiasi accordo che non obblighi Israele a mettere fine all’assedio della nostra gente è fragile ed è destinato a collassare prima o poi”.
Le parole del premier israeliano e del portavoce di Hamas lasciano intendere che la tensione tra Israele e la striscia rimane alta, così come è sempre stata da quando Hamas ne ha preso il controllo nel 2007.
Gli scontri del fine settimana hanno suscitato le reazioni dei leaders internazionali. Il presidente americano Donald Trump, che in numerose occasioni ha dimostrato di sostenere Israele senza se e senza ma, non ha perso l’occasione per manifestare l’appoggio incondizionato all’alleato mediorientale. “Supportiamo Israele al 100 % nella difesa dei suoi cittadini” ha scritto il presidente americano su Twitter.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso una “ferma condanna” per i lanci di missili da Gaza contro Israele e ha riaffermato “il diritto di Israele alla sicurezza e la legittimità delle aspirazioni del popolo palestinese”. Inoltre, l’inquilino dell’Eliseo ha annunciato che “la Francia sostiene la mediazione dell’Onu e dell’Egitto”.
Ieri, prima che venisse annunciato il cessate il fuoco, il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi aveva già condannato con fermezza il lancio di missili contro il territorio israeliano, ribadendo che Israele, al pari di ogni Stato, ha diritto all’autodifesa e ha rinnovato, a nome dell’Italia, un forte appello affinché cessassero le aggressioni e le violenze.
Poche ore dopo l’annuncio del ministro Moavero Milanesi è entrato in vigore il cessate il fuoco. Aggressioni e violenze sono terminate, per quanto però non si sa.