Ha tenuto banco in questi giorni la vicenda della giovane attivista ambientalista svedese Greta Thunberg che ha catalizzato l’attenzione dei principali media nazionali ed esteri ed ha aperto il consueto dibattito – anche infarcito di haters – sui social, deformando come sovente accade la notizia originaria nella sua veridicità.
di fatto, disinformazione, non è stato un drappello di utenti dei social ma il Corriere della Sera. Nell’home page del sito on line del quotidiano di Via Solferino faceva bella mostra di sé un pezzo a firma di Francesco Tortora che nel titolo definiva falsa la foto di Greta in treno intenta a mangiare cibo confezionato in plastica. Una toppa clamorosa, frutto non tanto di una svista, ma della mancanza di uno dei principi fondamentali di chi per professione fa informazione, la verifica delle fonti.
Twitter ufficiale di Greta e ci siamo immediatamente accorti che la foto in questione era tutt’altro che falsa, ma anzi postata dalla ragazza il 22 gennaio in viaggio verso la Danimarca. A questo punto abbiamo deciso di rispondere sui profili social ufficiali Twitter e Fb del Corriere avvisandoli della loro fake news. Nel giro di poco e senza rispondere alla nostra segnalazione, alla faccia della interazione con gli utenti, il titolo, cosi come la notizia è stato stravolto alla chetichella, facendo scomparire l’aggettivo ‘falsa’ riferito alla foto di Greta.
la mancanza di stile. La correzione in corso d’opera è stata si fatta sul sito on line del Corriere, ma non su i social Twitter e Facebook che continuano, almeno finché scriviamo, a riportare l’originaria versione erronea.
siamo alla schizofrenia dell’informazione e a un esercizio di malcelata improvvisazione. Che tutto questo avvenga sul Corriere della Sera, con la sua platea di lettori e di follower su un tema di attualità come l’ambiente, non fa sorridere, mette tristezza riflettendo circa lo stato dell’informazione nel nostro Paese.