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Tra 5 anni più verdura a tavola e meno carni rosse

| 20 Novembre 2018 | IL FORMAT

Da Platone a Nietzsche , da Gandhi a Benjamin Franklin. La lista è lunga dei personaggi che nel corso della storia hanno scelto una sana alimentazione vegetariana/vegana. Ad oggi secondo uno studio condotto da Italiani.coop, strumento di analisi e approfondimento sui mutamenti della società curato dall’Ufficio Studi Coop, tra cinque anni quasi tutti gli italiani rinunceranno alle carni rosse per preferire un regime alimentare più salutista con la scelta di frutta e verdura.

L’indagine, realizzata interpellando un campione di 7000 persone tra i 18-65 anni e fatta per singola regione, ha messo in luce nello specifico la differenza tra chi dichiara che aumenterà il consumo dell’alimento nei prossimi cinque anni e chi lo ridurrà. Dai risultati è emerso un +38 di scelta per verdura fresca o cotta e un +37% per la frutta contro un -25% per le carni rosse e un -25% per salumi e affettati. Sale il pesce (+26%), legumi (+27%) e carne bianche (+10%). In diminuzione i formaggi con un -12%.

I ricercatori segnalano inoltre una rinuncia alla pasta che insieme al riso registra solo +1% nel calcolo delle previsioni culinarie contro il 54% attuale. L’analisi di mercato offre inoltre una panoramica sulle attuali scelte quotidiane con una preferenza per le carni rosse, a livello nazionale, pari a un 8% contro un 13% delle carni bianche e il 7% del pesce. Alte le preferenze per frutta (71%), verdura(65%) e legumi (16%). Infine i formaggi si attestano a un 27% e i salumi e gli affettati al 16%. Non mancano studi che dimostrino i chiari benefici sulla salute, delle diete vegane e vegetariane e molte di queste diete indicano come questi benefici aumentino, nel momento in cui l’individuo diminuisce la quantità di consumo di prodotti animali. “Gli studi stanno confermando i benefici sulla salute di chi non mangia carne. Oggi, una alimetazione vegetale è vista non solo come sufficiente da un punto di vista nutrizionale, ma anche come un modo per ridurre il rischio di molte malattie croniche” – Harvard Medical School.

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Per esempio, l’American Dietetic Association ha fatto sentire il suo peso con un documento che conclude: “diete vegetariane adeguatamente pianificate, incluse le diete vegane o vegetariane totali, sono sane, adeguate da un punto di vista nutrizionale e possono fornire quei benefici alla salute, utili nella prevenzione e nel trattamento di certe malattie” .

Il Professor Umberto Veronesi (scienziato, uno dei più famosi oncologi al mondo, docente universitario e anche ex-Ministro della Salute) in una vecchia intervista disse: “Le proteine animali non servono a niente, servono solo a complicare la vita al nostro fegato e ai nostri reni. Da tenere in conto che i vegetariani vivono in media sette anni in più dei non vegetariani. La carne non serve a niente, se mai, rende tutto più complesso nel nostro metabolismo”. L’organizzazione mondiale della sanità attraverso la Iarc, l’agenzia sulla ricerca contro il cancro, ammette che il consumo di carne rossa è probabilmente cancerogeno sugli esseri umani. Le carni lavorate, spiega l’Oms, includono le carni che sono state trasformate “attraverso processi di salatura, polimerizzazione , fermentazione, affumicatura, o sottoposte ad altri processi per aumentare il sapore o migliorare la conservazione“.

Parliamo quindi di hamburger, wurstel, salumi e insaccati che risultano essere cancerogeni tanto quanto il fumo di sigaretta. In una stampa rilasciata dall’OMS in collaborazione con la Iarc si legge che ogni porzione di appena 50 grammi di carne lavorata aumenta il rischio di sviluppare una forma di cancro colon-rettale del 18%. Uno studio condotto dai ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston su circa 18500 donne ha confermato che le donne che facevano un uso più elevato di proteine animali hanno evidenziato un rischio maggiore del 40% di manifestare infertilità ovulatoria confrontate con le donne con i più bassi consumi. Si è inoltre verificato che assumere il 5% delle calorie totali della dieta sotto forma di proteine vegetali può dimezzare il rischio di infertilità.

Infine, il World Cancer Research Fund e l’American Institute for Cancer resource già nel 1997 avevano dettato alcune linee guida anticancro ritenendo opportuno aumentare le quantità di alimenti di origine vegetale variando il più possibile la scelta di frutta e verdura, cereali, legumi, frutta secca e semi oleaginosi.

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