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Social come una droga, senza per 7 giorni si va in crisi d’astinenza

| 18 Novembre 2018 | IL FORMAT

Nell’epoca super tecnologica tutto è possibile… Ogni dipendenza provoca una forma di schiavitù. Oggi i social sono come una droga, anche astenersi per poco tempo dall’uso di piattaforme come Facebook e Whatsapp dà sintomi simili a quelli di astinenza da sostanze stupefacenti. È emerso da uno studio pubblicato sulla rivista Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, secondo cui bastano appena sette giorni senza social come – anche senza essere totalmente disconnessi, con libertà d’uso di sms, e-mail e telefono – per manifestare sintomi simili a quelli dell’astinenza da droghe: dall’ansia, alla noia, ai cambiamenti di umore. Lo studio suggerisce anche che meno del 15% delle persone ce la farebbe a stare senza social per un’intera settimana. Sono i segni dei nostri tempi del resto. Poco tempo fa, la dottoressa Mandy Saligari – psicologa esperta di dipendenze e relazioni familiari – aveva sottolineato: “Dare ai vostri bambini uno smartphone è come dargli un grammo di cocaina”.

La dottoressa Saligari è a capo della clinica di riabilitazione Harley Street Charter e due terzi dei sui pazienti sono ragazzi tra i 16 e i 20 anni, ma molti sono anche più giovani. Negli dieci anni il numero di adolescenti assistiti dalla struttura è cresciuto in maniera esponenziale. “Dico sempre che dare ai vostri figli piccoli uno smartphone o un tablet è come dargli una bottiglia di vino o un grammo di cocaina” sostiene la terapista mettendo in guardia i genitori dai rischi di dipendenza da social network. Aveva fatto discutere la notizia dell’esistenza di un centro di disintossicazione da smartphone e dispositivi elettronici pensato per gli adolescenti statunitensi. La struttura si trova vicino Seattle e offre assistenza ai giovani che passano gran parte della giornata davanti ai videogame o su internet. “Perché prestiamo meno attenzione a queste cose rispetto che alle droghe o all’alcol?” prosegue Mandy Saligari. “Convincere gli adolescenti ad abbandonare lo smartphone è molto complicato, per loro è come se fosse una terza mano, ma non penso sia impossibile, le scuole che chiedono ai giovani di passare del tempo lontano dal loro telefono sono fantastiche. Se riesci ad accorgerti in tempo del problemi puoi insegnare ai tuoi figli ad autodisciplinarsi” conclude la dottoressa.

C’è un altro aspetto fondamentale: le onde elettromagnetiche dei cellulari possono poi provocare una malattia che rende il corpo sensibile all’esposizione ai campi magnetici, nonché intollerante alle sostanze chimiche. Questa malattia ha un nome: elettrosensibilità. Malattia poco nota ed altrettanto poco riconosciuta che rientra nelle patologie da sensibilità chimica multipla. Ed i bambini? Uno studio svolto in Spagna, a Marbella, dall’Istituto di Ricerca Neuro-diagnostica e pubblicato dal Sunday Mirror spiega come le onde elettromagnetiche dei telefoni cellulari interferiscano con l’attività cerebrale dei bambini. Lo studio condotto su “cavie umane” (due ragazzini di 11 e 13 anni) mostra come le onde emanate dai cellulari disturbino l’attività cerebrale dei ragazzini anche a distanza di un’ora dal loro utilizzo. Le radiazioni dei cellulari influirebbero anche su umore, concentrazione e capacità di apprendimento. Consigli utili: è ormai quasi impossibile rinunciare all’uso dei cellulari! Alcuni consigli però possono rivelarsi utili a ridurre l’assorbimento di onde e radiazioni da parte del corpo umano. Tenere i cellulari ad una distanza di circa 40 cm dal corpo, evitare di tenerli in tasca anche se in standby e poi si consiglia di spegnere i cellulari durante le ore notturne per permettere alle cellule del corpo di lavorare su eventuali danni al DNA riparandoli.

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