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Yemen, Oxfam: ogni tre ore muore un civile

| 28 Ottobre 2018 | ESTERI

“Dall’inizio di agosto ogni tre ore muore un civile nei combattimenti nello Yemen” a dirlo è Oxfam, una confederazione britannica a cui fanno capo 20 organizzazioni non governative impegnate nella lotta alla fame e alla povertà a livello globale. Lo Yemen, il paese più povero del Medio Oriente situato all’estremità sud-occidentale della penisola Arabica, è da quasi tre anni e mezzo il campo di battaglia di una sanguinosa guerra civile. Per scoprire come la situazione interna allo Yemen è degenerata in una guerra civile in cui sono coinvolti anche attori internazionali, potete leggere l’articolo che abbiamo scritto in merito cliccando qui.

Oxfam chiede a “Regno Unito, Stati Uniti e ad altri paesi di fermare la vendita di armi all’Arabia Saudita per via del disprezzo che essa sta dimostrando nei confronti dei civili” yemeniti. Lo scorso agosto un bombardamento dell’aviazione militare saudita ha colpito un mercato in cui sostava uno scuolabus carico di bambini. Il bilancio del bombardamento fu di 51 morti, tra cui 40 bambini, e 76 feriti, di cui 56 bambini. Ma le stragi di civili da parte dell’Arabia Saudita non si fermano. Mercoledì 24 ottobre l’aviazione militare di Riad ha bombardato un mercato ortofrutticolo nella città di Bayt al-Faqih uccidendo 21 persone e ferendone 11. Tra le vittime ci sarebbero anche dei bambini. Bayt al-Faqih si trova a una sessantina di chilometri a sud-est di Al-Hudaydah, città portuale affacciata sul Mar Rosso dove da mesi si sta combattendo una battaglia tra i miliziani Huthi e i gruppi armati supportati dalla coalizione a guida saudita. Quello di mercoledì è solo l’ultimo (per ora) di una lunga serie di bombardamenti che nel corso di questi tre anni e mezzo ha ucciso migliaia di civili yemeniti.

Ma i bombardamenti sono solo una delle minacce che quotidianamente mettono in pericolo la vita della popolazione yemenita. “Gli yemeniti devono affrontare la triplice minaccia della guerra, della fame e della malattia” si legge nel comunicato di Oxfam. “Tra il 1° agosto e il 15 ottobre – prosegue il comunicato – 575 civili sono rimasti uccisi nei combattimenti, tra cui 163 bambini e 63 donne. Ci sono stati più di 1,1 milioni di casi di colera negli ultimi 18 mesi, di cui più di 2.000 si sono rivelati fatali. Nello stesso periodo ci sono stati più di 100 morti per dissenteria. Le Nazioni Unite hanno fatto sapere questa settimana che più di 14 milioni di persone potrebbero morire di fame se la guerra continua.”

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La situazione umanitaria dello Yemen è catastrofica. Si tratta della più grave crisi umanitaria al mondo. Forse la peggiore dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Anzi, secondo le Nazioni Unite, la carestia che sta colpendo lo Yemen “potrebbe essere la peggiore degli ultimi 100 anni”. I bombardamenti indiscriminati della coalizione a guida saudita, oltre a fare migliaia di vittime tra i civili, hanno distrutto le poche infrastrutture presenti nel poverissimo paese arabo. Ospedali, scuole, mercati affollati, acquedotti e reti fognarie sono stati colpiti dai bombardamenti. La distruzione delle infrastrutture, unita al blocco aero-navale imposto da Riad che ha praticamente azzerato le importazioni dello Yemen, ha posto le basi per la diffusione delle malattie e della fame che stanno colpendo una popolazione intera. Lo Yemen dipende dalle importazioni per soddisfare il proprio fabbisogno di medicinali, farmaci e carburante.

L’Arabia Saudita è da qualche settimana al centro delle cronache internazionali per via dell’uccisione del giornalista saudita Jamal Khashoggi che scriveva, tra gli altri, per il quotidiano statunitense The Washington Post. Khashoggi era finito da tempo in rotta di collisione con il governo del suo paese, in particolare con il principe ereditario Mohammad bin Salman, de facto leader dell’Arabia Saudita. Dagli Stati Uniti, Khashoggi ha fatto sentire la sua voce ostile nei confronti di Riad. In particolare, il giornalista fu un tenace critico dell’intervento del suo paese nella guerra civile yemenita. In uno dei suoi ultimi articoli sul Washington Post, datato 11 settembre 2018, Khashoggi ha sottolineato, tra le altre cose, il danno d’immagine che l’Arabia Saudita sta subendo a causa della sua disumana campagna militare nello Yemen e ha criticato aspramente Mohammad bin Salman.

Sulla questione della guerra civile yemenita è intervenuto pure Bernie Sanders, senatore americano per lo Stato del Vermont e candidato alla nomination presidenziale con il partito democratico alle scorse elezioni del 2016. In un articolo pubblicato sul New York Times, Sanders ha espresso con determinazione la necessità da parte degli Stati Uniti di mettere fine al loro coinvolgimento nella guerra civile yemenita a fianco dell’Arabia Saudita. “Il coinvolgimento americano in questa guerra non è stato autorizzato dal Congresso perciò è incostituzionale” ha affermato. “Gli Stati Uniti – continua – sono profondamente impegnati in questa guerra. Vendiamo bombe alla coalizione a guida saudita, riforniamo i loro aerei prima che le sgancino e li assistiamo con l’intelligence”. Sanders dichiara che “bisogna far capire ai sauditi che non hanno carta bianca per continuare a violare i diritti umani” perciò “gli Stati Uniti devono ridefinire la loro relazione con l’Arabia Saudita”.

Intanto, occorre constatare per l’ennesima volta quanto questa guerra sia assente dai media, specialmente quelli nostrani, troppo occupati a fare da portavoce ai leader dei partiti politici. Quando i notiziari e i quotidiani del nostro paese parlano del Medio Oriente raccontano solo ed unicamente le vicende legate all’infinita guerra civile siriana. La guerra dello Yemen, sebbene stia producendo conseguenze umanitarie addirittura peggiori di quelle della Siria, continua a non essere pervenuta sui nostri mezzi d’informazione e così la maggior parte dell’opinione pubblica rimane all’oscuro della catastrofe che sta accadendo in quell’angolo sperduto d’Arabia.

TAG: Arabia Saudita, armi, Bernie Sanders, blocco aero-navale dello Yemen, bombardamenti, civili, colera, fame, guerra civile yemenita, guerra dello Yemen, Jamal Khashoggi, Medio Oriente, mezzi d'informazione, Mohammad bin Salman, opinione pubblica, Oxfam, popolazione yemenita, stati uniti, Yemen
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