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Mured e Mukwege vincono il Nobel per la Pace: dure esperienze che dovrebbero far scuola all’Occidente

| 6 Ottobre 2018 | ATTUALITÀ, ESTERI

Il premio Nobel per la Pace 2018 è stato assegnato a Nadia Mured e Denis Mukwege per la loro lotta contro gli stupri di guerra, la più antica delle armi usate in qualsiasi conflitto, sia civile che transnazionale.

Chi sono queste due figure insignite del più alto riconoscimento per la più elevata delle Cause?

Nadia Mured, classe 1993, è una ragazza curda irachena, attivista per i Diritti Umani.
All’età di 19 anni il suo villaggio nel nord dell’Iraq fu accerchiato dai militanti dello Stato Islamico, che uccisero 600 persone, tra cui 6 suoi fratelli e, assieme alle ragazze più giovani della sua comunità, fu fatta prigioniera e resa schiava sessuale per tre anni, fino a quando riuscì a scappare dal suo rapitore e a uscire dal territorio sotto il controllo dell’Isis grazie all’aiuto del suo vicino di casa.
Grazie al programma “Beden-Wurttemberg” del Governo tedesco, riuscì, assieme ad un migliaio di donne e bambini profughi, a raggiungere la Germania, ove ella tutt’ora vive.

Denis Mukwege, nato nel 1955, congolese, fondò nel 1999 il Panzi Hospital nel villaggio di Bukavu, ove egli stesso lavora curando le donne che hanno subito violenze sessuali. Mukwege si è preso cura di oltre 85.000 pazienti, per la maggior parte vittime di stupri avvenuti durante le guerre nel Congo, sino ad arrivare persino ad eseguire dieci interventi chirurgici al giorno.

Questi due eroi hanno scoperto con l’esperienza quanto orribile possa essere la guerra e bestiale possa essere l’uomo. Hanno compreso che per far la guerra non c’è bisogno necessariamente di grandi tecnologie, addestramenti, organizzazione, ma dell’agghiacciante crudeltà che ogni individuo può aver celato in se stesso.

Nel campo di battaglia, che sia una trincea, una strada, un cella per prigionieri o persino un letto, si è animati unicamente, non tanto dall’istinto di sopravvivenza, ma al contrario, dal desiderio di distruzione.
Infatti, durante la guerra vien meno la nostra morale, ma non la nostra ragione, perché quest’ultima aiuta ad avere più fantasia possibile nel procurare dolore e umiliazioni all’oppositore.

I due neo-premiati al Nobel per la Pace lo hanno capito molto bene, e per questo hanno dedicato anima e corpo per combattere questi crimini silenziosi contro l’umanità.

Sì, crimini contro l’umanità, e indirettamente, contro ognuno di noi, infatti: Siria, Congo,Yemen, Arabia Saudita, Libia, Thailandia,Turchia,Ucraina e numerosi altri Paesi in Medio Oriente, Asia, Africa, Sud America e persino nell’est Europa, zone in cui sono presenti guerre, regimi autoritari e dittature; che cosa sarebbe successo se solo noi fossimo nati e cresciuti in una di quelle realtà, o se quelle stesse realtà, frutto della guerra, fossero giunte fin qui? Cosa sarebbe successo se solo avessimo avuto anche noi questa sfortuna? Sicuramente, una di quelle donne, ragazze e bambine che sono state violentate, poteva essere tranquillamente nostra madre, nostra sorella, nostra figlia, nostra nipote. Così come, tra quelle centinaia di migliaia di uomini, ragazzi e bambini uccisi nei conflitti tutt’ora in atto, avremmo potuto trovare nostro figlio, nostro padre, nostro fratello, un nostro caro. Ma noi, Europa e Nord America, per l’appunto, siamo stati oltremodo fortunati.

La nostra fortuna consiste nell’essere cresciuti in un Continente con una base istituzionale di origine Greco-Romana (oltre a una gamma di valori Giudaico-Cristiani), unita ad un territorio relativamente piccolo, abitato da molteplici sovrani ambizioni e da avventurieri temerari , ci hanno permesso di avere uno sviluppo così veloce da arrivare a colonizzare il resto del mondo, e portarlo addirittura a combattere per i nostri interessi.
Persino durante le guerre mondiali, che altro non erano che conflitti d’interesse e di ideologie tra Nazioni Europee, sono stati coinvolti Paesi provenienti da tutti i Continenti del globo, non perché si sentissero parte in causa, ma perché subordinati agli europei (ad eccezione degli USA) e costretti a combattere.

Ma adesso, che questi Paesi sono “indipendenti”, vengono lasciati a se stessi e in balia della guerra e delle dittature (per la maggioranza finanziate da noi). Eppure, malgrado i settanta anni di pace che viviamo all’interno del nostro Continente siano frutto del sangue di milioni di soldati e civili provenienti anche da queste Nazioni, che non centravano nulla, l’Europa e i grandi Paesi del mondo si disinteressano totalmente di loro, a meno ché non ci trovino un concreto guadagno.

Nadia Mured e Denis Mukwege hanno vinto il Premio Nobel per la Pace, non perché si erano posti l’obbiettivo di raggiungere tale riconoscimento, ma perché il loro unico interesse non era che la Pace. Solo questo darebbe a loro, una ragazza irachena e un uomo congolese, il diritto di fare scuola all’Occidente, che altro non fa che arrogarsi il ruolo di custode della democrazia, dello sviluppo, della libertà e della pace nel mondo.

TAG: Denis Mukwege, Diritti Umani, guerra, Nadia Mured, Premio Nobel per la Pace 2018, Stupri di guerra
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