Lo Yemen è il paese più povero del Medio Oriente. Situato nell’estremità sud-occidentale della penisola arabica, esso deteneva tale poco invidiabile primato già prima della guerra civile. Inevitabilmente, l’attuale conflitto ha peggiorato ulteriormente l’economia del paese e la qualità della vita dei cittadini.La guerra, scoppiata nella primavera 2015, vede contrapposte da un parte le milizie del gruppo armato sciita Huthi e dall’altra le truppe del presidente Hadi supportate da una coalizione di paesi a guida saudita. Hadi, riconosciuto come presidente legittimo dalla comunità internazionale, venne spodestato dagli Huthi con un colpo di stato nel gennaio 2015.
Quando gli Huthi scatenarono la guerra civile, lanciando un’offensiva militare con l’intento di conquistare le province meridionali del paese, l’Arabia Saudita, a capo di una coalizione di paesi arabi (monarchie del Golfo più Egitto e Sudan), corse in aiuto del presidente Hadi. Di questa coalizione fanno parte anche gli Stati Uniti che hanno usato soprattutto droni per condurre attacchi aerei in territorio yemenita.
L’Arabia Saudita è intervenuta militarmente utilizzando strumenti diretti (attacchi aerei) ma anche indiretti. In quest’ultima categoria rientra il blocco navale, attuato schierando le navi della marina nelle acque territoriali yemenite. Nell’autunno 2017 il blocco navale è stato ulteriormente inasprito ed ora è diventato anche terrestre ed aereo. La strategia dei sauditi è quella di isolare totalmente lo Yemen dal resto del mondo in modo da indebolire le milizie Huthi. Tuttavia tale strategia ha finora prodotto un’unica conseguenza: la più grave crisi umanitaria del mondo.
Essendo isolato dal mondo, lo Yemen non può più importare alcun tipo di merce, a partire dai beni di primissima necessità. Farina, grano, riso e cure sanitarie scarseggiano in tutto il paese. I prodotti alimentari di base venivano per lo più importati ma ora a causa del blocco le importazioni (che soddisfacevano il 90 % del fabbisogno del paese) sono drasticamente calate e la popolazione sta vivendo una situazione disperata. 20 milioni di abitanti su 25 necessitano di assistenza umanitaria. Ciò significa che il loro standard di vita non è accettabile. A poco sono serviti gli allarmi lanciati dalle Nazioni Unite che hanno sollecitato la rimozione totale del blocco per permettere l’assistenza umanitaria. Lo scorso dicembre l’Onu ha fatto sapere che “7 o forse anche 8 milioni di persone sono sull’orlo della carestia”. La situazione nel paese è drammatica: i beni di prima necessità, essendo disponibili in quantità sempre minori, hanno raggiunto prezzi elevatissimi che la popolazione non può permettersi. Milioni di yemeniti stanno mangiando sempre di meno diventando così più deboli e vulnerabili alle malattie.
La catastrofe umanitaria si sta sviluppando anche su un altro fronte. I bombardamenti della coalizione saudita hanno distrutto numerose infrastrutture sanitarie. Già ad agosto 2017, più della metà degli ospedali erano chiusi a causa dei danni e della distruzione provocati dalla guerra. I dipendenti del settore non vengono pagati e le cure mediche scarseggiano. Anche medicinali e strumenti sanitari sono stati colpiti dal blocco saudita. Inoltre la popolazione sta avendo sempre più difficoltà ad accedere alle riserve di acqua potabile. Milioni di persone sono costrette a bere acqua impura. La combinazione di strutture sanitarie fatiscenti, carenza di cure mediche, difficoltà a reperire acqua potabile e il peggioramento generale delle condizioni igieniche sta producendo una gravissima epidemia di colera. Finora sono stati registrati almeno un milione di casi, di cui centinaia di migliaia sono bambini, e sono morte almeno 2 200 persone. Questa malattia sarebbe facilmente curabile al giorno d’oggi ma a causa della mancanza di medicinali, vaccini e strutture sanitarie, l’epidemia sta proliferando. Secondo l’Onu la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente nelle prossime settimane a meno che il blocco non venga totalmente rimosso permettendo così le importazioni di beni di primissima necessità e l’assistenza umanitaria.
Quello che sta avvenendo nello Yemen è l’inizio di una catastrofe umanitaria che non ha precedenti nella storia recente. Nello Yemen sta avendo luogo “la più grande crisi umanitaria del mondo” ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres durante una conferenza a Ginevra lo scorso 3 aprile. La situazione non sta risparmiando nemmeno i bambini. “Ogni dieci minuti muore un bambino con meno di 5 anni a causa di malattie curabili” dichiara il segretario generale. “Quasi la metà dei bambini tra i 6 mesi e i 5 anni di età è vittima di malnutrizione cronica” e ciò causerà loro “ritardi nello sviluppo” mentre “18 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare”. Scontato dire che i bambini non vanno più a scuola. Molti di loro sono stati arruolati nelle fazioni della guerra civile, altri sono costretti a lavorare per mantenere la famiglia, mentre migliaia di edifici scolastici sono stati distrutti o gravemente danneggiati dalla furia dei combattimenti.
Lo scorso 3 aprile Guterres ha lanciato il suo appello: “la situazione odierna dello Yemen è catastrofica. Ma con il supporto internazionale, possiamo e dobbiamo evitare che questo paese diventi una tragedia a lungo termine”. Tuttavia, finché non si troverà una soluzione politica alla guerra e finché l’Arabia Saudita continuerà ad imporre il suo blocco, gli sforzi delle Nazioni Unite sono destinati a rimanere vani. Nello Yemen si sta consumando una catastrofe umanitaria senza precedenti nella semi-indifferenza dell’opinione pubblica mondiale mentre i governi occidentali fanno affari grazie alla campagna militare saudita.