Il ministero degli Esteri nordcoreano è stato chiaro: “Se gli americani continueranno a provocarci adotteremo tutte le misure necessarie, metteremo in campo tutta la potente forza delle armi perché la Corea del Nord non ha mai implorato la pace.” Parole forti che suonano come il più crudele dei presagi se il Presidente americano, già protagonista del raid in Siria, non fermerà le navi in rotta nel Pacifico. La tensione è altissima e le operazioni verso la penisola coreana rischia uno scenario apocalittico senza precedenti.
Una politica estera adottata nell’imprevedibilità come già annunciata durante la campagna elettorale dallo stesso Trump, una imprevedibilità che trova gli alleati Nato che incominciano ad arricciare il naso ma che nessuno, ancora oggi, ha realmente adottato una presa di posizione. Una presa di posizione che la UE dovrebbe incominciare a ponderare seriamente visto che gli States accusano Assad, senza prove oggettive, per aver usato armi chimiche sul proprio popolo.
Il Pentagono, dunque, gioca la sua partita su diversi campi nonostante, secondo il segretario americano alla Difesa, l’obbiettivo primario resta l’ISIS. Intanto Donald Trump risponde per le rime alla Corea del Nord tramite Twitter: “La Corea del Nord cerca guai; se la Cina decidesse di aiutarci sarebbe fantastico, altrimenti risolveremo il problema senza di loro!” Un rapporto commerciale con gli americani risolverebbe le problematiche dei cinesi con la Corea del Nord. Un risvolto politico, questo, che si è occupato anche il G7: l’armamento nucleare della Corea del Nord pone una grave minaccia alla pace e sicurezza internazionale.
Chi considerava la Corea del Nord una nazione di poco conto oggi deve fare i conti con la sua potenza nucleare e quello che preoccupa maggiormente, che dall’altra parte del mondo c’è l’antagonista a stelle e strisce che rischia davvero di cancellare l’umanità.