Per comprendere realmente i motivi del conflitto tra Israele e Palestina dobbiamo allontanarci dalle informazioni giornalistiche e politiche che per anni hanno omesso la verità sul conflitto che vede la Palestina ostaggio di discussione apparentemente religioso. In fatti ritornando indietro nel tempo, tra il 1884/85, a Berlino si riunì una conferenza presieduta dalle maggiori potenze mondiali europee che stabilirono un punto fondamentale per comprendere esattamente quello che succede oggi in Palestina, cioè la padronanza delle così comunemente chiamate “terre di nessuno” le quali dovevano essere dominate e depredate, represse al volere dell’Europa.
La Palestina catalogata terra senza popolo, quindi terra di nessuno, deve essere destinata al popolo senza terra: gli ebrei. Una scellerata decisione, quella di Berlino, che ancora oggi Israele conserva considerandosi un popolo elevato rivendicando quella terra occupata da un popolo che non esisteva. Gli israeliani, dunque, sentono il diritto di colonizzare per porre il principio di democrazia e di libertà ad un popolo inesistente, che non era un popolo e di conseguenza non può reclamare nulla. Era il pensiero di Golda Mair primo ministro israeliano degli anni ’70, perfetta profana di storia e cultura, figlia di quella conferenza di Berlino 1884, la quale sosteneva di non dover restituire nessuna terra in quanto non ci fosse nessuno a cui restituirla, profondamente convinta che il popolo palestinese non esistesse.
Eppure la Palestina esisteva ed era un popolo numerosissimo e, prima dell’avvento del sionismo poi quello angloamericano nel 1948, il popolo palestinese viveva in perfetta armonia con il popolo ebreo. Una tesi questa confermata già nel XX secolo per essere confermato negli anni sessanta dalle alte cariche ebree alle Nazioni Unite, gli stessi ebrei che testimoniarono le condizioni di pacifica convivenza se non addirittura ideale. Quindi il conflitto israelopalestinese è imputabile esclusivamente al colonialismo e non alla demagogia della questione religiosa, quasi settant’anni di violenze, razzismo e violazioni dei diritti umani, rendendo il mondo sempre più cieco e sordo dinnanzi a un popolo oppresso da parte di un popolo senza terra.