Le autorità italiane hanno innalzato il livello di vigilanza nei confronti di una malattia non ancora identificata, che ha causato più di 70 decessi nella regione di Panzi, situata a circa 700 km a sud-est di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. Con una nota ufficiale, il Ministero della Salute ha chiesto agli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera di intensificare i controlli, soprattutto per i passeggeri provenienti da quel Paese.
Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento Prevenzione ed Emergenze Sanitarie, ha rassicurato che “non ci sono motivi di allarmismo”, sottolineando la presenza di una sorveglianza attiva e un costante monitoraggio. Anche Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero, ha ribadito la necessità di una “attenzione doverosa ma senza sottovalutazioni”, aggiungendo che al momento non esistono voli diretti tra l’Italia e il Congo.
In Congo, il ministro della Difesa, Samuel-Roger Kamba, ha dichiarato la “massima allerta”. Le autorità locali, con il supporto di organismi internazionali come l’OMS, stanno indagando per identificare il patogeno responsabile. Tra le possibili cause, sono allo studio virus respiratori, malaria, morbillo e altre malattie infettive.
Gli esperti italiani invitano a un intervento rapido per individuare il patogeno e sollecitano l’invio immediato di laboratori mobili nella regione colpita. Tuttavia, rassicurano che l’epidemia al momento è circoscritta e non costituisce un allarme globale.
Pur non essendo una situazione d’emergenza per l’Italia, la cautela rimane alta per evitare ogni rischio. L’attenzione internazionale è ora concentrata sull’isolamento del patogeno e sulla gestione del focolaio in una regione già segnata da recenti crisi sanitarie, come l’epidemia di Mpox.