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Intervista all’onorevole Roberto Traversi sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio

| 18 Luglio 2024 | IL FORMAT

 

On. Traversi, tra le tante novità della settimana, nella seduta del 10 luglio alla Camera è stata approvata definitivamente l’abrogazione dell’abuso d’ufficio. Qual è la posizione del M5S?

La cancellazione di questo reato abbassa sensibilmente il livello di tutela dei cittadini, che, di fatto, perdono un prezioso strumento di difesa contro le angherie e le prevaricazioni del potere pubblico. L’abuso d’ufficio proteggeva i cittadini dai favoritismi verso amici e parenti di colletti bianchi, nella vita di tutti i giorni: penso ai concorsi pubblici, alle liste d’attesa nella sanità, al nostro già martoriato territorio che sarà oggetto di concessioni edilizie, speculazioni, lottizzazioni abusive, devastazione delle coste, sanatorie e provvedimenti autorizzativi che lo renderanno ancora più fragile. In soldoni: l’abuso d’ufficio aveva il compito di proteggere ogni qualvolta il potere pubblico distribuiva un servizio in modo illegale. Ma da oggi non sarà più così.

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Il governo, però, ha voluto far credere che sia stata una esigenza manifestata dei sindaci.

È una bufala: dopo la legge Bassanini, che ha diviso il potere burocratico dal potere politico, i sindaci non firmavano più atti che non fossero discrezionali e nel 2020, grazie proprio al nostro governo, l’abuso d’ufficio era stato riscritto in maniera talmente restrittiva che la paura della firma non aveva più ragione di esistere: tali interventi avevano soddisfatto le esigenze dei sindaci e le iniziative penali erano diminuite drasticamente. Come ha affermato anche il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri “L’idea che i sindaci avessero paura di firmare gli atti amministrativi per timore di essere indagati è ridicola. I sindaci prima di firmare potevano consultarsi con il segretario comunale, il viceprefetto, lo stesso prefetto, tutti esperti di diritto amministrativo. E invece si è deciso per l’abrogazione.” Da oggi, coloro che “hanno paura della firma” saranno autorizzati, in spregio dell’articolo 97 della Costituzione, a violare la legge rendendo i cittadini inermi e senza difesa contro gli abusi e i soprusi del potere.

Nella sua dichiarazione di voto, l’ex procuratore nazionale antimafia e oggi deputato del M5S, Federico Cafiero De Raho, ha parlato di “reato spia”: cosa si intende?

È un reato che permette di individuare, all’interno della Pubblica Amministrazione, le infiltrazioni mafiose, i reati di corruzione, piuttosto che le illegalità commesse nei procedimenti di appalto: da domani, i “colletti bianchi” privi di etica, potranno agire indisturbati ed essere ancora più appetibili dal malaffare. Stiamo parlando di 3600 condanne che, da oggi, non solo saranno cancellate con un colpo di spugna, ma da domani saranno azioni legalizzate e consentite: a spregio, anche, di tutte le vittime che nel tempo avevano vinto le proprie cause e che oggi vedranno vanificate quelle sentenze.

Ci sta dicendo che la cancellazione del reato è retroattiva?

L’abrogazione di una fattispecie penale fa decadere anche le condanne passate in giudicato: con l’ “abolitio criminis” ci sarà, dunque, la caducazione di migliaia di processi pendenti per abuso, ma anche delle sentenze di condanna. E come conseguenza chi ha commesso tale reato tornerà ad avere la fedina penale ripulita: voglio sottolineare che questi quasi 4.000 soggetti non sono cittadini comuni, ma pubblici ufficiali, di cui gran parte amministratori locali o dipendenti della PA. È uno schiaffo verso i cittadini, ma anche verso tutti coloro che lavorano e amministrano nella legalità, e che sono la maggior parte: la pubblica amministrazione ha enormi poteri, ma deve anche essere soggetta a dei limiti, altrimenti sarà tutto completamente fuori controllo.

L’Autorità anticorruzione e l’Associazione nazionale magistrati hanno parlato di “un’amnistia per i pubblici ufficiali” e anche Don Ciotti, di “Libera”, si è unito a questo allarme.

Don Ciotti ha parlato, giustamente, di “un inquietante indebolimento” nella lotta alla malavita e alla corruzione e ha anche accusato il governo e Giorgia Meloni dichiarando che “L’approvazione del ddl Nordio è inquietante, segna un pericoloso indebolimento dei presidi di legalità nella lotta alle mafie e corruzione. È chiaro che le politiche del governo stanno producendo ‘scientificamente’ condizioni più propizie per una pratica indisturbata, impunita ed estremamente profittevole di svariate forme di abusi di potere per fini privati, ben presto non più perseguibili come reati né segnalabili come tali dalla stampa, e perciò non più riconoscibili dall’opinione pubblica”.

Secondo lei ci sono violazioni rispetto alla Costituzione e alle norme europee?

Si: la cancellazione del reato ci porta fuori dall’Europa perché, insieme anche alla rimodulazione del traffico di illecite influenze, sono state violate la Convenzione di Merida e la Convenzione Europea sulla Corruzione che sono state ratificate dall’Italia. Con questa legge si viene meno all’imperativo costituzionale dell’articolo 117 laddove “la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali”. L’abolizione dell’abuso d’ufficio rischia di creare un conflitto con l’UE che potrebbe aprire una procedura di infrazione.

Al provvedimento ha votato contro l’opposizione, ma è stato approvato, oltre che dalla maggioranza, anche da Italia Viva e da Azione.

Nulla di nuovo direi, Renzi e Calenda fanno da stampella a questo governo…

In conclusione cosa si sente di dire?

Che da oggi non esiste più il principio di uguaglianza: dopo anni di Berlusconi e berlusconismo, quello che non era riuscito a fare lui lo sta mettendo a terra questo Governo. In Italia i cittadini non sono tutti uguali di fronte alla legge: ci sono gli intoccabili e gli impuniti, e poi i cittadini onesti, sempre meno tutelati.

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