In un’intervista esclusiva, il candidato al Parlamento Europeo Gianfranco Librandi svela le motivazioni profonde che lo hanno spinto a candidarsi e come intende utilizzare la propria esperienza imprenditoriale per il vantaggio dell’Italia all’interno dell’Unione Europea. L’accento è posto sull’importanza di unire le voci europee per competere efficacemente nel panorama globale, sottolineando la necessità di azioni concrete per favorire la coesione europea.
Qual è stata la motivazione principale che ti ha spinto a candidarti per il Parlamento Europeo?
Al di là della mia passione per la politica e della volontà di mettere la mia esperienza di imprenditore al servizio della collettività, c’è una considerazione fondamentale che mi ha spinto ad impegnarmi in questa competizione elettorale, tanto impegnativa e faticosa quanto entusiasmante.
In un mondo ormai fortemente interconnesso e globalizzato, nessun singolo Paese europeo, neppure il più forte, può pensare di confrontarsi con risultati positivi con colossi come la Cina, gli Stati Uniti o il blocco del sud est asiatico.
Se vogliamo essere protagonisti e non dei semplici comprimari, dobbiamo unire le forze, metterci insieme, remare compatti nella stessa direzione.
Altrimenti saremo condannati ad essere dei modesti ed irrilevanti spettatori, non solo dal punto di viste economico ma anche nella politica estera, commerciale o di difesa .
Come intendi utilizzare la tua esperienza imprenditoriale e politica a beneficio dell’Italia all’interno dell’Europa?
Il collegio del nord ovest dove sono candidato comprende regioni che sono da sempre il motore economico del nostro Paese. Una delle priorità di questi territori è il desiderio e la volontà di continuare ad esserlo, operando in condizioni favorevoli alla crescita del territorio ed al conseguente benessere dei cittadini, potendo contare su una classe politica che operi e si impegni per rimuovere i tanti ostacoli che si frappongono al raggiungimento di questo risultato.
Tassazione eccessiva, burocrazia asfissiante, sistema finanziario esoso. … sono solo alcuni dei problemi che il mondo dell’impresa deve affrontare; io vorrei mettere a frutto la mia esperienza di imprenditore da ormai 40 anni per contribuire a risolverli.
C’è anche un altro tema che sul quale mi vorrei impegnare da subito, e cioè creare le condizioni affinchèle aziende e gli imprenditori del territorio possano fruire dei tanti sostegni e finanziamenti che l’Unione europea mette a disposizione. E’ davvero assurdo che ci vengano assicurate ingenti risorse per rafforzare il nostro territorio e noi si faccia fatica ad utilizzarle.
Se sarò eletto, aprirò uno sportello gratuito nel territorio per informare le nostre aziende sulle opportunità offerte dall’Europa ed affiancarle nelle predisposizione delle domande, processo spesso complesso e complicato.
Lo so che la proposta non è particolarmente originale, che l’hanno già promesso in molti, ma il problema è che nessuno l’ha mai fatto ….
Parli della necessità di unificare le voci all’interno dell’Europa; quali saranno le tue azioni concrete per favorire questa coesione?
L’ho già detto e lo ripeto : se in futuro vogliamo essere dei protagonisti e non delle semplici comparse sulla scena internazionale, dobbiamo lavorare ed impegnarci per un’Europa forte, coesa ed unita, ben governata e lontana da egoistici nazionalismi e sovranismi.
Un’Europa che si apra al mondo e non si rinchiuda in anacronistici confini, che diventi terra di opportunità e di speranza, con un ben chiaro posizionamento geopolitico.
Quindi azioni concrete per una politica estera e di difesa comune, mettendo le basi per un unico esercito, per armonizzare le politiche fiscali, per puntare ad una sostenibilità ambientale che non sia mera ideologia, per dare il via a riforme istituzionali non più rinviabili, a partire dall’eliminazione del diritto di veto, per dare vera protezione ai deboli ed ai fragili, perché l’Europa possa diventare una casa comune, che possa far sentire la nostra voce nel mondo.
Puoi spiegare meglio il ruolo che hai avuto nella creazione di fondazioni private per sostenere gli ospedali pubblici? Come pensi di incentivare altri a seguire il tuo esempio?
Che il servizio sanitario pubblico italiano stia attraversando un momento di difficoltà è un dato di fatto, nessuno che sia in buona fede lo può negare.
Io credo che in questa situazione la società civile non si debba limitare a lamentarsi, a fare appelli o petizioni che nonostante l’encomiabile buona volontà non portano da nessuna parte, ma debba agire, debba intervenire in prima persona, in stretta collaborazione con il settore pubblico.
Per questo motivo mi sono fatto promotore della costituzione di Saronno in Salute – Fondazione per l’Ospedale di Saronno e del Saronnese, riconosciuta dalla Regione Lombardia ed iscritta nel Registro regionale delle persone giuridiche private.
Una fondazione senza scopo di lucro, che ha l’obiettivo di assistere la persona e il malato mediante il sostegno, anche attraverso finanziamenti, delle attività dell’Ospedale di Saronno, di promuovere azioni volte al miglioramento di progetti assistenziali, di sostenere le associazioni di volontariato che operano presso il presidio, di favorire la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro del personale dipendente.
Nel primo anno di attività la Fondazione, grazie anche al coinvolgimento di cittadini e imprese del territorio, ha donato al nostro ospedale diverse apparecchiature e strumentazioni all’avanguardia, che stanno trasformando alcuni reparti del nostro Ospedale in eccellenze.
E’ stata per me una grande emozione vedere l’entusiasmo e la soddisfazione di tanti operatori delpresidio saronnese, , che grazie alle nostre donazioni sono ora in grado di offrire ai loro pazienti cure migliori e maggiori possibilità di guarigione !
Voglio continuare a percorrere questa strada, coinvolgendo oltre a cittadini e imprese del territorio, anche gli Enti locali, per contribuire a garantire a Saronno ed al suo circondario una struttura efficiente ed all’avanguardia, che tuteli e e salvaguardi il bene più prezioso che abbiamo, la nostra salute
In che modo pensi di rappresentare le esigenze delle famiglie e delle persone provenienti da contesti umili e poveri all’interno del Parlamento Europeo?
Il collegio del nord ovest comprende regioni che sono da sempre il motore economico del nostro Paese; la crescita della povertà e del disagio di tante categorie di persone in regioni da sempre considerate ricche è un fenomeno di fronte al quale non possiamo più chiudere gli occhi.
Voglio portare in Europa le istanze di chi e’ in difficoltà, di chi fa fatica .
Penso innanzitutto ai nostri giovani. Ogni società dovrebbe investire sui suoi giovani, che rappresentano il futuro. Noi purtroppo non lo stiamo facendo o almeno non lo stiamo facendo con sufficiente forza ed impegno.
Difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, retribuzioni modeste, carriere bloccate… e così i nostri giovani sono costretti a scappare all’estero, per sfruttare opportunità che noi non riusciamo ad offrirgli.
Penso ai caregivers, oltre 100 milioni nell’intera Unione Europea, che assistono e si prendano cura quotidianamente del coniuge, di un familiare o di un parente che a causa di una malattia, di infermità o di disabilità non sono più autosufficienti.
Un compito faticoso ed impegnativo, spesso assunto forzatamente o improvvisamente a causa di una malattia o un incidente, un lavoro a tempo pieno, senza ferie nèstraordinari e gratuitamente, o al massimo fruendo di qualche modesto contributo regionale
I caregivers sono in servizio h24, svolgendo un ruolo decisivo ed irrinunciabile a supporto di un sistema di assistenza spesso precario e carente, se non addirittura inesistente, la cui figura non è riconosciuta, tutelata e men che meno supportata economicamente .
L’Europa può e deve fare molto per loro.