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Ancora una volta Drissa Camara

Il giovane centrocampista ivoriano, con una bella storia alle spalle, segna ancora una volta contro il Venezia e lancia la volata del Parma verso la promozione.
| 7 Febbraio 2024 | SPORT
Camara

Il campionato di Serie B è ancora lungo, è vero. Mancano esattamente 15 giornate alla fine della regular season (più i vari scontri play-off e play-out per decretare le ultime promosse e retrocesse), anche se il Parma, nella vittoria di sabato scorso contro il Venezia, ha dato un segnale forte al campionato. La squadra di Pecchia sembra ormai essere dominatrice assoluta del campionato cadetto e una vittoria contro una diretta concorrente non può che alimentare il desiderio di ritornare nel massimo campionato italiano. Specialmente dopo la brutta débâcle esterna nel derby contro il Modena.

I presupposti, d’altronde, per vedere una bella partita c’erano tutti. A partire dal clima primaverile. Sugli spalti un’aria di festa, di quelle che per le due squadre poteva vagamente ricordare gli scontri in Serie A a cavallo tra fine anni ’90 e 2000. 13.289 spettatori segna il conteggio diffuso dalla società emiliana, di cui 502 nel settore ospite (anche se con molta probabilità gli ospiti erano di più e collocati nei vari settori più “neutrali” dello stadio Tardini).

Pecchia schiera la sua squadra con un 4-2-fantasia, come definito da alcuni giornalisti nella successiva conferenza stampa. Effettivamente, vedere quattro attaccanti contemporaneamente (Mihăilă, Man, Bonny e Benedyczak) è un lusso che poche squadre possono permettersi. Soprattutto, i centrocampisti devono essere in grado di bilanciare questo assetto. Compito, comunque, piuttosto facile per Bernabé e Hernani. Il Venezia, nelle prime fasi di gara, è frastornato dall’impeto del Parma e commette più di qualche errore tecnico non comune per gli uomini di Vanoli. Il tecnico dei lagunari, allora, passa a una difesa a 3 (che in fase di non possesso si trasforma a 5), con Pierini utilizzato come mezzala insieme a Busio e Tessmann. Da lì in poi la gara si stabilizza e regna un equilibrio che sembra poter durare fino alla fine della partita.

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Ma Drissa Camara, evidentemente, non era d’accordo. Pecchia al 67’ sostituisce Benedyczak, ancora dolorante dopo la testata con Pierini che è costata un extra-time di 10 minuti e varie fasciature per entrambi, con Camara. Un cambio, se vogliamo, anche più conservativo: fuori un attaccante, dentro un centrocampista. Ci sono varie occasioni, da un lato e dall’altro, ma il risultato non sembra volersi piegare né da un lato né dall’altro. Ci pensa allora proprio Camara al 100’, quando ormai le squadre avevano accettato di buon grado un pareggio, a spezzare l’incantesimo. Corner del Parma tagliato verso l’area piccola, Altare respinge da ottimo guardiano della difesa, ma allontana proprio sul piede di Drissa Camara. L’ivoriano, senza farsi pregare due volte, distende completamente la gamba e al volo da fuori area trafigge un incolpevole Joronen.

Camara

foto LaPresse.it

Da lì una gioia incontenibile. Camara prima si toglie la maglia e poi improvvisa un balletto con altri compagni di squadra. Il tutto mentre lo stadio è impegnato a scandire il suo nome. La verità, però, è un’altra: dietro a questo gol c’è molto, molto di più rispetto a un “semplice” gol. Drissa Camara, classe 2002, è arrivato in Italia apparentemente come molti altri giocatori stranieri arrivano alla corte di club italiani/europei. In realtà, il giovane calciatore è vittima di un raggiro: viene portato in Italia da un agente accusato poi di immigrazione clandestina (e che avrebbe patteggiato 1 anno e 10 mesi di pena), il quale tramite documenti falsi attestava rapporti di parentela immaginari con altri ivoriani già presenti sul territorio.

Prima l’U.S. Audace e poi il Parma, però, decidono comunque di investire sul calciatore che sembra essere molto promettente. Il giocatore, a sua volta, non ha mai nascosto di sentirsi un parmense d’adozione, più volte ribadendo la sua gratitudine verso i club che lo hanno accolto. Un ragazzo sorridente, che si presenta anche molto timido in conferenza stampa. Risponde a tutte le domande con un filo sottile di voce, ma con grande gioia nei suoi occhi. Con un sorriso abbagliante. Lo incontro, per caso, appena fuori dai cancelli dello stadio. Esce a piedi, con uno zainetto sulle spalle e con la tuta sociale, con altri due ragazzi. Intravedo che spiega ai suoi accompagnatori la dinamica del gol, forse ancora incredulo del gesto tecnico che ha appena compiuto, tanto importante quanto raffinato. “Io pensavo di prenderla così” e mima il gesto con il piede. Lo avvicino e gli chiedo una foto ricordo: come farsi scappare l’occasione ghiotta di un ricordo con il match winner? Lui acconsente. Lo ringrazio e mi complimento per il gol. Lui mi ringrazia, con un’umiltà disarmante. È il caso di dirlo: proprio una bella storia la sua.

TAG: #Venezia, camara, Parma, Serie B
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