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Dopo accordo Ubs-Credit Suisse borse in salita

| 21 Marzo 2023 | ECONOMIA

Le Borse europee si lasciano alle spalle la paura per l’operazione Ubs-Credit Suisse e per l’azzeramento di 16,3 miliardi di franchi di bond del colosso elvetico e imboccano con decisione la strada del rialzo. In mattinata mercati spaventati, con gli investitori preoccupati per nuove crisi nel comparto bancario.

Poi però la seduta delle Borse europee è stata positiva, dopo che dalle autorità europee, inclusa la Bce, sono arrivate rassicurazioni sulla “resilienza” del sistema bancario europeo e sul fatto che, in caso di salvataggio, i primi a pagare saranno sempre gli azionisti.

Per tutta la giornata le Borse europee hanno proseguito con i rialzi, archiviando la volatilità della mattinata, dopo le rassicurazioni arrivate dalle autorità europee sui bond bancari At1. Il sospiro di sollievo allenta la corsa dei beni rifugio come l’oro, che è in leggero calo (-0,28%) a 1.975 dollari l’oncia per il contratto spot, sotto i 2.000 dollari dove si era portato in mattina.

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A Zurigo Ubs, che in mattinata era arrivata a perdere fino al 16% sui timori legati ai rischi di esecuzione della fusione, azzera i ribassi e guadagna l’1,26%, con gli analisti che valutano pro e contro dell’acquisizione, incluso prezzo e garanzie strappate. Seduta pesante per Credit Suisse alla Borsa di Zurigo: sprofonda del 55,7%, penalizzato dalla valutazione di 3 miliardi di franchi assegnatale nell’ambito dell’operazione. Seduta negativa per i mercati asiatici.

Piazza Affari apre in calo dell’1%, sprofonda a -2,6% per poi risalire fino a chiudere in deciso rialzo. L’indice Ftse Mib mette a segno un guadagno dell’1,59% a 25.899 punti. Il rimbalzo è generale anche sugli altri listini: Parigi guadagna l’1,27%, Francoforte l’1,12% e Londra lo 0,93%.

Zurigo sale soltanto dello 0,28%, qui pesa il Credit Suisse in caduta mentre Ubs guadagna. Chiusura positiva anche per Wall Street, con lo sguardo degli investitori già rivolto alla Fed che mercoledì decide sui tassi in uno scenario mutato dalle crisi bancarie: il Dow Jones sale dell’1,20% a 32.244,64 punti, il Nasdaq avanza dello 0,39% a 11.675,54 punti, lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,89% a 3951,31 punti. Da registrare però il nuovo crollo di First Republic a Wall Street, dove la banca chiude in calo del 47% ai suoi nuovi minimi. I titoli della banca erano stati in precedenza sospesi e poi riammessi.

Il Wall Street Journal riporta che l’amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon è alla guida delle trattative in corso con i numeri uno delle grandi banche americane per aiutare First Republic. Il piano è quello di convertire in capitale tutti o parte dei 30 miliardi di dollari in depositi già accordati a First Republic dalle 11 maggiori banche americane.

Le Borse cinesi chiudono la seduta negative, a ridosso dei minimi intraday, nel mezzo delle turbolenze finanziarie: l’indice Composite di Shanghai cede lo 0,48%, a 3.234,91 punti, mentre quello di Shenzhen per lo 0,323%, a 2.053,65. Hong Kong si risolleva dai minimi intraday (da un quasi -4%) e chiude la seduta con pesanti perdite sulle vendite del settore bancario: l’indice Hang Seng cede il 2,65%, attestandosi a 19.000,71 punti. La Borsa di Tokyo termina la prima seduta della settimana in sostenuto calo: l’indice di riferimento Nikkei mette a segno una flessione dell’1,42%, a quota 26.945.67, lasciando sul terreno 388 punti.

TAG: Borse europee, Credit Suisse, mercati finanziari, Ubs
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