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Targa a Umberto Lenzini, vandali di nuovo in azione. Unanime indignazione: Roma non merita tutto questo

| 24 Febbraio 2023 | CRONACA

Di fronte a certi episodi si fa fatica, anzi è impossibile, parlare di atto goliardico, tifo, rivalità o di quanto attiene a una palla tonda che rotola in un campo di calcio. Ci sono situazioni che esulano da ogni possibile giustificazione e che devono imporre, qualora ce ne fosse ancora bisogno, una profonda riflessione.

La cronistoria della vicenda è breve, forse anche questo elemento contribuisce a renderla molto amara. Mercoledì scorso è stato inaugurato il parco intitolato a Umberto Lenzini, presidente della Lazio fino al 1980. L’area verde, quella che i residenti conoscono come La Collinetta, è nella zona di Boccea; luogo non casuale visto che proprio lì l’imprenditore edile contribuì allo sviluppo urbano con la costruzione di abitazioni.

Per i tifosi della Lazio “Sor Umberto” era come un padre: lo spolverino aperto nel giro di campo prima delle partite e uno stile da uomo d’altri tempi, sempre misurato. Era la Lazio di Pulici e Lovati, di Chinaglia e di Wilson, con al timone Tommaso Maestrelli, artefici insieme a tutti gli altri di un sogno, chiamato Scudetto, che era divenuto finalmente realtà. Soprattutto erano ancora gli anni nei quali non si poteva far riferimento ai mirabilanti turbinii della borsa, della finanza virtuale fatta di plusvalenze e scambio di azioni o dell’intelligenza degli algoritmi: i presidenti dovevano di volta in volta, per usare un eufemismo, aprire il cassetto di casa e tirare fuori i soldi per acquistare i giocatori e pagare gli stipendi.

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Doveroso omaggio quindi a una figura che ha fatto tanto non solo per il calcio e i tifosi della Lazio , ma anche per la nostra città. Neanche il tempo di tirare giù il drappo che la prima notte la targa è stata imbrattata con vernice gialla e rossa; subito ripulita, al secondo calar del sole qualcuno ha pensato bene di prenderla a martellate.

Quella che noi definiamo, forse immeritatamente, la città più bella del mondo non merita tutto questo: non può più accettare nell’indifferenza che la famiglia Paparelli debba combattere una quotidiana battaglia contro chi infanga la memoria del caro Vincenzo, così come bisogna esigere rispetto per il dolore della famiglia di Daniel Guerini e di quanti hanno vissuto tragedie simili. Alcuni però, non riescono a comprenderlo.

Oggi più che mai, alla luce di questo ennesimo vile episodio, è opportuno che ognuno prenda una posizione netta per dimostrarci che c’è ancora speranza per fermare questa spirale di degrado. La città di Roma non merita tutto questo.

I tifosi della Lazio e di ogni altra squadra devono poter celebrare e ricordare serenamente la loro storia e chi ha contribuito a renderla gloriosa. Tutto il resto è stupidità e squallida inciviltà e come tale va considerata e combattuta.

TAG: Lazio, tifosi
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