Nel Gruppo C, si affrontano Argentina e Arabia Saudita. Quello che sulla carta per l’Albiceleste, doveva essere un avversario facile da gestire, si è rivelato invece un osso duro, una freccia avvelenata che l’undici di Lionel Scaloni – arrivato a Doha con la Laurea di Campione del Sud America e la Comnebol vinta a spese dell’Italia – non aveva preventivato.
Al Lusail Stadium i sauditi, guidati dal CT francese Hevre Renard – due Coppe d’Africa in tasca-scendono in campo consapevoli di avere di fronte, un candidato alla finalissima. Così, si parte come da pronostico. Messì e Martinez danzano davanti alla difesa Saudita, scannerizzati dall’implacabile Var, che annulla ben tre goal agli argentini. Tuttavia, un ingenuità del pacchetto arretrato saudita, che trattiene vistosamente lo juventino Paredes in area, permette all’Argentina di portarsi in vantaggio, su un rigore trasformato da Messì al 10′ minuto. Arabia in svantaggio, ma senza perdersi d’animo. Il tango argentino non è quello sfoggiato in Sud America o a Wembley durante la Comnebol e i sauditi, sembrano uguali ad uno scorpione nascosto sotto un sasso. Così, nella ripresa su un assist di Al Birakan, l’Arabia pareggia il conto con Al Shehri al 48′. Gli argentini, provano ad innescare Martinez e Messi, con Di Maria che prova a giganteggiare sulla fascia destra, ma tutto risulta vano, complice anche l’estremo difensore saudita Al Owais, provvidenziale in un intervento su Tagliafico. Al 53′ il sorpasso dei sauditi con Al Dawsari che salta un avversario e calcia in porta, riportando gli arabi in vantaggio. La gara termina con l’Argentina in avanti alla strenua ricerca del pareggio, ma l’Arabia si chiude nei propri sedici metri, impedendo qualsiasi tentativo degli uomini di Scaloni. Esordio amaro per l’Albiceleste che dovrà attendere l’esito di Messico e Polonia per vedere la situazione in classifica nel gruppo C.
Al Ras Abu Aboud Messico e Polonia non vanno oltre lo zero zero, una gara con poche emozioni e con un rigore fallito dai polacchi al 58′. L’esperto portiere messicano Ochoa, para un rigore al centravanti polacco Lewandowski. Un punto ciascuno che permette alle due squadre di piazzarsi in secinda posizione nel gruppo C, alle spalle della sorprendente Arabia Saudita.
All’Education City Stadium, vanno in scena Tunisia e Danimarca, nel gruppo D. Per gli scandinavi, il CT Hijulmand, manda subito in campo i veterani Simon Kjiaer e Cristian Eriksen, davanti agli avversari tunisini, guidati da Qaderi. Primo tempo con una Tunisia, pimpante e che crea qualche problema ad una scafata difesa scandinava. Danesi poco incisivi in avanti, di fronte ad una Tunisia ben piazzata in difesa e pronta a ripartire, costringendo i danesi ad affannosi recuperi nei propri sedici metri. Brivido per la Tunisia, quando Eriksen ci prova dalla distanza e subito dopo, sempre danesi pericolosi con Cornelius che colpisce il palo dalla distanza. Tunisia, perfetta in difesa e pungente nelle ripartenze con Ben Slimane e Jebali. Gara che termina a reti inviolate, con un punto conquistato da entrambe le squadre, in attesa dell’altra gara del gruppo tra Australia e i campioni in carica della Francia.
All’Al Janoub Stadium, i campioni in carica della Francia vanno in scena, contro l’Australia. Francesi subito in avanti a pressare sulla disorientata mediana australiana. Al 9′ minuto Godwin gela i francesi, segnando per l’Australia. La Francia reagisce e pareggia con lo Juventino Rabiot al 27′, al 32′ l’Australia cede di schianto sotto il colpo perfetto di Giroud. Nella ripresa, i francesi alzano il baricentro del gioco, schiacciando gli australiani nella propria metà campo. Mbappè al 68′, segna il tre a uno e al 71′ Oliver Giroud segna la quarta rete, senza far rimpiangere Benzema. Inizia bene il mondiale per la Francia che conquista la sua prima vittoria e i suoi primi tre punti nel girone D dove è in testa, seguita da Danimarca e Tunisia appaiate al secondo posto con un punto e con l’Australia, ultima a zero punti.