di Stefania Romito
Milano omaggia la poetessa Antonia Pozzi con una targa apposta sulla facciata della casa dove visse con la famiglia in via Mascheroni 23. La targa è stata finanziata dalla famiglia Chiatti di Viterbo. L’inaugurazione, che si è tenuta sabato 12 novembre, è stata patrocinata dal Comune di Milano.
Antonia Pozzi, nata a Milano il 13 febbraio del 1912, decise di porre fine alla sua giovane vita assumendo una dose eccessiva di barbiturici. Era il 3 dicembre del 1938. Come Cesare Pavese, visse la poesia come tragica confessione nel racconto del diario dell’esistere.
Una poetessa che ha vissuto la visione culturale e letteraria che faceva dell’estetica una filologia di ricerca esistenziale. Lei, infatti, interiorizza l’estetica di Antonio Banfi, suo docente all’Università, proiettandola all’interno del linguaggio lirico. Ma nei suoi versi si rinviene anche quella desolante e inquietante lezione che si vive in Eliot, Joyce e Kafka.
Una creatività dolce e appassionata, quella di Antonia Pozzi, ma al tempo stesso straziante e angosciante in cui il tempo diventa labirintico, avvolto nella nube di un malinconico senso dell’onirico.
Mentre tu dormi/le stagioni passano/sulla montagna./La neve in alto/struggendosi dà vita/al vento:/dietro la casa il prato parla,/la luce/beve orme di pioggia sui sentieri./Mentre tu dormi/anni di sole passano/fra le cime dei làrici/e le nubi.
Antonia Pozzi. Cesare Pavese.
Due sensibilità affini che vivono la poesia come contemplazione disperante del sublime radicato in un crepuscolarismo ermetico inciso nelle pareti dell’anima. Antonia Pozzi verrà insignita del prestigioso “Premio del Festival del Nuovo Rinascimento 2022”, in occasione dei 110 anni dalla nascita. Durante la serata di assegnazione del Premio verrà mostrato un contributo video dedicato alla poetessa dal titolo: “Antonia Pozzi – Una poesia un viaggio” che gode del commento critico dello scrittore e poeta Pierfranco Bruni (già candidato al Nobel per la Letteratura). Il video è stato realizzato in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” nell’ambito del progetto “Etnie e Letteratura” del Mibac, curato da Pierfranco Bruni.
All’inaugurazione a Milano hanno preso parte una trentina di persone tra cui suor Onorina Dino, curatrice nativa degli scritti pozziani, Graziella Bernabò, Guido Agostoni, Marco Dalla Torre, Nicoletta Orlandi, Gabriella Pizzala, padre Gianni Criveller, Paolo Cognetti, Elisabetta Vergani, Aglaia Zannetti, Luisa Cozzi, padre Elia Spezzano.
L’attrice Aglaia Zannetti ha letto la poesia Sgorgo (i cui primi versi sono stati incisi sulla targa commemorativa), Un destino, Le donne, Via dei Cinquecento, chiudendo con Prati, dopo l’intervento di Guido Agostoni, già sindaco di Pasturo e ora delegato alla Cultura dell’amministrazione comunale.
Dopo il saluto di Mascia Chiatti, figlia dei donatori, hanno preso la parola Elena Buscemi, Presidente del Consiglio Comunale, ed Elena Lattuada, Delegata alle Pari opportunità di genere. L’evento ha goduto anche della presenza di Luca Gibillini, Responsabile unità relazioni istituzionali con la città – Gabinetto del Sindaco.
Particolarmente intensi ed emozionanti sono stati gli interventi di suor Onorina Dino, di Graziella Bernabò, biografa pozziana, e di Giuseppe Chiatti che ha letto la poesia “3 dicembre,” scritta da Vittorio Sereni in ricordo dell’amica poetessa.